| inviato il 26 Giugno 2017 ore 9:01
“ Mentre McCurry o HBC sai dove inquadrarli... „ Un ritratto fatto durante un reportage casualmente per strada, va in Ritratto, Reportage o Street? Non è così ovvio, specie con una "Opera aperta", come ha ben scritto sopra Silvano. Potrebbe guidare la scelta proprio il fatto che sia "aperta", per questo ipotizzavo una categoria "concettuale". Se giri un po' per il web, nei siti che la prevedono, ci sono proprio i tipi di foto proposte in questo thread. |
| inviato il 26 Giugno 2017 ore 10:16
Per capire il lavoro di un artista figurativo, il tipo di presentazione è importante: mostra, fotolibro, ecc. Le fotografie singole, spaiate, senza alcun contesto spesso non significano nulla. Una foto brutta e apparentemente insignificante, presentata correttamente (non dico spiegata per filo e per segno) può assumere un certo interesse. Questo vale anche per una delle nostre foto: vista sul monitor del PC vale quello che vale, stampata in grande formato, con una cornice adeguata ed appesa al posto giusto, magari insieme a qualche altra, assume tutta un'altra valenza. Questo è il grande limite di Internet per quel che riguarda la fruizione di immagini di un certo valore. Con questo non voglio ancora dire che le immagini dell'autrice in oggetto mi piacciono. Mi piacerebbe poter vedere una mostra o un bel libro. Forse potrei cambiare idea. Il lavoro di Labirint è uno stimolo ad andare a vedere in altro luogo gli artisti da lui presentati. Grazie! Ciao, Roberto |
| inviato il 26 Giugno 2017 ore 12:00
Non andate off topic lo ripeto |
| inviato il 26 Giugno 2017 ore 12:44
Silbre è assolutamente condivisibile quello che scrivi, tenendo toni bassi e senza provocazioni si può fare una normale discussione. Quindi il problema è di tematiche più che di estetica? |
| inviato il 26 Giugno 2017 ore 14:12
Si Labirint la tematica abbruttisce l'estetica, e mi pare facile facile. |
| inviato il 26 Giugno 2017 ore 14:47
Parlando di estetica, conosco personalmente Jacopo Benassi. Quando conobbi le sue foto, anni addietro, la prima cosa che pensai "oddio che schifo". D'altronde, abituato a McCurry, Bresson, Erwitt (i grandi classici), è normale rimanere basiti. Ci sono suoi nudi, foto di ciabatte, ambienti punk, tutto distinto dall'uso durissimo del flash. Diciamo che non è proprio un estetica "convenzionale" per chi come me, fotoamatore alle prime armi, osservava le foto. Intanto ero certo di una cosa: le sue foto, in un marasma di altre foto (belle o brutte), le individuavo al volo. Non è cosa da nulla. Poi, ho avuto il piacere di conoscerlo e discuterci, persona dalla cultura fotografica smisurata, e ho cominciato a comprendere il motivo di tante scelte stilistiche, che non sono fine a se stesse. Penso uno dei fotografi più "onesti" (nel senso di sincerità fotografica) che conosco, perchè quelle foto SONO lui. Ho imparato ad apprezzare molto la sua fotografia, questo grazie anche al mio "studiare" le fotografie altrue (sue e non, sopratutto quelle degli altri). Capisco che non conoscendolo può risultare difficile, ma potete trovare molte interviste per farvi un idea. Può piacere o meno, però vi assicuro che difficilmente si potrà dire che non è un grande fotografo. Ho scritto questo perchè credo calzi molto bene con il concetto di "estetica" che uno può avere in mente, non sapendo che vi sono più estetiche, se si può dire. |
| inviato il 26 Giugno 2017 ore 14:54
Hai ragione, mi sono spiegata male. Con tutte le riserve del caso, vista la mia scarsa conoscenza dell'autrice, percepisco attraverso le sue opere una sua visione pessimistica della vita che non condivido. Premetto non ho la testa nascosta sotto la sabbia. É facile vista l'epoca in cui viviamo, tu conosci qualcuno che ha lavorato sul bello inteso come gioia di vivere? La foto che hai postato mi piace ma la precepisce come una foto di reportage e ciò le da un'altra connotazione. |
| inviato il 26 Giugno 2017 ore 15:11
è un esempio, diciamo che sono 2 mezzi diversi di raccontare qualcosa, entrambi attraverso la staged, la foto di DiCorcia è un reportage in posa dal titolo hustlers dove scatta ai marchettari che sono arrivati sperando di fare gli attori e sono finiti a fare i prostituti. Annika fa un' astrazione maggiore (come nel caso dei denti d'oro), ma diciamo chem ostra comunque un certo lato del mondo |
| inviato il 26 Giugno 2017 ore 15:34
A proposito dei denti d'oro a me viene in mente un amico che dovendo fare una tesi universitaria ha fotografato gli ex voto. Per me si tratta di una ricerca che ha ben poco a che fare con la fotografia. Ora va bene evitare commenti fantozziani ma passare per arte fotografica qualcosa che è e probabilmente vuol essere solo la mera raffigurazione di un oggetto, beh suona strano... |
| inviato il 26 Giugno 2017 ore 15:37
è il fratello di Concetta. |
| inviato il 26 Giugno 2017 ore 15:44
 la fine del sogno americano con grazia e bellezza, diversa levatura |
| inviato il 26 Giugno 2017 ore 15:44
Io lo trovo molto buona come idea e è stata usata non solo in fotografia, faccio un esempio simile di un fotografo che conosco personalmente: www.marcobottelli.com/projects/pg/clashes01.htm Il contorno di questa serie è il seguente: “ La mattina del 2 luglio 2014 Mohammad Abu Khdeir, un giovane ragazzo palestinese del neighboorod arabo di Shu'afat, Gerusalemme Est, è stato ucciso da alcuni estremisti israeliani. L'omicidio di Mohammad è stata una risposta al rapimento e all'omicidio di tre ragazzi israeliani il 12 giugno in Cisgiordania. Dopo questo fatto, a Shu'afat si sono verificati scontri violenti tra palestinesi e forze di sicurezza israeliane. Gli omicidi hanno contribuito ad una rottura delle ostilità nel conflitto di Israele-Gaza del 2014. „ La storia degli scontri è fatta tramite biglie, un oggetto innoquo, un gioco per i bambini, ma che sono diventate armi e usate negli scontri, raccolte poi da Marco e fotografate per raccontare l'evento. Per me usare davvero la fotografia è proprio uscire dal solito schema e usarla per raccontare, infondo è questa la sua funzione |
| inviato il 27 Giugno 2017 ore 8:22
Sono foto criptiche che senza una contestualizzazione abbisognano di una spiegazione. Non sono lavori facili. Di primo acchito riportano all'infanzia. Esprimere un giudizio sulla bellezza della foto non riesco preferirei vederle da stampate. Non disdegno la sperimentazione se fatta con buon gusto. |
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