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I numeri 1 al mondo in questo momento..


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avatarsenior
inviato il 14 Luglio 2021 ore 11:34

La trap racconta quello che raccontavano il rap, l'hip-pop, il punk, la darkwave, il black metal…
Tutte storie di vita che accomunavano le persone che seguivano quei movimenti.
Il trap è oggi incomprensibile ai più vecchi (e non ai 'vecchi') perché non ci si vuole capacitare che le generazioni attuali possano aver quelle idee e inseguire quegli obiettivi, ma è così. Basta guardare il comportamento di tanti ragazzini per strada per capacitarsene.
E il mio tono non è polemico ma comprensivo.
Io, come ripeto, seguo il Black Metal, roba che si dava fuoco alle chiese negli anni 90 o che si commettevano delitti con processi penali che fioccavano, quindi non è certo la questione morale o spirituale quella dirimente.
La questione è puramente artistica e comunicativa.

avatarjunior
inviato il 14 Luglio 2021 ore 11:43

Poi ci sarebbe anche un'altra cosa da indicare. Oggi è abbastanza difficile poter proporre qualcosa di effettivamente originale e che interessi un potenziale fruitore di musica. Non voglio affermare che sia stato scritto tutto, ma è veramente molto difficile potersi distinguere rispetto all'immensità delle produzioni esistenti. Rischi sempre di assomigliare a qualcosa o a qualcuno.


Per centinaia di anni la musica di è rinnovata senza sosta, sia quella alta che quella popolare, peraltro con continui travasi dall'una e dall'altra. Tutti i grandi compositori del passato soprattutto tra l'800 e la prima metà del '900 ahnno tratto ispirazione dalla musica popolare. La certa musica sinfonica degli anni 30/40/50 guardava al Jazz e viceversa.

Quasi tutto il rock, da quello "classico" al metal, si basa sul blues. Prendete qualunque brano e ci ritrovate praticamente sempre gli stessi accordi o loro rivolti. Eppure le intepretazioni sono sempre state diversissime e hanno sempre raggiunto il grande pubblico. Questo si è un pò interrotto per la ragioni che hai spiegato. E poi c'è anche stato il colpo di grazia. Sono arrivati i Nirvana ed è andato tutto in vacca MrGreen

Parentesi. E assolutamente vero che Bach ha rappresentato un spartiacque, è stato ome Einstein per la fisica.


avatarsenior
inviato il 14 Luglio 2021 ore 12:00

Negli anni io ho avuto la sfortuna di conoscere persone musicalmente incolte e spesso anche becere, ma ho anche avuto la fortuna di incontrare grandi collezionisti e fini ascoltatori. Buona parte della mia crescita conoscitiva la devo a loro. Uno di questi aveva in casa più di ventimila dischi in vinile (era appassionato di vinile) di qualsiasi genere musicale, qualsiasi tranne la techno e la classica l, ma il suo genere prediletto era il soul.
Un altro invece, collezionista misto (CD e vinili) prediligeva la noise. No, dico, la noise! Avete presente? Provate ad ascoltare qualcosa dei Bizarre Uproar e poi ditemi…
Eppure, quel tizio aveva una mente sopraffina ed una cultura musicale sconfinata.
Ieri ho acquistato online (altro strumento dei giorni nostri, l'acquisto online) un LP dei Kwade Droes. A me quella musica piace molto più di quella dei Maneskin (e ci vuole poco, in quanto i Maneskin non mi piacciono affatto), ma non potrei mai dire che i KD siamo più bravi o che ingiustamente siano sconosciuti al mondo, perché direi una cacàta.

avatarsenior
inviato il 14 Luglio 2021 ore 12:25

@Crystal70

Dove posso farti avere un monumento a te dedicato??? Sottoscrivo ogni singola riga di quanto affermi...purtroppo però sono concetti che vengono confusi con l'invidia o l'odio verso ciò che è nuovo perchè il pensiero unico ci impone di ascoltare quello che i media ci vogliono vendere (Maionchi, De Filippi ecc) ed innalzarlo a prodotti geniali anche se tali non sono. Magari sono belli da ascoltare, incontrano il gusto di molte persone, ci fanno anche sballare, ma una cosa bella non è detto che sia geniale, sono concetti distanti anni luce tra loro...
Concludo, il modo di ascoltare la musica oggi, liquida, skippando tra un brano e l'altro di un artista e l'altro, non permette più di conoscere e approfondire il singolo artista, la sua proposta musicale, e di conseguenza non permetterebbe il giusto riconoscimento mediatico di album interi, ancor meno di concept album (infatti non sono mai prodotti da "artisti" moderni mainstream); è un limite della nostra nuova società, non dei musicisti di oggi (almeno non di tutti).

Faccio un esempio per capire meglio questo concetto, pur ascoltando prevalentemente heavy metal e hard rock, non disdegno di spaziare per altri lidi musicali, country, qualche Artista italiano, qualche band ecc, una delle mie ultime scoperte artistiche è Mietta per la quale ho proprio un amore sconfinato per le sue capacità tecniche (è una cantante assolutamente versatile in moltissimi ambiti musicali), per la vera artista che è e per quello che mi trasmette con la sua voce...beh, sono anni che non pubblica un album, ma produce uno/due brani all'anno (ultimo album 2011, poi solo brani scaricabili in formato digitale 2 nel 2013, 2 nel 2016, 2 nel 2019 e 2 nel 2020)...perchè? Al di là del fatto che potrebe essere anche solo una sua scelta personale, c'è anche il discorso che è meglio fare un paio di brani e puntare su quelli, intanto la gente mediamente ascolta il singolo e basta, l'album non lo compra quasi più nessuno, quindi perchè spendere alte cifre per registrare un'oretta di musica quando ho gli stessi introiti registrando una decina di minuti???

avatarsenior
inviato il 14 Luglio 2021 ore 12:53

Si, certo. Anche la carta stampata.
Ma erano mezzi di informazione e divulgazione infinitamente meno potenti di quelli attuali.
Se una volta volevi sapere qualcosa di più sulle proposte musicali del momento dovevi comprare le fanzines, mentre oggi basta collegarsi a Facebook e trovare nella home qualsiasi aggiornamento, in mezzo alle ricette di cucina e alle promozioni di Zalando.

avatarsenior
inviato il 14 Luglio 2021 ore 12:58

E non tralasciamo la questione economica. Mai.
I CD vendono tanto e anche il vinile sta rimontando, ma quante persone acquistano musica? E non mi riferisco a quelli che quando vanno all'ipercoop infilano nel carrello anche uno o due CD in promozione, ma parlo di quelli che prendono 20-30 dischi al mese, costantemente.
Io l'hanno scorso ho scaricato oltre seicento album (in condivisione) che poi ho messo su CD.
Se avessi voluto acquistarli tutti quanto mi sarebbero costati?

avatarjunior
inviato il 14 Luglio 2021 ore 14:16

@Caneca
Il black metal, specialmente quello degli anni 90, molto attivo nei paesi scandinavi, ma comunque apprezzato anche nel resto dell'Europa aveva assunto connotati che andavano ben oltre la sfera musicale. Proprio a causa dei drammatici eventi da te citati quali roghi di chiese o omicidi (quello che fece più scalpore fu quello commesso da Varg Vikernes ovvero Burzum nei confronti di Euronymous ex chitarrista dei Mayhem)ma piuttosto era divenuto un vero e proprio problema sia politico che sociale. In questo preciso esempio la musica diveniva il mezzo per diffondere una certa ideologia a cui effettivamente gli artisti in questione credevano in maniera incondizionata ovvero non erano semplici schiavi del mercato musicale che pretendeva che determinati comportamenti fungessero da contorno alle opere pubblicate, ma attraverso la musica queste band portavano avanti un discorso, un pensiero e una ideologia ben radicata nel loro profondo. Si poteva essere d'accordo o meno col loro modo di pensare fatto sta che la loro credibilità risiedeva proprio nel fatto che a tante parole poi corripondevano anche tanti fatti concreti. Pur in un contesto negativo, questa è corenza. La trap d'altro canto cos'è? il grido di mille adolescenti incaz*ati col mondo, coi loro coetanei oppure coi professori o coi genitori come probabilmente lo siamo stati tutti in età da liceo. Persone odiate perché considerata incapaci di capirci. Insomma, non sono una madre ma credo che 14-18 anni li abbiamo avuti tutti e quindi sappiamo perfettamente come vanno le cose.

@AlceWRC
Ti ringrazio. Io stessa mi pago saltuariamente un mese di abbonamento a qualche servizio streaming. Credo che la rete offra grosse possibilità di farsi un'idea prima di procedere ad un oneroso acquisto di un compact o un vinile. Quello che proprio non comprendo (e qui mi riallaccio al primissimo post di questa discussione) è come si possa ragionare in termini di numeri e classifiche per giudicare genio e talento artistico.

@Vittoriodj
La differenza sta nel contesto storico in cui viviamo. Mi è capitato recentemente di guardare un'intervista fatta a Guccini in cui lui stesso diceva che i suoi primi album se li sono filati veramente in pochi e hanno venduto pochissimo. Eppure gli è stata data una seconda e pure una terza possibilità per registrarne altri. Oggi questo lusso te lo scordi. Se non funzioni sei fuori, senza appello. Oggi il mercato discografico deve generare liquidità. E non si tratta semplicemente di "bello" o "brutto" o di "piace" o "non piace": se consideriamo la musica come una forma d'arte allora è nostro preciso dovere, da ascoltatori, non limitarci ad un semplice ascolto superficiale, ma dobbiamo necessariamente spingerci oltre capendo le liriche e conoscendo a fondo l'artista che le ha composte.
Ma snocciolare posizioni in classifica e numeri di ascolti su spotify è pura e inutile superficialità.

avatarsenior
inviato il 14 Luglio 2021 ore 14:38

Crystal, stiamo parlando di Maneskin e non di Ani Di Franco, quindi di clamore, numeri, gossip, proclami... quindi il contesto è quello superficiale, almeno per il momento. Poi si saprà più tardi se il boom si riqualificherà in spessore artistico di lunga durata.
Un altro aspetto che ho già accennato prima è l'assenza di una corrente o di un movimento musicale/culturale di grossa portata, a parte il trap. Da quanti anni non se ne registrano? Io ricordo il grunge e il black metal, e magari la terza ondata punk (quella dei Green Day ed altri, per intenderci). Ma poi? Era anche più facile galleggiare in quei contesti, in mezzo a quelle reti collettive, per cui se una band falliva con un album, poteva riprovarci con quello successivo, perchè nel frattempo erano le altre band a tenere in piedi il fenomeno musicale. Ultimamente esistono sempre più casi isolati di proposte musicali vincenti, che intuiscono benissimo il trend e l'esigenza collettiva del momento, ma che sono anche facilmente eclissabili.

avatarsenior
inviato il 14 Luglio 2021 ore 14:48

In realtà è facile comprendere perché i numeri e gli ascolti oggi sono gli unici elementi per decretare la genialità e lo spessore artistico di un gruppo o un cantante...perché tutto è legato al seguire acriticamente le istruzioni che più o meno velatamente ci vengono impartite dall'alto...e purtroppo non ci si limita al solo campo artistico/musicale

avatarsenior
inviato il 14 Luglio 2021 ore 14:52

Vittorio, non cadere nel tranello anagrafico o di quello educazionale. Un ragazzino incolto può avere trovate geniali e anche talento esattamente come nel caso di un ingegnere del suono di mezza età.
Se fosse soltanto una questione di istruzione, tutti quelli che escono dal conservatorio sarebbero dei geni musicali mondiali.

user33434
avatar
inviato il 14 Luglio 2021 ore 15:28

Tutti interventi molto interessanti. Rispetto al discorso talent (Maionchi, De Filippi etc.) mi viene in mente quello che ci diceva in conservatorio il maestro di analisi e composizione e cioè che se un problema esiste è legato al fatto che la critica musicale è morta perché gli artisti hanno abdicato per lasciare il posto ai giornalisti/biografi. Gli artisti nelle giurie dei talent devono necessariamente tenere vivo uno show, i musicisti che invece dovrebbero in modo imparziale riuscire a fare critica e divulgazione non riescono più ad essere un tramite. Oggi non si vende più semplicemente la musica ma serve una storia personale e un personaggio, se manca quello non c'è niente da vendere.

avatarjunior
inviato il 14 Luglio 2021 ore 15:32

Oggi non si vende più semplicemente la musica ma serve una storia personale e un personaggio, se manca quello non c'è niente da vendere


Beh un pò è sempre stato così. I fan sono sempre stati attirati dalle storie dei musicisti. Il fatto di essere dei personaggi ha sempre contribuito alla fama.

avatarsenior
inviato il 14 Luglio 2021 ore 19:30

@Castel
Sicuramente esser personaggi, avere una determinata storia alle spalle può farti avere maggior successo perché catalizza e catalizzava meglio l'attenzione su di sé, ma una volta non era comunque così importante come oggi, tempi in cui questi aspetti sono sicuramente predominanti rispetto alla preparazione musicale dell'artista (che spesso non è manco più definibile tale...vedi i vari personaggi della trap che non hanno alcuna conoscenza musicale, tecnica o chissà che messaggi da veicolare tranne una profonda crisi di valori e di rispetto poi però ci riempiamo la testa di inginocchiamenti, diritti delle donne e delle minoranze sessuali...)

avatarsenior
inviato il 14 Luglio 2021 ore 19:42

Il fattore X esiste da tanti anni, da decenni, anzi, esiste da molto più tempo. È da decenni che si è cominciato a sfruttarlo commercialmente ed è anche un valore aggiunto, purché serva a completare un artista e non a costruirlo interamente.
Mi vengono in mente i Residents, dei quali ancora non si conosce la vera identità, i veri volti. E al di là di questa peculiarità restano tuttora una band inedita (per non dire che sono dei fulminati totali). Il loro secondo album si intitolava Not Available, e proprio perché si chiamava così non fu disponibile al momento della sua data di uscita. Venne pubblicato anni dopo, e conteneva 46 canzoni della durata di un minuto esatto ciascuna. Tutte canzonette da poco, niente di che, ma che insieme componevano un progetto dietro cui c'era un pensiero geniale, così come geniali erano i pure precedenti lavori.
Sulla scia di questo “anti-Xfactor” altri artisti improntarono la loro carriera, pubblicando dischi completamente privi di artworks, niente testi delle canzoni, nessuna foto di repertorio e celando totalmente la propria identità al mondo. Questa scelta, in molti casi ha suscitato curiosità e contribuito a creare un mito che diversamente sarebbe stato più difficile ottenere.
Ci sono poi musicisti che non si sono mai esibiti dal vivo e che non hanno mai rilasciato interviste o dichiarazioni, anche per rispecchiare le loro scelte stilistiche, più sensoriali ed evocative invece che recitative.
Ciò che si fa su di un palco e sotto le luci è sempre una recita condizionata, anche nel caso di GG Allin, che si faceva massacrare di botte dal pubblico e defecava nudo mentre si esibiva.

avatarsenior
inviato il 15 Luglio 2021 ore 1:24

L'idea di produzione é molto cambiata nel corso del tempo.
In passato, più o meno fino agli anni 90, produrre un musicista significava né più né meno che scovare un talento, valutarne le potenzialità commerciali e investire su di esso. In genere erano altri artisti già affermati che frequentavano i locali o le piccole sale concerto alla ricerca delle perle preziose. Per esempio Hendrix fu lanciato da Chas Chandler, bassista degli Animals, o Joni Mitchell da David Crosby, provenendo entrambi da vere gavette spesso infruttuose e piene di flop (soprattutto nel caso di Hendrix). Casi come questi se ne contano a decine non solo nella storia del rock e e del pop ma anche del jazz, tipo Ornette Coleman che faceva il giardiniere anche in una fase della sua vita in cui era già più che maturo musicalmente.
A partire dagli anni 80, con volumi d'affari sempre crescenti, il talento cominciò però a diventare un problema: un artista talentuoso porta con sé il suo talento dovunque vada, al miglior offerente, o auto producendosi privando di fatto la major della sua vacca da latte. Emblematico il caso di Prince, talento immenso che ha affrontato una lunga causa con la Warner Bros.
Divenne perciò necessario strutturare un sistema per rimpiazzare il talento con una sorta di “algoritmo” che permettesse di sfornare musica di successo senza ricorrere ad alcun genio musicale. Esiste tutta una letteratura sulla costruzione dei brani che affronta ogni singolo aspetto della produzione: dalla durata, alla frequenza dei ritornelli, ai secondi dopo i quali ci deve essere il primo ritornello (detti ganci in gergo perché per l'appunto devono agganciare l'ascoltatore a quella radio per produrre ascolti che poi vendono spazi pubblicitari etc etc…), al volume (vedasi la loudness war), alla connotazione politica o razziale, alla contestualizzazione con qualunque presente possibile sia in senso reazionario che rivoluzionario, alla bisogna, sia sull'estetica da ricercare nell'esecutore. Esistono metodi infallibili per fabbricare il successo. E se poi di colpo vuoi fare la voce grossa, l'Artista, puoi andare dove ti pare, tanto sei privo di valore intrinseco: tutto ciò che sei possiamo ricucirlo addosso alla prossima variabile… in una spirale interminabile di cloni situazionisti, di hit dell'estate.

C'è una bellissima intervista a Frank Zappa su YouTube, in cui analizza la questione in maniera impeccabile in tempi ancora non sospetti, da vero precursore quale era.

I Maneskin sono il miglior prodotto italiano di questo andazzo, i numeri uno del vuoto cosmico in cui é precipitata la musica mainstream. Un prodotto musicale pressoché perfetto, che polarizza le discussioni sui social accumulando terabyte di opinioni ma nessuna Conoscenza. Il fatto che se ne stia parlando anche su un forum di fotografia ne è prova lampante.

Ciao!

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