| inviato il 08 Giugno 2025 ore 15:56
Ok, allora non intervenire dappertutto appena puoi dare la tua ennesima affermazione che il mondo è addormentato, non studia, la cultura la mette sotto i piedi e chi posta su Juza fotografa senza pensare, senza esplorare. Dai tregua! Se uno è ossessivamente ripetitivo e monocorde non sarà patologico ma fa un po' pensare. Pensaci.Speriamo che sia l'ultima volta che tu associ qualcosa di patologico ( l'hai scritto tu) come l'obesità a certi atteggiamenti umani e, di riflesso, presenti sul sito, in fotografia. Buona continuazione |
| inviato il 08 Giugno 2025 ore 16:01
La metafora, in mancanza dei disegnini, mi pare più che adatta, non credo di recare offesa ad alcuno. Poi, come sempre, ognuno deve fare i conti con se stesso e la propria coscienza. |
| inviato il 08 Giugno 2025 ore 16:19
Sinceramente non ravvedo in Rombro alcunché di offensivo. Lo trovo piuttosto sarcastico o critico, ma di sicuro non fuori da analisi circostanziate. Piuttosto,il costo sociale dell'obesità, è fuori controllo, come chi vorrebbe sostenerne l'apologia. Ma venendo al dettaglio di Juza, mettere sullo stesso piano uno che si sbatte a fare qualcosa di originale con il passatempo di altri, e anche dichiarato, direi che poi porta a confronti di intenti. |
| inviato il 08 Giugno 2025 ore 16:30
Juan, non metterla così: diciamo che si mette a confronto il lavoro di uno che tenta (ovviamente tenta) di fare qualcosa di originale(e può essere un'ottima cosa, non può essere negato) magari nella fotografia concettuale non con qualcuno che si diletta ad acchiappare farfalle, o a giocare a fare foto inutili ( tu parli di passatempo, parola orribile)ma con tanti che sono molto bravi, magari professionisti e semiprofessionisti o anche dilettanti ma bravi e seri che (come dici tu) si "sbattono" nel paesaggismo, nel ritratto, nella street, etc. Ecco, per rispondere a te, credo che sicuramente la "competizione" in questo caso è lecita e non so da che parte ci possa essere merito. In ogni caso, sono ambiti diversi e nessuno può dire cosa possa avere maggiore importanza; solo manifestare preferenze personali. Non ti pare? Io di bravi ne vedo. Poi è chiaro che ci sono anche quelli c he vanno in bicicletta per guardare il paesaggio. Inutile sparare a zero su quelli. Sarcastico non è un bel termine. Riguardo alle analisi circostanziate, dove le vedi? Io vedo asserzioni, Ma non voglio continuare, dai. |
| inviato il 08 Giugno 2025 ore 16:52
Appunto: ridurre sempre tutto a gusti e preferenze vuol dire fare negazionismo. La formula "è tutto soggettivo" sfocia nel relativismo più becero, si annulla qualsiasi forma di critica con la scusa che "c'è quello che punta a fare cose originali e c'è quello che si diverte a fare foto per passatempo". Non si tratta di bravura nello sfruttamento del mezzo. Non si tratta di essere in competizione. Si tratta di chiedersi perché la cultura di massa ci condiziona a tal punto che se la mettiamo in discussione scattiamo sulla difensiva per paura di destabilizzare il nostro sonno quotidiano. La merda la desideriamo proprio. Non è che la mangiamo "nostro malgrado". |
| inviato il 08 Giugno 2025 ore 17:15
Anche io ne vedo, e abbastanza, ma di Rombri? Quanti ne vedi? |
| inviato il 08 Giugno 2025 ore 17:20
Non è tutto relativo. Trovo solo più interessanti, stimolanti, riflessive e ben fatte certe foto e non quello che piace a te. Trovo certi tentativi di originalità a buon mercato, patetici e esattamente uguali ai tramonti sul mare: non vedo nessuna differenza. Non so come farlo capire! Trovo che fare certe asserzioni sia pericoloso perchè si ritorce su chi le fa che non può sostenere col suo lavoro quanto dice. Il che capita, purtroppo, spesso. Io non so Juan Luca che foto faccia e non andrò a vederle per gentilezza, ma non sono sicuro di trovare l'originalità invocata ( ti prego di credere mi farebbe piacere). Insieme a questo non posso demonizzare chi si vuole divertire. Per me tra una tua foto e un paesaggio fatto bene trovo lo stesso impegno. E l'originalità a tutti i costi e mal fatta la trovo troppo spesso patetica. Che devo fare? Questo è il mio pensiero Dai, non farmi essere maleducato, mi secca davvero esserlo. Senza essere sulla difensiva , ma non mi convincono certi tentativi: sforzati di più anche a capire me |
| inviato il 08 Giugno 2025 ore 21:48
Senza andare tanto lontani e scomodare nomi di maestri della fotografia, ecco un fotografo che si considera un mestierante, ha fatto di tutto in fotografia per portare a casa la pagnotta, ma mai che andasse oltre le sue convinzioni e consapevolezze, restando sempre fedele allla sua personalità. Nel periodo del covid si è inventato un progetto: "#Home TOhome" In un momento di costrizione la creatività ha ritrovato una strada per comunicare e poter fotografare persone non raggiungibili nel periodo in cui si doveva stare in casa obbligati da una situazione di costrizione mondiale. Uno come tanti che hanno una partita Iva, sudano per portare a casa la pagnotta pur restando coerenti con la propria persona e che poi iniziano progetti personali che si inseriscono nella vita quotidiana e nella comprensione del sociale come risorsa culturale senza tante parole, ma con tanti fatti e tante foto che raccontano la vita reale odierna. Raoul Iacometti |
| inviato il 09 Giugno 2025 ore 0:22
non ho letto i papiri delle pagine precedenti, però ringrazio per la segnalazione di Raoul Iacometti.....un' idea curiosa. |
| inviato il 09 Giugno 2025 ore 0:44
“ Postate fotografi, e riprendiamoci ragazzi dai... „ non ricordo se ne avevamo già parlato, ma volevo segnalare un fotografo che fa ricerca fotografica in relazione con il paesaggio (non ama essere definito fotografo di paesaggio o paesaggista): Matteo Di Giovanni Con i suoi scatti ha deciso di dedicarsi alla narrazione intima dell'uomo nel mondo, legata soprattutto ai temi della memoria, dell'identità e dei limiti, con una particolare attenzione alla fotografia paesaggistica che esplora la tensione tra natura e civiltà. Dopo un incidente la sua visione e rapporto con i luoghi è cambiata influenzandone i lavori e la ricerca; ha intrapreso un viaggio verso Capo Nord da cui è nato I wish the world was even (2019), il secondo capito del suo progetto si chiama Blue Bar (2020), e racconta la la zona del delta del Po, e un terzo a chiudere la trilogia, I had to shed my skin (2022). www.matteodigiovanni.com www.instagram.com/matteodigiovanni/ studiofahrenheit.it/gallerie/matteo-di-giovanni/





 c'è una bella intervista di Eugenio Tonoli di Micamera suddivisa in 5 parti, ecco la prima: www.micamera.com/le-cicatrici-del-tempo-intervista-a-matteo-di-giovann |
| inviato il 09 Giugno 2025 ore 1:53
Nove sempre in forma, fa piacere. Prima di andarmi a vedere i video del link che ha messo Matteo, mi premeva dire una cosa. Non che il lavoro fotografico di Rombro abbia bisogno di essere difeso però, certi giudizi mi sembrano a livello intellettuale, poco onesti. Mettersi in gioco come fa lui, mostrarsi al mondo e specchiarsi nei suoi turbamenti, rischiando di fallire e di essere canzonato non è certo accomodarsi nella confort zone in attesa di like e non è una questione di originalità, tecnica fotografica o rumore digitale, quanto di ricerca interiore, di approccio pensante, critico e autocritico, probabilmente sofferto e che ai più farebbe tremare le gambe. Nelle sue foto a volte sfiora l'auto-sarcasmo e lo fa senza sembrare un cane bastonato in attesa di coccole. Raro. |
| inviato il 09 Giugno 2025 ore 2:52
Obi, ti ringrazio di aver rimesso un attimo le cose in ordine, anche se l'oggetto della discussione non era nemmeno il mio lavoro fotografico e non vorrei mai che si pensasse che io sia in cerca di sostenitori o difensori. Quello che mi scazza è che ci si batte il capo da una vita con le questioni "scomode" per poi sentirsi trattare come uno che viene a menarcela su un forum perché ha letto qualche libro e ha dei deliri di onnipotenza irrisolti. Tra l'altro da parte di persone che non hanno palesemente mai avuto interesse di approfondire e vivere individualmente ciò di cui si cerca invano di discutere. Nemmeno ad avere la decenza di rimanere in silenzio sapendo che si è dedicata la propria vita a tutt'altro (e che nessuno si è permesso di giudicare). Il punto di vista diverso non mi crea problemi. Ma il negazionismo fatto passare per apertura mentale sì. Ragion per cui ad una certa diventa necessario tagliare i ponti. E qui mi tocca dover dare ragione a Matteo riguardo al blocco, pur essendo sostanzialmente sempre stato (io) a sfavore. Anyway...continuate a contribuire con le proposte...ci mancherebbe che il thread vada a meretrici per una discussione insensata. |
| inviato il 09 Giugno 2025 ore 8:15
@Rombro Aliens or alienation? Rombro Aliens or alienation? Alla fine non è questione di uno o dell'altro il problema sta nel giudizio. Sta nel considerare o uno o l'altro il diverso ed etichettarlo come non adatto. Ma la domanda è siamo disposti a conoscere l'Alieno senza essere Alienati? MA più il giudizio piove dall'alto e più tende ad Alienare. Non ho messo a caso Iacometti e il suo lavoro nel periodo del Covid, una prova di Alienazione a livello mondiale. Però solo a pensarci viene l'orticaria e quindi meglio semplificare e non considerare, eliminare e non comprendere per superare quello che ci tiene fermi alla sicurezza del: l'ho visto e quindi è reale, oppure se lo ha detto un illustre allora è così e mi allineo al suo pensiero, ecco da qui nasce l'Alieno che poi si sente l'eletto e vuole conquistare il mondo con la sua verità che altro non è che l'essersi allineato al pensiero altrui ed essere incapace di alimentare una visione personale. Proprio come l'obeso che mangia senza sapere quello che mangia e poi si ritrova ad essere il problema, e tutti a bastonare il risultato del problema senza far nulla per eliminare chi il problema lo ha creato e l'alimenta sfruttando l'incapacità di produrre un parere proprio ovvero l'Alienato che si erge a paladino e alla fine va contro i mulini a vento cercando un nemico dove nemici non ci sono. |
| inviato il 09 Giugno 2025 ore 9:00
Di Matteo Di Giovanni ho il primo libro che ha pubblicato "vorrei che il mondo fosse piatto". www.micamera.com/prodotto/i-wish-the-world-was-even-matteo-di-giovanni Mentre ero da Micamera lo ho visto e sfogliato, senza porre troppa attenzione a chi fosse l'autore e dove avesse scattato le foto. Prendo il libro e vado alla cassa a pagare e, mentre sono lì, azzardo con il titolare "mi piace questa serie di scatti fatti in America" lui mi spiega che in verità sono presi in paesi scandinavi che però in effetti l'approccio è un po' simile per certi versi a certa fotografia americana anche se lautore è un fotografo italiano, ex reporter in zone di guerra che, a causa di un grave incidente, a dovuto cambiare completamentela propria vita, anche quella fotografica. Com'è come non è compro il libro e in quel momento entra il fotografo stesso e allora il titolare di Micamera mi ha fatto firmare la copia acquistata. Fine del "nanetto". |
| inviato il 09 Giugno 2025 ore 9:06
Raul lo conosco di persona è una persona molto gentile e ha una produzione fotografica incredibile anche a livello quantitativo. Un amico aveva organizzato una sua mostra con i suo scatti fatti con il cellulare e ne nacque anche un corso. E' molto interessante sentirlo parlare di fotografia, è molto preparato. Il fatto è che non puoi dire che la sua opinione e la sua visione vale con quella di pinco pallo sul forum qui che fa 2 fotine fatte male Ma direi di tornare allo scopo del topic perchè siamo OT e nel caso sarebbe giusto aprire un topic apposito. Posto un'autrice per me molto brava e che merita di essere conosciuta anche per il lavoro che fa sulla "mi soginia" Laia Abril www.laiaabril.com/ Tratta temi forti come il trauma, l'aborto, il disturbo alimentare, io ho conosciuto il suo lavoro per caso, ma i progetti che convogliano in A History of Misogyny oltre che importanti li trovo potenti. Vi consiglio di apporfondirla |
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