| inviato il 23 Aprile 2020 ore 13:14
“ Ma che io sappia sono invertibili... „
ammetto la mia ignoranza ma...
Il collega che si faceva stampare contemporaneamente foto e dia (lavorava, appunto, vicino ad Hollywood, per cui questa opzione era a portata di mano), non ricordo se mi avesse detto che poi si portava a casa anche i negativi, oppure prima stampassero le foto e poi invertivano la pellicola e la trasformavano in dia. Io ho dato per scontato che fosse un negativo. Stiamo parlando degli anni '70.
Bisogna considerare il numero di copie da stampare per la distribuzione mondiale di un film, chiaro che per poter fare questo occorre un originale dal quale vengano poi create n. mila copie. Concettualmente, un negativo stampato in positivo su pellicola dovrebbe mantenere una migliore gamma tonale rispetto ad una pellicola negativa poi invertita.
se c'è qualcuno che ne sa di più... grazie
Edit: estratto da wikipedia it.wikipedia.org/wiki/Pellicola_cinematografica
“ I negativi Eastmancolor sono anche stati usati nel Technicolor, il più famoso sistema (in realtà si tratta di una famiglia di sistemi) di cinematografia a colori, basato sulla ripresa (nella versione più matura e diffusa) con tre pellicole in bianco/nero, ognuna filtrata con uno dei tre colori primari. In fase di stampa poi avveniva il processo inverso, con un complesso trasferimento dei colori su pellicola unica, ottenendo colori vivi, fedeli e stabili nel tempo. „
molto bello questo pdf con rimandi ad altri siti letiziacortini2.files.wordpress.com/2012/07/pellicole_dispensa.pdf |
| inviato il 23 Aprile 2020 ore 13:29
io personalmente cercavo un modo alternativo per riuscire a vedere il negativo proiettato con i colori positivi, dato che usavano film in negativo e poi lo si vedeva a colori mi chiedevo come facevano. Il tutto per capire se fosse possibile proiettare a colori positivi un negativo. |
| inviato il 23 Aprile 2020 ore 18:32
Qualcuno di voi ha visto, provato o conosce se e come è possibile adattare ottiche per proiettori cine a diaproiettori, dato che l'adattamento di ottiche da ripresa fotografiche su diaproiettori è quasi impossibile? |
| inviato il 23 Aprile 2020 ore 20:28
“ dato che l'adattamento di ottiche da ripresa fotografiche su diaproiettori è quasi impossibile? „
Quasi off topic ma...
io ho fatto il procedimento opposto: ho seguito un tutorial da DPreview, ed ho adattato le ottiche da proiezione alla fotocamera.
Si tratta di un tubo con filetto per la messa a fuoco che riesce ad alloggiare le ottiche da 42.
Secondo l'articolo ci sono dei Rollei da diaproiezione che hanno una resa molto bella per i ritratti sia per contrasto che sfocato.
Con le mie lenti i risultati vanno dallo scarsotto al pessimo. |
| inviato il 23 Aprile 2020 ore 20:47
E la messa a fuoco come si farebbe? |
| inviato il 24 Aprile 2020 ore 21:07
Articolo molto interessante, dove peraltro vengono riportate diverse notizie su questo obiettivo che, a loro dire, mostra una ottima nitidezza, una buona resistenza al flare, e vorrei vedere è un MC tedesco! e un contrasto basso.
Di mio aggiungerei pure che riproduce un bellissimo sfocato!
Interessante in particolare la nota riguardante il contrasto: definito basso... devo dire che questa cosa, che lì per lì potrebbe sembrare un difetto, a pensarci bene invece è un grosso pregio: perché una scelta siffatta da parte dei progettisti non va in alcun modo a inquinare il contrasto naturale della pellicola in uso, e neppure il suo eventuale aumento (o diminuzione) indotto dal fotografo con la propria scelta di, eventualmente, sotto o la sovra-esporre 
Insomma mi sembra una scelta decisamente intelligente, oltre che intelletivamente onesta e soprattutto distaccata 
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| inviato il 24 Aprile 2020 ore 21:34
@Super Flash: bello lo sfuocato a bolle! |
| inviato il 24 Aprile 2020 ore 21:37
"Anche il Leitz Colorplan è usabile come obbiettivo fotografico in quanto deriva dall'Elmarit R"
Chissà allora come si comporta l'Elmarit-pro 150/2,8 che ha le lenti dell' Apo-Summicron-R 180/2! |
| inviato il 25 Aprile 2020 ore 9:18
Anche il Leitz Colorplan è usabile come obbiettivo fotografico in quanto deriva dall'Elmarit R:
www.marcocavina.com/articoli_fotografici/Leitz_Colorplan_90_Germany_Po
Da notare in fondo all'articolo le differenze fra la versione Wetzlar e Portugal...
Beh Ettore possiamo dire che all'inizio la scelta di produre in paesi a basso costo (non dobbiamo dimenticare infatti che anche prima del Portogallo una parte della produzione Leica era già stata spostata dalla Germania al Canada) fu giustamente criticata proprio perché sfacciatamente volta al risparmio... risparmio però che sembrava valere solo per loro e non certo per gli acquirenti per i quali anzi, a prescindere da quale fosse il paese dove avveniva l'assemblaggio, il prezzo d'acquisto non diminuiva... anzi tutt'altro visto che a parità di prezzo diminuiva la qualità!
Dopo la figuraccia iniziale però i capoccioni della casa di Solms si ripresero più che bene, e avrei voluto vedere... avevano perso la faccia! tanto è vero che entrambe le versioni successive: ossia il Colorplan e il Supercolorplan P2 e dopo di essi anche la massima evoluzione di questo tipo di ottica, ossia il Colorplan e il Supercolorplan-PRO, tutti ovviamente prodotti in Portogallo, mostrarono sempre una qualità costruttiva di gran lunga superiore non solo rispetto al primo Colorplan/Portugal ma anche rispetto all'acclamato Colorplan/Germany che, se proprio vogliamo dirla tutta, anche in versione teutonica sembra un pochino fatto al risparmio eh! |
| inviato il 25 Aprile 2020 ore 9:31
Allora già che ci siamo, mi dite la vostra su queste 5 scattate col Kodak Ektapro 150/2,8 adattato su Sony A7?
Osservatele anche a piena risoluzione (24mpx).
Beh Mario francamente c'è poco da dire: a prescindere dal fatto che il 150/2,8 - al contrario del 180/3,5 - è un Ektapro Select quindi appartiene alla serie professionale degli obiettivi da proiezione Kodak, insomma voglio dire che esso nasce per essere proposto a un tipo di clientela un poco diversa, un tipo di clientela cioè più... non dico evoluta (rispetto a quella che si rivolgeva ai proiettori Ektalite) però certamente più esigente ecco... ma in ogni caso, prescindendo quindi dalla nascita e dalle aspettative (legittime sia chiaro) legate alla stessa, va anche detto che il 150/2.8 è un obiettivo che ha sempre goduto di buona letteratura
Buona letteratura che, e qui la cosa si palesa evidente, è più che ben confermata da queste immagine dove l'ottica brilla non solo per nitidezza ma anche per la piacevolezza dello sfocato! |
| inviato il 25 Aprile 2020 ore 9:46
A proposito: chiaramente non è un paragone probante, troppo diverse sia le condizioni che il tipo di ripresa, ma fra le immagine immortalate col 150/2,8 Kodak, e quelle invece riprese col 90/2,4 Rollei, c'è un abisso qualitativo di differenza... e meno male, è proprio il caso di dirlo , che, dato quanto sono diverse fra loro queste due serie di immagini, non si possa affatto paragonare la resa cromatica... |
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