| inviato il 15 Ottobre 2021 ore 15:14
“ Con l'analogico si possono ottenere opere che difficilmente sono ottenibili con il digitale. „ Meglio dire, al posto di "difficilmente" ... IMPOSSIBILE da ottenere con il dgt (qualsiasi scatto e/o qualsiasi PP), proprio perchè due tecnologie diverse ! ovviamente vale anche per il contrario. |
| inviato il 15 Ottobre 2021 ore 15:17
Dal punto di vista puramente comunicativo che una fotografia sia di origine chimica, o digitale, cambia assolutamente NULLA. Se una fotografia comunica qualcosa è perché l'autore ha saputo veicolare con essa il suo messaggio... non certo perché quel messaggio l'ha scritto una pellicola o un sensore |
| inviato il 15 Ottobre 2021 ore 15:21
Ecco, il digitale viene considerato, spesso, come più rapido è più “comodo”. Quando sostengo che con il MF (o FF+, chiamatelo come vi pare) riesco ad ottenere stampe (40x50) paragonabili al grande formato a pellicola, non intendo, uguali, ma paragonabili per piacevolezza della visione (sfumature, gradazione dei grigi, tridimensionalità), il tutto, ovviamente, per il mio modesto metro. Osservare una stampa ben fatta, da pellicola o digitale, per me, è sempre un gran piacere. Sono diverse, ma … anche un Monet è diverso da un Caravaggio, forse qualch' uno si accapiglia per la superiorità di uno dei due? Proprio perché mi piace stampare e godere delle stampe, io alla pellicola, no, non ci voglio ritornare!!! Non ci posso pensare…. con la stufetta scaldare la CO, scaldare e mantenere calde le soluzioni di sviluppo, arresto e fissaggio, mettere le mani nelle soluzioni (se poi non le lavi e tocchi l' emulsione, sono guai) lavare a lungo con acqua alla temperatura giusta, la lotta con il calcare e la povere, filtrare l' acqua di lavaggio (le particelle in sospensione si attaccano all' emulsione….per sempre), l' attenzione per non rovinare i negativi, i filtri di vetro colorati per la ripresa (Agfa Pan 25, filtro rosso…esposizioni nel dominio della non reciprocità), la stanzetta dedicata (ottenuta e mantenuta…con ferocia), la spuntinatura con il pennellino ….e potrei continuare a lungo! Ricordo con nostalgia tutto questo, ma non lo rimpiango. Il digitale trattato in maniera “cristiana”, sulla stampa è, per me, altrettanto appagante. Non è più semplice, non è più rapido, forse è anche più difficile e complicato (almeno per me) da un punto intellettivo, ma infinitamente più pratico (si passa da una strada non più percorribile ad una autostrada), il tutto senza rinunciare a qualità e piacevolezza (come Caravaggio e/o Monet). Ripeto, parlo sempre di stampa (no monitor o similia, nessuno usava l'ingranditore per vedere le foto) che, per sua natura, “riporta” tutto nel dominio analogico anche se fatta con ink-jet, purché fatta “come si deve”. Come già detto, gli imperterriti analogisti hanno tutta la mia stima ed il mio apprezzamento, ma io non appartengo più alla loro squadra, ne la rimpiango. Non so quanti altri siano nella mia …. condizione! Un saluto a tutti con affetto! Ultima nota, siete andati a vedere una delle ultime mostre di Salgado, chi è in grado di distinguere le foto fatte a pellicola da quelle digitali, io no! E non me ne fr…ga niente!! |
| inviato il 15 Ottobre 2021 ore 15:25
Generalmente la tecnica usata influisce nelle comunicazione di un opera. Non può essere diversamente. Naturalmente molti autori scelgono il tipo di tecnica/tecnologia che possa avere le caratteristiche per quello che vogliono esprimere. Tralasciando le possibilità che le due tecniche fotografiche, analogica e digitale, offrono, di alcune possibilità di quelle analogiche ho accennato prima. Se non si usano particolari tecniche nel digitale o nell'analogico con la frase di PaoloMix "Dal punto di vista puramente comunicativo che una fotografia sia di origine chimica, o digitale, cambia assolutamente NULLA." si conferma che "l'effetto analogico" è quindi una caratteristica fine a se stessa e non ha valore aggiunto comunicativo @Luciano “ Ultima nota, siete andati a vedere l' ultima mostra di Salgado, chi è in grado di distinguere le foto fatte a pellicola da quelle digitali, io no! „ Ho visto più volte le mostre di Salgado, digitale e analogiche affiancate, entrambi stampe enormi e fantastiche. I suoi tecnici lavorano in modo da non far evidenziare troppo differenza nel lavoro di Salgado usando anche internegativi per il digitale. Io comunque percepivo la differenza. Quelle digitali mi piacevano di più |
| inviato il 15 Ottobre 2021 ore 15:31
“ Ultima nota, siete andati a vedere l' ultima mostra di Salgado, chi è in grado di distinguere le foto fatte a pellicola da quelle digitali, io no! „ :) :) il problema è che sono TUTTE stampe digitali anche se scattate eventualmente a pellicola !! Del resto ormai il 99% delle mostre fotografiche (anche dei mostri sacri del passato) sono tutte praticamente dgt. Questo è un grosso limite per i giovani che praticamente nn vedranno quasi mai mostre analogiche al 100% (pellicola/stampa). Anche un mezzo ciecato si accorgerebbe delle differenze (dal vivo). |
| inviato il 15 Ottobre 2021 ore 15:33
Esattamente: l'analogico o il digitale devono avere un senso o per la parte "esperienza d'uso" o per la parte "resa finalizzata ad un certo fine espressivo". Questo perché sono diversi e non è detto che per forza uno sia meglio dell'altro in assoluto. E' chiaro che se però mi aspetto da un sistema qualcosa che è proprio di un altro sistema, mi sto complicando la vita e tanto varrebbe usare il sistema "giusto" per i miei bisogni. |
| inviato il 15 Ottobre 2021 ore 15:35
La differenza sostanziale fra una immagine di origine chimica rispetto a una di origine numerica è che la seconda, di primo acchito, appare più dettagliata, direi quasi più pulita, se ti fermi a osservarle con una maggiore attenzione però ti rendi conto che quella pulizia così elevata è ottenuta eliminando i mezzi toni... le sfumature insomma. La differenza insomma è la stessa che si nota confrontando una comune pellicola BW con una Lith, una pellicola per uso litografico. La seconda, ovviamente, è decisamente più nitida della prima... ma lo è solo perché, ricercando la massima risoluzione possibile elimina del tutto ogni gradazione di grigio; insomma la prima, in una stampa, mostra un bianco, un nero e una INFINITA gamma di grigi mentre la seconda mostra solo un numero di bianchi e di neri che, per quanto elevatissimo, è comunque FINITO. |
| inviato il 15 Ottobre 2021 ore 15:38
Esattamente! |
| inviato il 15 Ottobre 2021 ore 15:42
In fondo anche la pellicola è digitale e binaria: il granulo d' argento c'è SI o NO. |
| inviato il 15 Ottobre 2021 ore 15:49
Scusami Gaga ma non capisco per quale motivo continui a premere sul tasto legato alla "comunicazione"... non mi sembra che qui qualcuno abbia mai affermato che una immagina di origine chimica comunichi più di una immagine, casomai la stessa, ma di origine digitale |
| inviato il 15 Ottobre 2021 ore 16:54
@PaoloMcmix La mia domanda sulla comunicabilità è perché io credo che ogni tecnica abbia un suo motivo, in larga misura, di essere usata in funzione di quello che permette di comunicare all immagine che vuoi creare. La tecnica solo per la tecnica o il godimento di un effettto fine a se stesso non mi appassionano. Ma magari è solo un mio modo di pensare |
| inviato il 15 Ottobre 2021 ore 16:59
Mah... manco fossimo tutti autori di un certo livello , che cosa mai dovremmo "comunicare"? Io credo che la maggior parte di noi scatti per diletto e per piacere personale, senza farsi tante paturnie su ciò che dobbiamo "comunicare", quindi anche senza tale nobile fine credo si possa scegliere una tecnica o un'altra per il semplice piacere personale, che sia di tipo estetico, emozionale, tattile, esperenziale... |
user33434 | inviato il 15 Ottobre 2021 ore 17:11
“ Ultima nota, siete andati a vedere una delle ultime mostre di Salgado, chi è in grado di distinguere le foto fatte a pellicola da quelle digitali, io no! E non me ne fr…ga niente!! „ E hai ragione, d'altronde non ci sarebbe stato modo di distinguerle, le stampe da digitale di Genesis sono fatte con film recorder usando una trix, la lastra viene poi stampata in camera oscura. L'unico che può sapere se una foto è stata ripresa in digitale o analogico è il fotografo, che si spera abbia effettuato le sue scelte in base a come una determinata emulsione o un determinato sensore reagiscono di fronte alla scena. |
| inviato il 15 Ottobre 2021 ore 17:21
'In fondo anche la pellicola è digitale e binaria: il granulo d' argento c'è SI o NO.' Ciao Luciano, non credo sia così. Il granuli non rispondono in modo tutto o nulla, è una delle differenze più rilevanti tra i due sistemi. Spero che qualcuno più' tecnico' del sottoscritto intervenga in caso scantonassi, ma da questa differenza deriva la maggiore gradualità nei passaggi tonali nelle immagini da pellicola rispetto al digitale. Sono d'accordo con tutto il resto che dici/dite : da utilizzatore sia di pellicola che di sensore apprezzo le peculiarità di entrambe senza voler trovare per forza un campione |
| inviato il 15 Ottobre 2021 ore 18:18
@Diebu “ Io credo che la maggior parte di noi scatti per diletto e per piacere personale „ . Non ho mai sentito di fotografi che scattano per annoiarsi e per tormentarsi, a qualsiasi livello |
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