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Soluzione per ritrattistica "grande formato"


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avatarjunior
inviato il 01 Febbraio 2024 ore 10:17

Comunque da profano che vede tutti questi scatti e poi vedo uno scatto a pellicola, sinceramente quello a pellicola mi fa sbavare e stare ore a guardarlo cercare il dettaglio la morbidezza delle curve, gli stacchi tra soggetto e fondo e la morbidezza dello sfocato.

Guardando le foto realizzate in digitale c'è un qualcosa di non materico che le rende sempre troppo incisive, ma un incisivo passatemi il termine "brutto", troppo elettronico.
Probabilmente se le foto digitali fossero stampate e poi la stampa fosse scansionata a quel punto avremmo tutti una percezione diversa, e anche tutti questi nostri discorsi perderebbero un pò di senso.

Io ritrovo questa morbidezza guardando alle volte foto scattate con dorsi digitali phaseone o hasselblad

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2024 ore 10:19

Eeeek!!!@Paco cos'è quel dinosauro? Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2024 ore 10:24

oggi con Cobalt emuliamo scientificamente una Trix 400 con filtro

Dico la mia... nel senso che è il mio pensiero, anche se non è solo il mio.

Il motivo per cui scelgo una fotocamera che mi direttamente un certo risultato è perché pur essendo cosciente che con la post produzione posso raggiungere certi risultati, la applico e la ricerco per lo scatto unico, per quello "della vita” dove posso perdere tutto il tempo che voglio... è 40 anni che lo faccio per lavoro.
Per il reportage del viaggio con la famiglia che è un mix di ricordi, scatti curiosi e altre menate, necessito di una tecnologia che mi dia un risultato di base molto valido. Ma anche per le rare volte che mi impegno su certi progetti personali tendo a preferire un approccio più "analogico”

“ Questo ritratto con che cosa è stato scattato e perché? ?

I test vero o falso non mi interessano perché sono cosciente che la tecnologia permette di avvicinarsi a determinati risultati ma, a mio modo di vedere, non è quello che cerco. (vedi sopra)

Quello che non si considera mai o che lo si snobba in ragione dell'oggettivismo, è che siamo umani e quindi affetti "dall'effetto del farmaco placebo”... e questa è scienza.

Andiamo dal macellaio e pur essendo coscienti che le luci installate hanno una dominante cromatica e una temperatura adeguata ad esaltare la carne, ne godiamo degli effetti. Siamo occidentali europei e individuiamo nell'azzuro il latte scremato o il formaggio lite. Siamo anche coscienti che se ci alterano questi elementi ci sentiamo insicuri e abbiamo necessità di un approfondimento per procedere con un acquisto... l'arancione del latte Zymil ha fatto discutere.

Tutto questo non è stregoneria o essere fessi o essere massa... sono aspetti annegati nel profondo del nostro DNA è ciò che ci ha permesso di riconoscere i frutti buoni ed essere traditi da quelli camuffati, è ciò che guida gli animali ed è molto più forte e naturale di qualsiasi teoria oggettivistica.

La maggior parte di noi necessita di trovare un feeling con la propria tecnologia. La maggior parte di noi, quando non ha la possibilità economica di raggiungere certi "oggetti” si nasconde dietro teorie e calcoli... oppure ha una natura fortemente pragmatica. Ognuno di noi lotta tra l'insicurezza creativa e tecnica e l'oggetto che si infrappone al risultato finale.

Dopo tutto questo arrivano i calcoli, la tecnologia etc. Molto spesso, questi calcoli, dimostrano che i vantaggi ci sono, eccome, ma, all'affinarsi della tecnologia, i vantaggi che portano sono minimi e visibili solo da un pubblico raffinato e sensibile, oltreché preparato.

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2024 ore 10:26

Guardando le foto realizzate in digitale c'è un qualcosa di non materico che le rende sempre troppo incisive, ma un incisivo passatemi il termine "brutto", troppo elettronico.


Benvenuto nel mondo reale Francebonu ;-)

Mi fa piacere che la gente se ne accorga.

@Paco cos'è quel dinosauro?


E' questa





;-)

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2024 ore 10:30

Sono piccolezze che il 95% dei fotografi non vede, anche perchè oramai gli occhi sono assuefatti dalle immagini di instagram.....
. . . un fotografo con l'occhio allenato le percepisce benissimo.
Paco . . concordo pienamente con le tue opinioni, l'aumento di formato migliora la continuità tonale e migliora la resa morbida dell'incarnato . . migliora il controllo della pdc.

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2024 ore 10:34

Paco . . concordo pienamente con le tue opinioni, l'aumento di formato migliora la continuità tonale e migliora la resa morbida dell'incarnato . . migliora il controllo della pdc.


Cirillo, sono iscritto a Juza dal 2012....

Sai in questi anni quante volte mi sono sentito dire "la facevo uguale col m43"?

Sai quante volte sono stato preso in giro per il mio motto "bigger is better"?

Sai quante volte ho combattuto con gente che pensava che con una m43 ed un po' di PP si raggiungevano i risultati di una medio formato?

Sai quante volte ho sentito che con una Nikon D90 da 12MP si ottenevano risultati molto maggiori rispetto ad una pellicola 6x6?

Sai quanto tempo ho perso a discutere con questa gente?

E quel tempo non me lo ridà indietro nessuno! MrGreen

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2024 ore 10:38

mi spiace ma non è vero.

quando ti mostravano una foto in BN tu guardavi una stampa, non il negativo. e la stampa era ritoccata, punto. a partire da filtro da montare sull'ingranditore per ottenere più o meno contrasto fino a mascherature più o meno complesse.


La coppia di foto che hai postato, che evidenzia gli interventi fatti in stampa, la metto sempre anch'io come esempio nei corsi di fotografia, assieme al ritratto di Stravinsky fatto da Newman e al relativo processo di scelta in fase di editing, con tanto di "croppone" finale.





Credo che uno dei migliori allenamenti per un fotografo sia proprio cercare quelle pubblicazioni che ti mostrano come post-producevano, ma soprattutto che linguaggio usavano/usano molti maestri.

Ad esempio in questo ritratto




sicuramente si è badato ai toni della pelle (quella è tecnica di base), ma la prima attenzione del fotografo è stata sul fatto di far comparire una mano, lì di fianco, a mettere in ombra parte del viso ed evidenziare metaforicamente quella parte (di Picasso) "in ombra" che esce fuori solo attraverso le sue opere.
Arnold Newman era un narratore: la stampa era mera esecuzione.

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2024 ore 10:41

sono iscritto a Juza dal 2012....
. . . io dal 2014. ;-)
Sai quanto tempo ho perso a discutere con questa gente?
E quel tempo non me lo ridà indietro nessuno!
. . . si quel tempo non ti sarà restituito . . sicuramente una piccola fetta di fotografi avrà capito e migliorato e avrà fatto tesoro delle tue opinioni.


avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2024 ore 10:51

Pierfranco, ottimo intervento.

Quando dietro ad un ritrtto c'è un pensiero, un progetto, la volontà di comunicare qualcosa.

E quell'ombra così chiusa nella quale spicca quell'occhio così bianco, è la maestria di chi ha postprodotto in CO l'immagine raggiungendo il risultato voluto dall'autore.

Certo che in pellicola si fa PP!

Quando scatto a pellicola in B/N vado a far sviluppare e stampare da questo signore che ha lo studio a 10 min da casa mia.

Guardate tutto il video e guardate cosa vuol dire fare PP in CO.


avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2024 ore 10:52

quell'occhio bianco a sinistra racconta tantissimo quando parliamo di post produzione oggi... MrGreen

Cmq.

Tornando in topic....

Mi sa che la soluzione sta nel curare la luce come non faccio da tempo per mancanza di tempo (scrivo in endecasillabi sciolti a volte..MrGreen) e "farmi bastare" quelle piccole lenti che uso su M e magari appena posso prendere un dinosauro ccd da montare fisso su cavalletto in un angolo di casa con sfondo e bella beauty dish o anche piu' grande e soft dietro...


Oppure... prendo questo corpo ... quello che mi fa fare foto simili (anche qua una custom fatta partendo dal Cobalt Trix 400) e che a volte dimentico di avere...










E lo uso... e' ccd... e non so perche' ma ha una resa che anche una MF a volte si vergogna.. che ne dite?

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2024 ore 10:53

vorrei sommessamente aggiungere che dalla mia esperienza privata ho desunto una sola certezza.

Nell'industria si cerca la massima resa con la minima spesa. E questo costringe, a volte, a compromessi radicali.
Nell'arte si cerca "l'inutile" (passatemi il termine) senza nessun limita di spesa.

Quello che chiamate profondita' dei grigi.. pelle secca.. etc secondo me si spiega con facilita'.

State paragonando la foto di un attore, in grado di tenere quella posa, studiatissima, per minuti. Per ore se necessario.
Attore che ha passato meta' della sua vita a perfezionare l' espressione. e l'altra meta, a correggere i difetti in spa e trattamenti.
Stiamo parlando di un set luci semplice ma perfetto, il che non necessariamente fa rima con economico, usato da un maestro. Ma stiamo anche parlando di un soggetto che probabilmente ha fatto una buona seduta di makeup apposta per la fotografia.
E stiamo mettendoli a confronto con una pregevole foto fatta da Uly (a proposito, complimenti). Con un flash e un cartone della pizza come diffusore.. ed una fotocamera consumer.

La domanda corretta non e' quanto la foto di Uly sia simile alla foto campione. Gia' solo il fatto che poste a fianco non sfiguri, dimostra secondo me la fragilita' della tesi grande e' bello. Se dieci sostenitori del grande formato devono accanirsi, con esperienza, a trovare "difetti" in due scatti agli antipodi... significa che la tesi non regge.


Ma volendo essere esaustivi, la domanda corretta da porre sarebbe: " la foto campione, di quanto sarebbe degradata se al posto di una hasselblad ci fosse stata una ammiraglia FF, ma tutto il resto fosse stato uguale?".

No, perche', al di la della zuffa che ho in corso con Filo 63 ;-), La realta' che sperimento e' questa.

Siamo passati dalla pellicola al digitale e stiamo facendo il salto dell'AI perche' i tempi cambiano.
Perche un certo tipo di fotografia e'VECCHIO e sorpassato.

Il mio landrover 50 anni fa era un simbolo, rappresentava uno stile di vita. Oggi i figli non lo guidano neppure piu se costretti. Vanno in giro con l'auto elettrica. Molto probabilmente hanno ragione loro.. il concetto di fuoristrada per divertimento e' anacronistico. i tempi sono cambiati.

Voglio dire.. siamo tutti in grado di apprezzare la fotografia perfetta dei film anni 40-50. Iil colore invece dei film anni sessanta disturba un po. C'e' un motivo. I primi, erano B/N al massimo della tecnologia. I secondi erano una tecnologia acerba, messa sul mercato in fretta e furia per non perdere il vantaggio commerciale.
Confronta oggi un film a colori con uno degli anni sessanta e vedrai la differenza. Non succede lo stesso con il B/N girato oggi e quello girato 60 anni fa.

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2024 ore 11:03

Quando dietro ad un ritrtto c'è un pensiero, un progetto, la volontà di comunicare qualcosa.

Qua entriamo in un campo difficile, quello autoriale, un mondo molto variegato, dall'impegnato, al narratore, all'esteta, al concettuale, al voyeur..

Il mio ritratto preferito (se dovessi portarne uno solo sulla luna) è di Lartigue, uno che scattava a 360°, peraltro con grandi e medi formati.
Visto anche dal vero siamo sempre li a dire che il formato grande serve quando.. serve, e quel quando serve è come la dose del sale e del pepe in cucina, serve quanto basta. Ma quanto basta?
MrGreen

In questo caso non avrebbe fatto alcuna differenza, anche e sopratutto vedendo la stampa.

www.a-rabbitsfoot.com/wp-content/uploads/2023/05/Screenshot-2023-05-23


avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2024 ore 11:12

Ragazzi,

guardate il video che ho postato, se non volete vederlo tutto, guardatelo dal minuto 18:53

;-)

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2024 ore 11:21

Basta analogico, W il digitaleMrGreen

belles13.prodibi.com/a/0km98o7o9zkgo2g?s=25ZSObvz%2FtQF0QTjOn24jOQ7w65

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2024 ore 11:32

Paco: che coincidenza anche io stampavo da Jacopo Anti...ti parlo del lontano 2008 e dei rullini fatti con la leica M7!!



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