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“ io sono cresciuto con i doors, rolling stones, beatles, hendrix, pink floyd, poi attraversando i nirvana, „
si ma ne hai dimenticati un sacco, tipo gli AC/DC, Jethro Tull, Talking Heads, Dire Straits, J.J. Cale, Lou Reed, Eric Clapton, Supertramp ma ce ne sarebbero da citare a vagonate, e sono tutti gruppi stranieri, invece i Maneskin per essere un gruppo italiano li trovo moto interessanti ed hanno alcuni brani per me molto validi.....Tutto sta, come ho già detto, che riescano a sfornare tanti altri brani validi, altrimenti fuoco di paglia fu...
user92328
inviato il 12 Luglio 2021 ore 22:16
“ Mai sopportati i Nirvana MrGreen „
Qualche pezzo dei Nirvana mi piace ma preferisco altri gruppi.......
Io non sono un vecchio trombone nostalgico dei bei tempi passati. Tutt'altro. L'anno scorso ho acquistato una cinquantina di album di band 'fresche' e pure 'underground' (giovani, per intenderci). Dischi pubblicati l'anno scorso, e tuti lavori pregevoli, contrariamente a quanto si pensi in giro, che il coronavirus abbia appiattito la creatività e la voglia di fare musica. Poi ho anche preso tanti altri dischi passati, tipo Atrocities dei Christian Death, che ho trovato in vinile ad un prezzo amichevolissimo, o Slip It In dei Black Flag. Ho anche preso due dischi di Hellripper, una one-man-band scozzese, il cui unico componente ha una ventina d'anni ed è bello agguerrito. Non lo conosce quasi nessuno, ma a me piace. Semplici gusto e scelta personali. Non mi sognerei mai di dire che è musica pazzesca o rivoluzionaria perché non la è per niente, quindi la tratto per quella che è. Questo per scrollarmi di dosso l'appellativo di 'rosicone frustrato' che proprio non mi corrisponde (almeno nel caso dei Maneskin). Solitamente i rosiconi sono quelli che hanno poca conoscenza di un qualcosa oppure sono quelli che non sono riusciti ad arrivare dove invece ce l'hanno fatta altri. Io conosco ciò che mi piace ed evito quello che non mi piace. Ho suonato la chitarra per anni e sto suonando il basso cazzeggiando. I vecchi classici 60-70 li ascolto sempre meno (ad eccezione del punk) perché hanno segnato la storia, si, ma risultano sempre più distanti dalla realtà contemporanea. Le cose più vecchie che ascolto sono degli anni novanta.
user92328
inviato il 12 Luglio 2021 ore 23:57
Io amo curiosare a 360°, ascolto di tutto di più ma ovviamente seleziono le cose che più mi piacciono....
Buongiorno a tutti. Ascolto musica sin da quando, da bambina, ammiravo i miei genitori posare la puntina del giradischi sul vinile nuovo appena aquistato. Da allora la musica ha accompagnato la mia vita, ho l'appartamento che straripa di dischi, di compact, di cassette... tuttavia non ho mai studiato musica e non ho mai preso in mano uno strumento. Di conseguenza mi sono sempre limitata a giudicare un ascolto dicendo "mi piace" o "non mi piace". Ancora oggi mi domando come si possa giudicare "il talento" di qualcuno senza possedere effettivamente le basi per poter affermare una cosa del genere. A me pare che oggi con troppa superficialità si attibuiscano talento e genialità a qualcosa o a qualcuno solo ed esclusivamente perché è in sintonia con i nostri gusti bendandoci gli occhi e non grattando sotto la superficie per vedere cosa c'è effettivamente sotto. E' vero: i Maneskin hanno vinto Sanremo, hanno vinto questo fantomatico Eurofestival, sono tra i più ascoltati su spotify e stanno scalando le classifiche. E quindi, secondo molti di voi, tutto questo è dovuto a genio e talento? Sono vent'anni, con l'avvento del digitale, che è cambiato radicalmente il modo di ascoltare musica. I giovani di oggi (ma pure parecchi adulti) vanno di streaming, skippano da un brano all'altro senza effettivamente ascoltare nulla. I grandi gruppi del passato che voi avete citato in queste pagine oggi probabilmente non se li filerebbe nessuno. I grandi concept album usciti anni addietro manco esisterebbero. "The Wall", "Tommy", "Ziggy Stardust" ma chi se li comprerebbe tra le nuove generazioni? Il motivo? Non sono vendibili. Qualsiasi gruppetto di ragazzi può conoscersi al liceo, suonare in un garage o in una cantina o per la strada ed è giusto così. Poi arriva il momento di fare una scelta. Continuare a suonare per passione e divertimento mantenendo la propria identità, senza avere spazi per farsi conoscere, vedere porte di locali sbattute in faccia perché i proprietari vogliono solo cover band di Vasco Rossi oppure scegliere una scorciatoia ovvero andare in TV, mettersi nelle mani di abili produttori e discografici che ti faranno volare in alto a patto che tu faccia quello che vogliono loro. Loro ti diranno cosa suonare e cosa no, cosa scrivere nei testi e cosa no, ti diranno come apparire, ti diranno di avere un look provocatorio che tanto poi nessuno andrà a vedere se nella vita reale sei davvero così o se sei un qualcosa costruito a tavolino. Francamente mi fa molto sorridere leggere chi vuole innalzare i Maneskin a nuovi paladini del rock. A questi ragazzi faccio i complimenti per l'ambizione dimostrata, ma non basta urlare dentro ad un microfono o vestirsi in un certo modo. La credibilità va costruita passo dopo passo e, con tutta onestà IMHO, uscire da un talent è un pessimo modo per iniziare. Se poi vi piace che siano la Maionchi o la De Filippi a dirvi cosa ascoltare... beh ognuno decide per se stesso.
@Vittoriodj infatti non ho scritto che i grandi concept del passato oggi non vendono, ma piuttosto mi sono domandata quale sarebbe il destino di certi album se uscissero nel nostro presente, oggi. 2021
Domanda difficile, anzi impossibile. Il presente è anche frutto del passato, certi gruppi non esisterebbero senza gli album del passato. I Maneskin sono un frullato di vari gruppi riproposti in salsa "finto originale"
Da alcuni anni ascolto musica solo su webradio. Mi ero comprato una COMO che attinge da un database di radio immensa. Qui si trova tantissima musica nuova di ottimo livello, completamente sconosciuta al grande pubblico. Questo un pò risponde alla domanda di Crystal.
Poi non si può prescindere dal contesto storico in cui l'espressione artistica si realizza. Gli anni 50/60 sono stati anni in cui era fortissima la necessità di lasciarsi alle spalle la distruzione di due guerre mondiali. Lo scontro generazionale ha potuto esprimersi a livelli quasi senza precedenti. Troppe le colpe dei padri e dei nonni. Chi all'epoca aveva 20 anni poteva sperimentare e crearsi un proprio mondo. Dai conflitti esce sempre qualcosa di molto creativo.
E la creatività è un istinto immortale nell'uomo, solo che oggi si realizza prevalentemente in altri ambiti. Un ragazzo della generazione attuale tende più ad essere attratto dalla tastiera di un computer che da quella di un pianoforte.
E comunque l'industria musicale ha ormai raggiunto l'apice nel saper creare "prodotti" e raggiungere le grandi masse avendo ben presente che i risultati si raggiungo nella stragrande maggioranza dei casi One Shot
Alcune band come gli Yes, i Colosseum, gli ELP… oggi apparterrebbero ad un sottobosco ben distante dalle classifiche o dalle grandi vendite. Perché? Perché oggi non c'è richiesta di quel tipo di messaggio musicale/artistico. All'epoca trovò terreno fertile perché il corso naturale degli eventi e della cultura e del sentimento comune conducevano lì. Poi mori quel fenomeno e subentrò il punk. Poi la pop music e la darkwave ecc… Oggi vanno il trap, e altri generi contaminati frutto di rielaborazioni passate ma in chiave moderna. Ciascuna epoca ha le sue caratteristiche, ed è per questo che certi paragoni sono insensati. Ma lo era anche il paragone Beatles/Rolling Stones o Madonna/Michael Jackson, in quanto si mettevano insieme modi diversi di fare musica, soltanto perché il motivo del confronto erano le vendite. Vendite che, per carità, decretano l'effettivo successo di un prodotto, e oggi buona parte delle vendite è costituita dagli abbonamenti in streaming o dalle visualizzazioni sui social media, ma se si intende fare un discorso più ampio esse diventano solo parte di una valutazione complessiva. Gnam Gnam Style quanti ascolti fece in poche settimane? Miliardi. Possiamo dire che quella canzone e quell'artista sono magnifiche? Il successo era meritato perché esso è sempre meritato, non esistono usurpatori del successo o della popolarità, semmai le responsabilità vanno ricercate in coloro che seguono certi fenomeni (ed ecco tornare la citazione del Coviddi), ma non sempre le qualità artistiche coincidono con la popolarità ottenuta con la sua divulgazione. È anche una questione di strategie e di intuizioni, come nel caso di Chiara Ferragni, che sostanzialmente non crea o vende nulla, ma che è capace di incarnare un fenomeno che in questi anni va per la maggiore, quello del blog, dell'influencing, delle sponsorizzazioni… Ciascuna epoca storica ha le sue connotazioni e il suo linguaggio e i suoi mezzi. Una volta per andare dall'Europa agli Stati Uniti bisognava muoversi via mare per giorni interi, e oggi ci si arriva in poche ore con l'aereo. Vogliamo fare una colpa agli aerei che semplificano il sudore che altrimenti si spenderebbe a traversare l'Atlantico su barche a remi? Ieri ho letto che una delle hits dei Maneskin ha superato Imagine nella classifica dei brani più ascoltati di sempre. E ok. Ma che significa? Significa che oggi esistono strumenti di diffusione multimediale più rapidi ed estesi a chiunque, mentre cinquant'anni fa esistevano soltanto i negozi fisici e gli impianti hifi analogici. Oggi è assai più facile e rapido farsi conoscere nel mondo, ma c'è anche un ricambio più repentino: quello che stravince a marzo, può già essere dimenticato e sepolto ad ottobre dello stesso anno. Oggi è così, ovunque, in qualsiasi ambito, non soltanto in quello artistico. Bisogna esserne consapevoli, e fare le proprie valutazioni a fronte di quella consapevolezza, altrimenti tutto si limita alla polemica del gusto personale.
Tempo fa lessi un articolo su un blog musicale statunitense (sto cercando di ricordarmi il nome ma la mia memoria fa cilecca) in cui veniva spiegato che, a seguito di una ricerca condotta su ragazzi in età scolastica, oltre il 70% degli intervistati utilizzava YouTube come mezzo principale per ascoltare musica e che una percentuale altrettanto alta di ragazzi non si dimostrava minimamente interessata ad ascoltare un album nella sua interezza dalla prima all'ultima traccia. Fino agli anni 90 o comunque in epoca pre-streaming era il supporto fisico a fare da padrone: nelle case, nelle automobili e nei dispositivi portatili. Prima di uscire di casa per recarsi al lavoro o da qualche altra parte si prendeva un disco o una cassetta dalla propria collezione e si andava. Se una volta usciti di casa o in viaggio in automobile la nostra scelta non era gradita semplicemente perché non abbracciava il nostro "mood" quotidiano, beh... si andava comunque avanti con l'ascolto. Non c'era la possibilità di skippare ad altro, non si avevano milioni di brani in tasca. Di conseguenza, un tempo, ai dischi che ad un primo ascolto risultavano ostici veniva comunque data una possibilità, poi magari una seconda e col tempo si poteva pure finire per apprezzarli. I concept album sono dischi che seguono un percorso di ascolto, non si può ascoltarli con lo shuffle attivo o skippando solo sui singoli estratti. Se si adotta questa metodologia la conseguenza è che non verranno capiti, il messaggio dell'artista non arriverà ma non per colpa sua, ma semplicemente perché gli strumenti odierni di fruizione della musica hanno abituato le persone ad un modo di ascoltare completamente differente dal passato. L'odierna autoproduzione musicale casalinga citata da Vittorio unita alla rete ed ai social ha indubbiamente favorito la proliferazione di tante band che oggi, quasi a costo zero, hanno la possibilità di creare musica e farla arrivare in ogni parte del mondo con un semplice clic, ma davvero oggi tutto si riduce a questo? Se un tempo dietro le quinte di Beatles e Pink Floyd c'era un certo Alan Parsons ingegnere e tecnico del suono con una carriera, ad oggi, lunga ormai cinque decadi che indubbiamente sapeva il fatto suo, davvero pensiamo che a livello domestico un ragazzino davanti ad un computer sia improvvisamente un genio solo perché il suo lavoro è stato spinto (da qualcun altro) nelle alte vette di spotify?
@Caneca
che oggi il popolo possa preferire un genere rispetto ad un altro è sacrosanto. Tuttavia oltre alla musica in sè bisogna considerare anche chi la produce. Ad esempio io non ho mai amato il rap, mi è sempre risultato estremamente difficile digerirlo una volta che arrivava alle mie orecchie. Tra la fine degli anni 80 e lungo quasi tutti i '90 in Italia si sviluppò il fenomeno musicale delle Posse: 99 Posse, Almamegretta, Onda Rossa Posse, Torino Posse ecc.. Pur molto distanti dai miei abituali ascolti ho assistito a tanti loro concerti e ho approfondito le loro storie e sicuramente scavando a fondo si può dire che quello che andavano cantando è il frutto di un VERO vissuto e quindi risultavano CREDIBILI. Ma la trap? A parte l'ostentazione per i soldi, le donne trattate come tro*e e via andare che ha di credibile? Ho ascoltato parecchi brani di "artisti" che oggi vanno per la maggiore tra gli adolescenti e, mi dispiace dirlo, ma sembra di sentire i deliri alcolici di qualche ubriacone ai giardini pubblici.
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