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Club dei fotografi 13


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avatarsenior
inviato il 22 Gennaio 2025 ore 2:11

Ivo vedo che non hai capito :

Proviamo a spiegarci meglio : se nessuno segue le tue direttive di postare delle foto e confrontarle è perche' non ha senso.
Ora hanno provato a spiegartelo 3 persone diverse, ci provo anche io facendoti un esempio : è come confrontare mapplethorpe e Avedon che a parte l'omosessualità' non avevano altro in comune.
Per cui questo confronto non ha senso.

Se vuoi fare l'offeso perche' tutti la pensano in modo diverso dal tuo e pensi che ci sia un clan fai pure.
Se invece vuoi fare della polemica questo, come ad altri, non sara' permesso.
Perche' non stai proponendo nulla di nuovo, ma stai facendo solo una sterile e inutile diatriba.

Un saluto.


avatarsenior
inviato il 22 Gennaio 2025 ore 3:21

@Lastprince
non me la sono presa,
il fatto è che non era il confronto lo scopo, ma il capire le diversità e la loro diversità nel comunicare tramite la fotografia. Come può essere possibile che uno stesso artista nella sua vita possa comunicare in modi diversi e come la sua vita e le possibilità che gli sono capitate possano aver influito nel cambiamento della sua comunicazione e in alcuni casi anche nel tipo di fotografia stessa.

Questa è l'incomprensione: non il confronto, ma la diversità era la questione.

" molto spesso quando pubblichiamo un post in questa sezione cerchiamo di destare curiosita'"
Questo non è il mio caso quindi non è che posso partecipare e capisco che se "siamo quattro gatti" posso creare disturbo.

Il video di Guido Guidi è molto interessante.

Poi se hai proposto delle tue foto ad Hamilton hai solo sbagliato a non proporle a sua moglie
E in questo che ho detto c'è una verità che se vuoi possiamo anche discuterne in privato.



avatarsenior
inviato il 22 Gennaio 2025 ore 7:45

Prometto che è l'ultimo post.
negli anni in questione i temi predominanti erano il dinamismo della vita urbana, i simboli di progresso o i momenti di comunità e appartenenza.
Margaret Bourke-White lavorava come professionista, ha iniziato giovane e tutta la sua carriera fotografica è indubbiamente influenzata dai fini commerciali/editoriali dei suoi scatti.
Anche i soggetti erano scelti perchè c'era interesse, vedi appunto l'empire state building.
La Maier era fuori dalle dinamiche commerciali, non vendeva le foto, non aveva richieste, da professionista la selezione sarebbe stata guidata da direttori artistici o editori, con una preferenza per foto che si adattassero alle esigenze editoriali.
Possiamo dire che la Maier era un po' anacronistica anticipando i tempi visto che la solitudine urbana o l'umanità nei margini della società sono più valorizzati oggi rispetto agli anni '50-'60?
Un po' si, ma ricordiamo che la selezione di quello che vediavo è fatta da John Maloof e da altri curatori con un'ottica contemporanea, quindi magari un po' si e magari un po' no.
Erano donne diverse che condividono solo il temopo, come scritto sono rette parallele.
Perrchè non ho preso in esame singole foto? perchè come detto sono poco confrontabili ci sarebbe solo da dire fanno cose diverse.
Quando ho proposto di portare la discussione su un confronto per esempio con Helen Levitt è perchè condividono alcune caratteristiche, entrambe lavoravano in modo autonomo, seguendo il proprio pensiero piuttosto che le tendenze del momento o le aspettative di un mercato, per entrambe la fotografia era una forma di espressione personale più che un mezzo per guadagnarsi da vivere o ottenere riconoscimento
Però la Levitt era ben integrata nella comunità artistica di New York, collaborando con figure come Walker Evans e James Agee. Era riconosciuta come fotografa durante la sua vita, con mostre e pubblicazioni nei maggiori musei e gallerie
Questo credo possa essere un confronto interessante perchè partendo da soggetti spesso simili entrambe fuori da dinamiche commerciali possiamo vedere il risultato del lavoro di un'autrice che ha pubblicato nel suo tempo e di un'altra la cui selezione è stata successiva.
Con margaret bourke white non hanno invece punti comuni che possa permettere un ragionamento.
La famiglia di provenienza più o meno agiata può influenzare le scelte e il linguaggio? senza dubbio, ma le differenze tra le 2 è talmente marcata anche come finalità che per come la vedo io non sono molto confrontabili
Il mio quindi non voleva essere una risposta polemica o ignorare il tuo input ma proprio un'incapacità a rispondere alla tua domanda per come l'ho capita.
O forse il confronto voleva essere legato al fatto che Margaret Bourke-White era una donna coraggiosa che lavorava in un mondo di uomini, mentre la Maier era riservata con una professione prettamente femminile e questa differenza caratteriale ha influito su scelte e tipologia di rappresentazione della società.
Ma anche qui mi trovo sempre frenato dal fatto che il lavoro della Maier è filtrato da scelte a posteriori

avatarsenior
inviato il 22 Gennaio 2025 ore 8:04

ho provato a cercare ma non ho trovato particolari autoritratti di Margaret Bourke-White per confrontare la differenza di visione con la Maier

avatarsupporter
inviato il 22 Gennaio 2025 ore 8:15

Azzardo, da puro e semplicistico, banale osservatore: Bourke-White fotografava tutto e tutti, da reporter ed inviata , così come veniva spesso ritratta; Meier ,fotografando soprattutto se stessa e qualcosa dell' ambiente circostante, era la versione anonima ed in seguito famosa di noi dilettanti appassionati ( sovente molto presi dal nostro ombelico ).

avatarsenior
inviato il 22 Gennaio 2025 ore 10:33

@Andrea Biagiolini
Azzardo, da puro e semplicistico, banale osservatore: Bourke-White fotografava tutto e tutti, da reporter ed inviata , così come veniva spesso ritratta; Meier ,fotografando soprattutto se stessa e qualcosa dell' ambiente circostante, era la versione anonima ed in seguito famosa di noi dilettanti appassionati ( sovente molto presi dal nostro ombelico ).

Finalmente qualcuno che riesce ad estraniarsi dalla solita visione e riesce a vedere oltre mentre scava dentro se stesso.

@MatteoGroppi
se sei rimasto al ritratto allora sei l'unico che crede che la foto della Margaret Bourke-White lo possa essere e lo si deve specificare, basta guardare la foto e sapere la data in cui è stata scattata per capire che non lo può essere. Così continui a guardare la foto e non osservi nulla perchè sei fermo all'esteriore. Andrea ha un bello spirito di osservazione e ci ha visto una cosa pertinente persino col Forum su cui stiamo scrivendo.
Ora che hai scoperto che non hai trovato un autoritratto della MB-W e ti sei fatto una domanda sulla loro condizione e stile di vita inizi a scrivere forse che è positivo accetta il fatto del dubbio. Ma continui nel confronto prova a vederle come "due rette parallele" tre parole magiche.
"mi trovo sempre frenato dal fatto che il lavoro della Maier è filtrato da scelte a posteriori" mentre la MB-W i filtri li mette alla nascita non fotografa se stessa ma usa il suo personaggio che crea ad ogni suo passo, quindi filtra se stessa. Per capire questo basta aver osservato un suo qualsiasi libro fotografico. Il fatto poi guardando si può vedere che una si filtra da sola e l'altra viene filtrata dopo la sua morte dice solo che entrambe sono filtrate, ma se si osserva si può intuire che una sta creando il suo personaggio e l'altra pur facendosi autoritratti è la versione anonima.

PS: Non è mai stata mia intenzione creare polemica, sono contento che una persona abbia saputo osservare e trovare delle differenze e solo osservando due foto da un punto di vista diverso da quello che siamo abituati ad usare. Il personaggio e la versione anonima, il professionista e l'amatore o dilettante, sembrano cose di poca importanza o magari nemmeno le si nota se se si guarda invece di osservare.


avatarsenior
inviato il 22 Gennaio 2025 ore 14:16

Mi intrometto per segnalare Maurizio Maggiani, di cui oggi ho comprato un libro fotografico come ho anche scritto nella sezione Libri Fotografici 2.
Non conoscevo ed ancora conosco poco Maggiani sia come fotografo sia come giornalista sia come scrittore.
Ho sfogliato il libro di due fotografie e ne sono stato attratto.
Sono foto che vanno dagli anni 70 a l'altro ieri, l'alluvione in Emilia.
Sicuramente non ci troviamo di fronte a nulla di innovativo ma, a mio modo di vedere, conferma che non è necessario che un autore sia innovativo affinché sia interessante ed apprezzabile.
Una delle cose che mi hanno colpito è l'eclettismo fotografico di Maggiani. Troviamo foto di reportage, più che altro gli esordi, poi ritratti, poi foto di paesaggio, poi foto quasi informali; troviamo foto a pellicola e foto in digitale (e qui nulla di strano): troviamo foto in B/N e foto a colori; troviamo foto in formato 35mm , foto in 6*6, foto panoramiche orizzontali e, cosa più rara, foto panoramiche verticali.
Uno dice: un'accozzaglia?
Invece a me sono piaciute tutte.

avatarsenior
inviato il 22 Gennaio 2025 ore 19:16

Seguo sempre con grande interesse, anche se intervengo poco…
Ho appena dato un'occhio a questo, e mi è parso interessante: www.lensculture.com/articles/gleeson-paulino-batismo

EDIT: come anche questo…: www.lensculture.com/articles/tania-franco-klein-positive-disintegratio

avatarsenior
inviato il 22 Gennaio 2025 ore 19:29

Lens culture da sempre delle eccezionali visioni di nuovi fotografi.

Ottimo il primo, mentre su Tania Franco Klein devo tirati le orecchie : la abbiamo e la hai gia citata piu' volte Sorriso

Ma... repetita iuvant ;-)

PS: dei tanti libri che ho acquistato lo scorso anno quello della Tania Frano Klein è il migliore per eleganza, uso dei materiali, impaginazione.
Ve lo consiglio

www.micamera.com/prodotto/tania-franco-klein-positive-disintegration-i

avatarsenior
inviato il 22 Gennaio 2025 ore 22:32

“mentre su Tania Franco Klein devo tirati le orecchie”
E niente l'età avanza….MrGreen

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 9:23

Volevo riprendere un'attimo il discorso sulla foto di Hamilton per la ferrari,la foto l'ufficiale è leggermente diversa, ma poco importa.
Chiaccherando con un amico fotografo e appassionato di motori mi ha fatto notare che Silvia Hoffer ha studiato la cosa molto più nel dettaglio

Hamilton vestito in stile Enzo Ferrari davanti proprio alla sua casa con un abito Italiano (Ferragamo) e le scarpe di Louboutin con suola rosso Ferrari e un'orecchietta nera sul tacco. La F40 è l'ultima vettura vista dal Commendatore con il 40 che riprendono gli anni di Hamilton. Le finestre aperte sono 7 come i titoli mondiali vinti da Lewis e il portone chiuso come buon auspicio per sperare per suo 8 mondiale ed infine la bandiera gialla (color Modena) colore originale Ferrari con il cavallino


Lo riporto perchè a volte scorriamo riviste e notizie velocemente, ma spesso dietro certi scatti ci sono ragionamenti complessi e uno studio del dettaglio decisamente alto.

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 9:41

Chiaccherando con un amico fotografo e appassionato di motori mi ha fatto notare che Silvia Hoffer ha studiato la cosa molto più nel dettaglio

“ Hamilton vestito in stile Enzo Ferrari davanti proprio alla sua casa con un abito Italiano (Ferragamo) e le scarpe di Louboutin con suola rosso Ferrari e un'orecchietta nera sul tacco. La F40 è l'ultima vettura vista dal Commendatore con il 40 che riprendono gli anni di Hamilton. Le finestre aperte sono 7 come i titoli mondiali vinti da Lewis e il portone chiuso come buon auspicio per sperare per suo 8 mondiale ed infine la bandiera gialla (color Modena) colore originale Ferrari con il cavallino ?


Interessante questa cosa però, secondo me, è una foto che trasmette molto poco. A primo impatto non mi sembra nemmeno la foto di un pilota di F1...sembra quasi la foto di un industriale che si è appena comprato una Ferrari F40. Secondo me se ci fosse stata una monoposto (o anche una monoposto) all'interno della foto avrebbe reso più l'idea.

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 9:47

Inizialmente non ha colpito molto nemmeno a me ma vari amici non concordano e trovano che il misto di semplicità e stile italiano con l'accostamento della leggenda Enzo Ferrari alla leggenda Hamilton crea una foto comunicativamente potente


avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 9:57

Mi piace però la scelta di una giornata uggiosa per scattare la foto, a richiamare il tipico mood inglese.

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 10:25

Leggendo la spiegazione c'è un'idea appunto alla base dello scatto, come viene descritto. Il discorso è che purtroppo ci si sofferma più sul fattore estetico che su quello del lavoro fotografico in sé. A me ad esempio ha più ricordato certe foto di dischi di rappers americani, spesso fotografati di fianco anche a delle Ferrari. Per quanto riguarda il mood, direi che inglese è quello che si coglie, in onor del paese di Hamilton, ma la tenuta in questione, dall'architettura e dalle finestre con gli scuri, è tipica italiana, spesso se ne trovano molte così nelle campagne emiliane. Ecco direi che per il mio modesto parere chi ha fotografato, ha giocato molto sul binomio Italia-Gran Bretagna, la fusione di un' auto di costruzione italiana, col suo nuovo pilota inglese, rappresentato il tutto da una tenuta di campagna italiana e anche la giornata uggiosa in stile british.



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