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e' sempre fotografia?


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avatarsenior
inviato il 03 Giugno 2020 ore 23:53

Mtdbo


sei completamente disattento ... questo link l'hai messo tu qui sopra.

www.co-mag.net/it/2008/fotografia-verita-niente/

avatarsenior
inviato il 03 Giugno 2020 ore 23:54

Io? No no, assolutamente, nego di averlo messo io.

Bella l'autoreferenzialità, ti consente di dire tutto e il suo contrario senza dover rendere conto a nessuno

avatarjunior
inviato il 04 Giugno 2020 ore 0:35

Ma concordo al 100% ovviamente... per convenzione le chiamiamo fotografie così come chiamiamo democrazia e centomila altre cose qualcosa che NON LO E' etimologicamente !!!


...ma l'etimologia è semplicemente la storia di un termine ossia la sua origine e le variazioni che ha subito ! Niente a che vedere con i dieci comandamenti o con la stele di Hammurabi Sorriso

P.S. Io vado a letto, voi continuate pure MrGreen

avatarsenior
inviato il 04 Giugno 2020 ore 0:45

MrGreen

avatarsenior
inviato il 04 Giugno 2020 ore 1:12

Le immagini stampate con pigmenti chiamate "Fotografie" sono il classico caso di Paretimologia (etimologia popolare) ... Quando cioè una parola viene reinterpretata per somiglianza/forma cambiandola dal significato originale. La Paretimologia si può definire una "Etimologia" sbagliata e/o falsa.

Un esempio: Repulisti ... dal verbo latino Repellere (Respingere) è stato interpretato erroneamente (Paretimologia) dal verbo italiano Pulire ... da qui il famoso detto "Fare un repulisti" ... che tutti comprendiamo come "Fare piazza pulita".

Come per le immagini inkjet, definite fotografie, repulisti è una interpretazione arbitraria ed errata dell'Etimologia originale del termine... ovviamente accettata dalla vulgata popolare.

Con buona pace di Hammurabi e delle tavole della legge. ;-) Io inizio a breve il turno di notte.


avatarsenior
inviato il 04 Giugno 2020 ore 6:43

ma insomma dopo tre anni e mezzo è stata trovata la soluzione al dilemma di Ettore?

avatarjunior
inviato il 04 Giugno 2020 ore 7:29

Come per le immagini inkjet, definite fotografie, repulisti è una interpretazione arbitraria ed errata dell'Etimologia originale del termine... ovviamente accettata dalla vulgata popolare.


Perdonami Schyter, ma finalmente si vede in trasparenza qualcosa: un gruppo di autonominati Sacerdoti del Santo Graal fotografico, difensori del Verbo Originario, il cui compito è "sorvegliare e punire" (la citazione di Foucault non è puramente casuale) le masse di eretici rozzi ed incolti che vogliono arbitrariamente appropriarsene. Non so agli altri, ma al sottoscritto fanno venire in mente il marchese del Grillo e la sua mitica affermazione: "Io so io e voi non siete un c@zzo!"

E pensare che i linguaggi restano vivi soltanto cambiando pelle, come i rettili, poiché ciò che li identifica è anche ciò che li trasforma. Poi ci son quelli che "Dopo i Macchiaioli non c'è pittura" e che davanti ad un blu di Klein ti dicono "Che son quadri questi? Mio cuggino li fa meglio!" Cool

Quanto all'etimologia popolare vedo una lettura scolastica e snobistica della stessa, peraltro contraddetta dalla linguistica contemporanea che non distingue tra "alto" e "basso", "colto" ed "incolto", assumendo ogni evento linguistico come fatto che accade, evidenza storica significante.

avatarsenior
inviato il 04 Giugno 2020 ore 7:40

Certo, e qua si parla di fotografia distinta in "Gelatin Silver Print" e "Pigmented inkjet print" et similia, non vedo proprio cosa ci sia di male.


"fotografia distinta in..."

Caspita, ma allora è pur sempre fotografia, solo divisa in differenti modalità tecnologiche per ottenerla!?!

user90373
avatar
inviato il 04 Giugno 2020 ore 7:50

@ Daniele Ferrari
Caspita, ma allora è pur sempre fotografia, solo divisa in differenti modalità tecnologiche per ottenerla!?!

Dalla stessa madre possono sortire figli diversi e sarebbe utile dare loro un nome e/o saper distinguerli in base ad aspetto, carattere ecc.
P.S.
Questo perchè, come ben sappiamo:
Ogni scarrafone è bello a mamma soja.

avatarsenior
inviato il 04 Giugno 2020 ore 8:08

Schyter, questo tuo intestardirti sull'etimologia rivela che non hai ancora compreso la vera differenza tra la fotografia e tutte le altre forme grafiche.
In un disegno, un dipinto, una xilografia ecc., qualunque "grafema" (per rubare un termine alla linguistica), ossia qualunque unità grafica elementare, nel nostro caso di un'immagine (il "segno originario"), è realizzata materialmente dalla mano dell'autore, ossia dalla mano dell'uomo; quella stessa mano poi potrà rifinire, modificare, togliere, aggiungere, persino stravolgere quel "segno originario" con la medesima tecnica o con altre a suo piacere, ma prima avrà dovuto realizzarlo (se ne è capace). Dalla tecnica in cui quel segno originario è stato ottenuto, prende il nome l'intera categoria; così si parlerà pur sempre di pittura a olio anche se le velature delle alte luci sono state ottenute ad acquerello dopo aver "sgrassato" (termine non correttissimo, ma efficace) la superficie oleosa con fiele di bue o aglio.
In fotografia, il "grafema" è realizzato dalla luce che attraversa l'obiettivo e colpisce l'elemento fotosensibile, NON direttamente dalla mano dell'uomo; l'uomo potrà, come sopra, rifinire, modificare, togliere, aggiungere, persino stravolgere quel "segno originario" con la medesima tecnica o con altre a suo piacere, ma non l'avrà realizzato materialmente.
Tolta questa distinzione fondamentale, tutte le altre sono pippe linguistiche che non spostano di una virgola il concetto di base.
Addirittura, a conferma che il succo del discorso è proprio questo, c'è il fatto che da quasi due secoli la fotografia deve sgomitare per essere accettata (oggi ci siamo... quasi) come forma d'arte, proprio perché non è la mano dell'autore ad aver materialmente creato il "segno originario" di quelle immagini (paradossalmente, forse è il modo con cui il pittore Pollock realizzava le sue tele ad aver sdoganato definitivamente il fatto che anche la fotografia possa essere considerata arte)

avatarsenior
inviato il 04 Giugno 2020 ore 8:17

Dalla stessa madre possono sortire figli diversi e sarebbe utile dare loro un nome e/o saper distinguerli in base ad aspetto, carattere ecc.

Ma su questo non credo ci sia discussione; penso che chiunque abbia sempre percepito la diversità "materica" e apprezzato le sottili differenze di resa che accompagnano la medesima foto stampata su carta fotografica Ilford anziché sulle pagine di un libro fotografico

avatarsenior
inviato il 04 Giugno 2020 ore 8:19

Eh no! La fotografia è disegnare? Bene, tutte le immagini in cui una mano non ha materialmente spennellato luce su una tela non sono fotografie. Lo
dice l'etimologia!!!
Quindi, pellicola? Non è fotografia. HCB? Non è un fotografo. Reflex a pellicola? Non è macchina fotografica. Stampa in camera oscura non è fotografia. Hasselblad: un cubo non fotografico.

Solo il lightpaiting fatto direttamente su carta fotosensibile è fotografia. Tutto il testo è pupù.

Chiamiamolo fotoesposto. Buon giorno. Le piace questa fotoesposta che ritrae Parigi? La mi scusi bella signorina la vorrei farle una fotoesposto.

Adesso contatto Pappalardo e ci si vede Sabato tutti in piazza al Quirinale. Intanto chiedo alle case editrici di riscrivere tutti i volumi eliminando foto-grafia dai loro testi

avatarsenior
inviato il 04 Giugno 2020 ore 8:23

Degas
""Perdonami Schyter, ma finalmente si vede in trasparenza qualcosa: un gruppo di autonominati Sacerdoti del Santo Graal fotografico, difensori del Verbo Originario, il cui compito è "sorvegliare e punire" (la citazione di Foucault non è puramente casuale) le masse di eretici rozzi ed incolti che vogliono arbitrariamente appropriarsene. Non so agli altri, ma al sottoscritto fanno venire in mente il marchese del Grillo e la sua mitica affermazione: "Io so io e voi non siete un c@zzo!"

Con simpatia, ma hai sbagliato proprio indirizzo ... Cool io uso solo l'analogico per motivi che nulla hanno a che vedere con la qualità, con la nostalgia passatista o quant'altro ... il motivo è banale e nn vi tedio spiegandovelo.

Io adoro le immagini digitali degli altri, mi piacciono davvero e quasi sempre trovo, è scontato, una netta superiorità della stampa dgt rispetto all'ingranditore; del resto la mia banale produzione è il più delle volte stampata con inkjet (laboratorio) da scansione casalinga. Qualche volta la presunzione ha il sopravvento, mi rinchiudo in CO (che bonariamente detesto) e stampo sotto ingranditore. Ergo, riconosco i tanti limiti dell'analogico, rispetto alle potenzialità ancora in progress del dgt.

Era semplicemente una disquisizione formale del termine "Fotografia" e della sua origine etimologica.
Francamente non capisco il motivo di questa levata di scudi come se si fosse toccato un nervo scoperto; per me il termine immagine ha la stessa importanza del termine fotografia. E' solo banalmente una questione di onestà intelletuale rispetto alla radice della parola Fotografia.

avatarjunior
inviato il 04 Giugno 2020 ore 8:46

...ma sulla radice nessuno ha niente da dire, è sul resto che stiamo discutendo. Direi comunque di tenere a mente quanto ha postato Daniele poiché spostando l'attenzione su di un diverso contesto sposta l'intera questione nominalistica e la stessa definizione di "fatto fotografico". Se non ci si fissa su un solo elemento focalizzandoci invece sull'insieme -o meglio ancora sul processo- si supera il problema semplicemente mostrando che il valore di quell'elemento è relativo e storicamente circostanziato. "Storicamente circostanziato" non vuol dire "vecchio" o "superato", ma semplicemente che il suo valore connotativo è diminuito nel tempo. Per quanto mi riguarda io sono per una compresenza di tecnoforme diverse e ritengo che il futuro della fotografia sia legato paritariamente a ciò "che è stato" e a ciò "che può essere".

Ah, Daniele, a proposito di Pollock direi che è necessario citare anche quel guastatore di Max Ernst; il primo a sperimentare tecniche pittoriche senza contatto diretto della mano o del pennello con la superficie.;-)

avatarsenior
inviato il 04 Giugno 2020 ore 13:18

E' strano che ancora oggi ci siano persone che si pongono domande,come se la qual cosa alimentasse il dubbio.
Il dubbio sarà presto dissipato e chiarito dall'informatore precettore del momento o in loco.
Ad essere molto sospettosi si potrebbe ipotizzare un ripetersi degli eventi o delle domande e delle risposte,delle spiegazioni di supporto che rimandano ad altre testimonianze,alla loro lettura o interpretazione.
L'ipotesi ardita è che la stampa sviluppate in camera oscura,non produca lo stesso effetto della fotografia caricata sul web visionata a monitor e non stampata.Si ipotizza inoltre che nel confronto diretto fra bianco e nero e bianco e nero con fotocamere digitale e software di conversione e stampante,visione e tatto possano rimandare ad altre sensazioni,andando piu' in là forse possibilità o significati,racchiusi nel modo di procedere,nell'intenzione,nel risultato indipendentemente(forse) dal mezzo.

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