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Fotografia percettiva o interpretativa?







avatarjunior
inviato il 28 Giugno 2016 ore 21:40

In queste discussioni non si dovrebbero mai cercare delle risposte ma piuttosto degli stimoli per una personale riflessione.


Confuso perché non l'ho capito prima!

user90077
avatar
inviato il 29 Giugno 2016 ore 11:37

Bah. E allora?

user20639
avatar
inviato il 29 Giugno 2016 ore 16:29

Allora....dopo tutti questi tecnicismi, e tutte queste consapevolezze sulla cultura fotografica, mettiamoci a fotografare.
Qualche volta stampate e appendete l'immagine, guardatela per molti giorni, finché non vi stancherete e la sostituirete con una nuova.
Dopo di che... Comprare un biglietto per l'Australia e imparare a suonare il Digiridù, senza innaffiarlo di saliva e sentire le vibrazioni che arrivano dal resto del firmamento.

user39791
avatar
inviato il 29 Giugno 2016 ore 16:44

Didgeridoo 10 hours...........Eeeek!!! Consiglio il pezzo tra 5:25:12 e 5:41:18MrGreen


avatarjunior
inviato il 30 Giugno 2016 ore 12:44

Francesco Merenda
E qui è secondo me l'errore. Il Social, proprio perchè espressione di totale possibilie varietà, potenzialmente è quel che meno di tutto può stabilire, di per se, un "deciframento".
Se poi intendi che il social è inevitabilmente in "larga parte" una certa cosa è facile concordare.
Ma così non è il social: così è il mondo.


Jeronim
@Francesco.merenda
Concordo pienamente;-)


Bene, visto che siete d'accordo contro quanto ho scritto qui:
Non "ogni forma di condivisione", la condivisione mediante social, per il semplice fatto che diventa messaggio connotato: il contesto social aggiunge quel "deciframento" che altrimenti non avrebbe, in quanto la fotografia origina come messaggio denotato, privo di qualsiasi codice.

consentitemi di difendere la mia posizione citando una fonte con cui concordo io, e che a quanto pare è drastica almeno quanto lo sono stato io.

La fotografia oggetto teorico e pratico sociale: pg. 50 [cit] "La scelta di pubblicare foto costituisce un vaglio di esposizione, dunque, prescindendo dall'utilizzo giocoso che dell'immagine è dato di fare, essa è una scelta di narrazione e ostentazione identitaria che accomuna ad alcuni e contrappone ad altri.
La presenza di fotografie sul profilo virtuale, al pari della loro assenza, descrive la scelta di "essere" di fronte ad uno sguardo voyeuristico (voyeur-euristico MrGreen ) presupposto. Questo essere risponde alla logica dell'identità anche quando si tratta di "essere altrimenti", di essere secondo le alternative (impegnata, innovativa, ecc.) previste da questa forma sociale.
L'enunciazione che ciascuna pubblicazione realizza, infatti, costituisce un intervento nell'ambito di un dispositivo linguistico programmato.".

In sintesi dice che la "fotografia interpretativa" non prevede l'ambiente social, perché in questo contesto non può essere tale, o meglio potrebbe esserlo prima ma diventa un'altra cosa nell'istante in cui va sul social. Questo avevo detto.

user20639
avatar
inviato il 30 Giugno 2016 ore 13:38

Secondo me, basta prendersi la briga di guardare qualsiasi immagine: forse non ne scopriremo la qualità del pensiero, ma la profondità inconscia di qualsiasi uomo, questo non è ancora possibile per una seria valutazione...
Anche l'arte, la sociologia o la scienza sono saperi ancora immaturi... Incapaci di penetrare e capire il mostro che è stato prodotto.
Comunque vale la pena di parlarne ed esserne un poco consapevoli.

avatarjunior
inviato il 30 Giugno 2016 ore 14:00

Qualsiasi atteggiamento che serva a riflettere sui rapporti di cambiamento tra uomo e mondo (reale o virtuale che sia) è utile e legittimo, anzi sarebbe proprio l'ora.
Per un'epistemologia su questo tema personalmente sono molto in sintonia con quanto leggo in Psiche e Techne di U. Galimberti, tra l'altro bellissimo libro alla portata di tutti.


user20639
avatar
inviato il 30 Giugno 2016 ore 14:56

Ne sono convinto, è proprio l'ora. È da tempo che si sta aspettando il salto di qualità, con il contributo di chi sa quale "ente". Potrebbe anche essere troppo tardi.
Quel salto di qualità che l'umanità ha la necessità di compiere, con grande portata e in grande numero: purtroppo è privilegio di un sparuto pugno di persone ogni generazione.

avatarjunior
inviato il 30 Giugno 2016 ore 17:44

Mah, fare un salto di qualità non è un privilegio, è questione di mettersi a lavorare. Certo una cultura di base, possibilmente di tipo umanistico aiuta molto (bellissima la conclusione della II parte del video che ho messo sopra, in riferimento all'MIT e alla scuola italiana).

avatarsenior
inviato il 30 Giugno 2016 ore 18:18

Caro Gerr.nat, apprezzo la citazione, ma comprendo che non ero stato in grado di spiegarmi, e considerandoti evidentemente persona di degna intelligenza e perspicacia, è evidente che non vi è errore di tua comprensione.
Il social è il lupo cattivo? Si.
Il social è IL lupo cattivo? E' rassicurante pensarlo ma non è così.
La conclusione della citazione che porti, anche se dicendo questo magari irrito qualcuno, si applica tranquillamente quasi ovunque. Anche e soprattutto nei "circoli buoni" tutt'altro che virtuali.
Solo che in questo caso, essendo il pensiero unico inevitabile, semplicemente "l'ambito di un dispositivo linguistico programmato." essendo in solitudine con se stesso non si riconosce.
Confondere il male di questo tempo con il social, sarebbe come confondere il pensiero di Pasolini sul potere e l'omologazione con la sua critica alla televisione, fenomeni connessi, il secondo sommo pontefice del primo, ma non per questo sovrapponibili.
Francamente, la critica tipica ai social mi pare, anche quando raffinata, la classica espressione di uno snobismo che storicamente ha sempre avuto bisogno di qualcosa di "basso", per affermare quell'alto da se stesso rappresentato.
Continuando per citazioni, sarebbe facile scomodare Baudelaire, che la critica definitiva la riserva alla fotografia tutta. Niente alto niente basso. Tutto, solo, grottesca parodia della vera arte, quella pittorica.
Non era forse fonte autorevole anch'egli?
E così ecco che Marra, nella "riflessione teorica dagli anni sessanta a oggi" fa (giuste) capriole per non dargli dell'× (e come si potrebbe, a Baudelaire) approdando comunque all'inevitabile conclusione che quel punto di vista è (oggi) definitivamente da rottamare.
Baudelaire diceva quindi che la fotografia è arte mancata, se non negazione dell'arte, le avanguardie di inizio secolo dicevano che i loro predecessori erano scimmiottatori della peggio pittura, Cartie-Bresson rispondeva poi a loro che non erano più vicini al vero di quelli prima, "col loro flou". Adesso la polemica (mi ripeto, nel complesso ampiamente condivisibile) è sulla forma social.
Benissimo: mi arrendo anche io a ogni vate vecchio e nuovo. Ma qualche dubbio leggero me lo tengo ;-)

Buona serata
F

user46920
avatar
inviato il 30 Giugno 2016 ore 21:54

Baudelaire ... quell'ubriacone che criticava sempre ... MrGreen

avatarsenior
inviato il 30 Giugno 2016 ore 23:07

Cigno.... ma non sei tu quello che critica sempre?!? Cool

user46920
avatar
inviato il 30 Giugno 2016 ore 23:42

Si, anche ... ma non sono mica ubriacone !!! MrGreen


... e poi le tue vengono meglio ;-)
Francamente, la critica tipica ai social mi pare, anche quando raffinata, la classica espressione di uno snobismo che storicamente ha sempre avuto bisogno di qualcosa di "basso", per affermare quell'alto da se stesso rappresentato.

user12181
avatar
inviato il 01 Luglio 2016 ore 6:34

Ieri ho scoperto un grande fotografo: Konrad Lauber.

avatarsenior
inviato il 01 Luglio 2016 ore 10:12

@Gerr.nat
In sintesi dice che la "fotografia interpretativa" non prevede l'ambiente social, perché in questo contesto non può essere tale, o meglio potrebbe esserlo prima ma diventa un'altra cosa nell'istante in cui va sul social. Questo avevo detto.


E questo l'avevamo capito. Ma anche fosse (qualche dubbio lo conservo anch'io), continuo a considerare l'argomento OT.
A meno che, ma non mi pare, tu non voglia mettere l'accento sull'inopportunità di aprire certe discussioni su uno spazio che è anche social. Fosse questo il caso, potevi dirlo chiaramente o evitare di entrare in discussione.
Come ti ho già detto, ciò non toglie che, vista la tua grande preparazione in materia, aspetto con interesse sincero le discussioni che aprirai su questi argomenti che ti stanno tanto a cuore.

@Murmunto
Non sei l'unico purtroppo, ma qui la voglia di andare OT è proprio irresistibile vero?

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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