| inviato il 02 Marzo 2021 ore 8:46
“ Parlando del sasso.. che mi ha colpito, esempio di come si possa abusare della credulita' di un allievo. Riminiscenze di libri sulla filosofia zen letti e mai compresi. Qual'e' il senso di OBBLIGARE un allievo ad una foto quotidiana ad un sasso?. Quale profondissima lezione di vita dovrebbe trarne? „ sei obbligato a pensare. A costruire qualcosa di sensato, a comporre bene e a farlo rendere al meglio. Tutte cose assolutamente utili nella quotidianità. Mi spiace ma ignoranza non ha nessun valore, la cosa del non studio, sono libero da vincoli e creo è una caga.ta che ci si racconta per giustificare in genere la mediocrità. Sarò diretto e forse antipatico, ma fotografi bravi che ho sentito parlare avevano tutti una grande cultura alle spalle, non fotografica, ma generica. Il discorso del puro fuori dagli schemi l'ho sentito fare solo a gente che mostrava cose mediocri e le giustificava con questi discorsi inutili. Io sinceramente all'esercizio dell'uovo ogni tanto lo riprendo, aiuta molto a rimettere a fuco le idee e a provare anche cose interessanti a livello tecnico. Personalmente trovo che il mondo possa fare a meno di molti che senza sapere nulla criticano e danno giudizi lapidari senza poterselo permettere e non mi riferisco a te Salt, ma è così. Vedo gente che non sa chi è Ghirri e spara a zero così a casaccio quando non si pone nemmeno il pensiero di cosa a portato a certi movimenti fotografici, da dove sono nati e perchè. No ci si ferma nelle proprie certezze e appena qualcuno prova a commentare ci si offende, si risponde piccati, si parla di professoroni che vogliono comlicare le cose. Mi spiace ma è nascondersi dietro un dito, l'ignoranza non porta mai a nulla |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 11:02
Rileggendomi sembro molto antipatico, ma penso sinceramente che lavori importanti vengono da una base solida sia di pensiero che di progettazione e esperienza. Questo non toglie una comunicazione bidirezionale tra la così detta fotografia "alta" e la fotografia di ogni giorno. Il linguaggio cambia, ho sempre sostenuto che la possibilità di condivisione, il cambio di modo di consumare l'immagine che è sempre più sullo schermo del telefono quindi con anche un formato diverso e social come instagram hanno un impatto forte e questo ovviamente va a influire per forza sulla fotografia in genrale. E' solo un cambiamento di comunicazione, di modalità, nè meglio nè peggio. Però anche qui chi scatta ha necessità di pensare a chi comunica e come. |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 14:01
Matteo Groppi.. ti ricordo soltanto che il sistema per calcolare la longitudine e' stato inventato da un falegname. Che ci son voluti ben 60 anni di dotte discussioni da parte di tutti i dotti sapienti delle migliori universita' inglesi per comprendere come funzionasse il processo di calcolo e approvarlo. La tua visione e' obsoleta. Nessuno si sogna di proporre l'ignoranza bovina come soluzione ai mali del mondo. Ma ci si e' resi conto che le figure piu' efficaci nel trovare nuove vie NON sono i dotti. Bensi un tipo diverso di persona. Se ti interessa posso passarti informazioni riguardo i corsi avanzati delle migliori universita' del mondo che studiano appunto come integrare l'ignoranza nei processi decisionali ad alto livello per avere risultati migliori. |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 14:22
I fatti però dicono che i lavori fotografici seri nascono sempre da conoscenza di quello che si fa e conoscenza di quello che si vuole comunicare e a chi. Fammi un esempio di un lavoro autoriale fotografico è nato da “ un tipo diverso di persona „ che non ho ben chiaro chi sia e a me piacce parlare in concreto e non per teorie |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 14:34
Non c'e' bisogno di scomodare persone famose. Ti invito a riflettere sul fatto che il mondo e' cambiato. 90 anni fa per scavare un fosso serviva un bruto che avesse forza sufficiente. Oggi serve una persona che abbia la sensibilita' e l'abilita' per guidare un jumbo. Allo stesso modo.. 60 anni fa serviva la pratica per esporre correttamente. E poi, solo dopo aver imparato l'uso della pellicola, potevi cercare il guizzo. Oggi hai servomeccanismi che ti sollevano dalla ricerca del gesto tecnico. Puoi concentrarti sul lampo.. sull'idea. |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 14:41
Ok tecnologia ha aiutato nel risolvere problemi tecnici quindi appunto per questo per fare una fotografia buona serve molta più cultura e preparazione, la tecnica è diventata alla portata. Il lampo e l'idea non nasce dal nulla, ma dalle contaminazioni, dalle conoscenze e esperienze. In pratica confermi tutto quello che ho scritto. In caso non abbia compreso il tuo discorso fammi un esempio concreto dove un lavoro autoriale di livello non sia nato da queste basi, ma così per puro caso. Un percorso e una carriera di autori non vengono mai dal nulla, certo una singola foto può nascere dalla fortuna, anche un gruppo di foto da un'intuizione, ma è un caso raro e sporadico, in genere una carriera autoriale non è fondata sul caso. |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 15:25
“ quindi appunto per questo per fare una fotografia buona serve molta più cultura e preparazione, la tecnica è diventata alla portata. „ dico solo che se 50 anni fa fotografare un sasso poteva avere senso per imparare a usare il mezzo. Oggi tutte quelle prove per conoscere pellicole e resa non servono piu'. E ci si puo' concentrare sul contenuto. Poi forse non ci intendiamo sul termine ignoranza, Stuart Firenstein insegna agli studenti che nel processo di scoperta l'ignoranza è molto più importante della conoscenza. Alla Columbia University da qualche anno si tengono corsi specifici su come un certo tipo di "ignoranza creativa" abbia aperto nuove vie e contribuito massivamente allo sviluppo e al progresso scientifico Se ci pensi e' ovvio.. si lima, si affina. Si verticalizza e si perde di vista l'essenziale. |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 15:31
Ma fotografare il sasso serve proprio per il contenuto, ti obbliga a pensare e a andare in strade diverse Non serve mica per affinare la tecnica pura e semplice, ma se devi raccontare qualcosa partendo dal quotidiano non devi solo mettere lì le luci e gioco é fatto. L'esercizio sta appunto nel riuscire a raccontare qualcosa usando un oggetto sotto mano a tutti |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 15:38
“ Ma fotografare il sasso serve proprio per il contenuto, ti obbliga a pensare „ A pensare cosa?.. che hai fotografato lo stesso sasso 5mila volte per un anno intero. Alla fine e' una verticalizzazione che ti fara' fare il sasso perfettamente e da quel momento sarai un sassista. Chiuso nel tuo ruolo.. Come quegli arrampicatori che fanno il 9+ sui sassi della val di Susa e poi quando arrivano su una falesia facile facile se la fanno sotto perche non hanno mai arrampicato davvero. Pur essendo agilissimi, restano fermi a meta' parete completamente TZARN. |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 15:42
Va bene hai ragione è inutile. perchè provare a pensare quando la scintilla è li? è vero chiudiamola qui, l'autore serio ci nasce, ha la fotografia infusa in se, non deve fare nulla solo cogliere la foto che ha già di fronte e la vedrà senza problemi, senza dovere allenare occhio e modo di pensare perchè ci è nato e perchè la sua ignoranza lo aiuta a essere fuori dagli schemi e creerà sicuramente qualcosa di alto livello. Dai va bene a posto così mi hai convinto |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 15:45
“ A pensare cosa?.. che hai fotografato lo stesso sasso 5mila volte per un anno intero. „ se con la stessa modella puoi fare 5000 scatti differenti, puoi ottenere cinquemila foto differenti anche da un sasso. Dovrai magari rifletterci sopra un pò più a lungo, ma questo è il bello della faccenda. Che poi il sasso può essere la stessa piazza, lo stesso fiume, la stessa città....... Se tiri fuori qualcosa da un sasso pensa a cosa puoi fare in una città. Tempo fa una amica mi raccontava che non potendo uscire da Milano, causa lockdown, non sapeva che cosa fotografare, perchè vedeva sempre le stesse cose.....figurati un pò |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 15:52
Matteo, non prenderla cosi.. la questione va oltre ad un semplice metodo, ed e' stata affrontata in passato da persone di calibro e spessore. "In un'onesta ricerca della conoscenza, molto spesso devi rispettare l'ignoranza per un periodo indefinito." Erwin Schrodinger, fisico quantistico "Non so nulla tranne il fatto della mia ignoranza." Socrate, "Il grande ostacolo alla scoperta della forma della terra, dei continenti e dell'oceano non era l'ignoranza ma l'illusione della conoscenza." Daniel J. Boorstin "L'ignoranza pienamente consapevole è il preludio di ogni vero progresso nella scienza." James Clerk Maxwell, insomma ovunque si sta rivalutando un certo tipo di approccio e non da ieri. Ma forse e' proprio la differenza tra un fotografo ed un altro. Uno arriva a fare buone foto con l'uso delle regole. Diventa un buon artigiano. L'altro racchiude la potenza espressiva e delle regole se ne fotte. |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 15:56
arconudo... se da un sasso puoi tirare fuori 5000 pose, e ne hai l'urgenza..l'inventiva e la capacita'.. naturalmente puoi farlo. Ma significa che racchiudi in te la potenza espressiva per produrre 5000 scatti buoni dello stesso sasso... Viceversa, il semplice fare 5000 scatti non ti portera' a racchiudere e conquistare una potenza espressiva che non possiedi. un sasso per te, restera' un sasso...magari fotografato in modo tecnicamente perfetto. 5mila foto in quel caso non sono allenamento.. sono perdita di tempo. io so disegnare.. Posso migliorarmi con un lavoro di ricerca personale e crescere secondo direzioni diverse a me congeniali. Ma alla fine io so che se metto una matita su un foglio, ne uscira' un disegno BELLO. Posso mettermi a copiare una fotografia.. passare notti a riprodurre le sfumature ed ottenere un disegno simile alla fotografia. Sara' pero' sempre una copia fatta a mano e con cura di una fotografia. |
| inviato il 02 Marzo 2021 ore 16:02
Scusate ma sta cosa del sasso onestamente convince poco anche me... e questo a prescindere dal fatto che io non condivida l'apologia dell'ignoranza (anche se in parte credo di capire il discorso di Salt) o del fatto che in val di Susa non esistono blocchi di 9a+ Arconudo (a cui faccio i complimenti per la galleria e che leggo sempre con interesse) secondo me fa un parallelismo che, a contrario, esemplifica le ragioni della mia perplessità. La modella partecipa allo scatto con le sfaccettature della sua umanità il sasso no; e quello, secondo me, è un contributo che il fotografo non può compensare perchè uno scatto riuscito è sempre una compartecipazione tra fotografo e soggetto. Certo si può pensare ad un lavoro/progetto che valorizzi, ad esempio, il concetto di tempo rispetto all'immobilismo ed immutabilità del sasso ma intanto questo prevede appunto un progetto e poi che la foto non sia del sasso ma del contesto nel quale il sasso è calato... ...e comunque, tutto considerato, non ne farei in ogni caso un esercizio di apprendimento ed esplorazione personale imprescindibile. |
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