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esperienze e consigli carte fine art soprattuto per stampa b/n


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avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 0:21

Aggiungo che l'illuminante incide anche sulla scelta della carta. Se espongo delle foto su carta lucida o baritata con Dmax molto occorre una illuminazione diretta e intensa per far emergere le differenze tra i neri, le ombre scurissime e le ombre scure, altrimenti quella zona della scala tonale inesorabilmente si chiude. Con luci poco intense e diffuse molto meglio usare le carte opache di qualità.

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 7:10

"Sbaglio?"

Non sbagli.

Occhio che le chiacchiere le porta via il vento e restano tali, chiacchiere, mentre i fatti restano, se ne sbattono i maroni delle chiacchiere e dunque bisogna sempre guardare i fatti.

In stampa, chi tira le fila è la stampante con la luce con la quale si guardano le stampe, ed il monitor non deve fare altro che avvicinarsi il più possibile a mostrare quello che stampa la stampante come colori e luminosità, con le stampe viste sotto quella luce.

E stop, tutto lì, non c'è altro, il concetto è semplicissimo.


Detta in termini generali, con una certa stampante, se usi un monitor illuminato troppo scuro, le stampe, osservate sotto la tua luce normale, ti vengono troppo chiare, mentre se il monitor è troppo chiaro, ti vengono troppo scure.

Sempre detta in termini generali, se usi un illuminante per il monitor molto diverso dall'illuminante della luce con la quale guardi le stampe, ti becchi, ci vedi, delle dominanti cromatiche.


E' chiaro che la luce sotto la quale si guardano le stampe ricopre un ruolo importante, importantissimo, la carta un po' meno, ma conta anche quella, ma in ambito di stampe amatoriali non ci si può stare a fare troppe pippe, a spaccare il capello in quattro, cercando l'illuminante come se le stampe fossero osservate in cabina a luce controllatissima, semplicemente perchè non lo saranno mai.

Uno calibra il monitor per una illuminazione più o meno standard sua, se le espone su di un leggio avrà una sua luce, magari con lampadina calibrata, e con una sua intensità ben precisa, ed allora usa quella come riferimento, mentre se le appende alle pareti, si becca quello che illumina la stanza ed allora usa quella che gli fa, a gusto suo, le stampe più belle.

Partendo da una base logica di partenza, uno si fa le sue prove, ed il lavoro è facilissimo, fa tutto il software di calibrazione, basta fare due o tre stampe della stessa foto fatta con fotoritocco diverso adattato a parametri di calibrazione del monitor diversi, guardarle in luce normale dove le guardiamo di solito, e si sceglie quella meglio.

Io consiglio di fare sempre anche una bella stampa dei soli grigi, dallo 0 a 255, bella grande, con i grigi che sfumano dal bianco al nero, per vedere anche dove arriva la stampante, il limite inferiore, oltre il quale fa una patacca nera, e quando brucia i bianchi, quale è il limite superiore oltre il quale fa patacche bianche: rispetto ad un monitor da grafica buono e calibrato bene................uno ci può restare male, è............ come scoprire di avere il cosino corto!

Ci vanno segnati i valori del grigio in stampa.

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 10:04

magari nel b/n questa chart puo aiutarvi a capire il limite della carta ...

ibb.co/ZN6CpJS

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 10:15

Esatto, bisogna conoscere, e bene, i trabiccoli che si usano.

La gente sta a farsi un sacco di pippe mentali, variegate e contorte, con la gamma dinamica di 13,5 stop, orrenda, invece che 14 stop, ottima, poi il "microntrasto" che è un capèllino più basso ed allora butta via un'ottica, buona, da 1500 euro per una nuova da 3000, che fa vedere un capellino meglio la foglina in fondo a destra nel quasi buio, nella fotografia ingrandita al 200%, senza rendersi conto che poi la stampante, anche molto buona, ti ficca di quei pali in c... che c'è da andare gobbi

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 13:08

Io adesso dirò una bestialità e farò gridare al "sacrilegio". Mi sembra che tantissimi qui abbiano (beati loro) nozioni di chimica, fisica, elettronica (io faccio solo il pediatra) o che amino più che la fotografia, più che la foto, la teoria del colore. E mi domando quanto di tutto questo sia patrimonio di gente che scatta e fa buone foto. Che ne so, diciamo Salgado? Diciamo il contestato McCurry? Diciamo chi ci pare. Io ho fatto calibrare un po' di tempo fa il mio monitor da un amico (e non ricordo più nemmeno con che sonda e, sinceramente, riesco a vivere lo stesso senza rimpianti), guardo le foto con la luce che c'è, cioè (come dice Pollastrini che sicuramente ne sa molto più di me) con la luce con la quale saranno SEMPRE guardate le foto da me e da chi le vuole vedere (cioè interno giorno, sole, luce calda dei LED ecc). Capisco le necessità di chi stampa per professione che dovrà dare NON SOLO una stampa perfetta al cliente, ma, mi sembra, una stampa che non debba dare luogo a contestazioni: perciò deve essere vista con quella data luce per cui un cliente poi che la esporrà con una luce diversa non rompa i ma...rroni dopo.
Ora io ho un monitor diciamo mezzo calibrato, non mi aspetto di avere stampe ESATTAMENTE UGUALI a quello che vedo e allora, avendo un po' di anni (non quanti Pollastrini!!Eh eh eh!), avendo stampato in analogico e interessandomi a migliorarmi come fotografo, faccio una serie di provini con carta di piccolo formato, anche di particolari della foto. Spreco carta? Certo! Spreco colore? Altrettanto certo! Ma di fronte alle tasse che pago, all'affitto che pago in centro città, ai posti auto che pago per 3 auto, al mutuo che pago per una casa in montagna....non saranno sicuramente questi sprechi che mi faranno andare in rovina. Le stampe che ottengo sono perfette? E che ne so? Mi piacciono? Sì! Piacciono a chi le faccio vedere? In genere sì! Vivo male senza illuminanti 80/120/150 D55 o D65 ecc? Sinceramente no...

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 13:52

Guarda Claudio io sono tutt'altro che un genio...anzi,e fotograficamente sia quando scatto ma soprattutto quando le osservo l'ultima cosa che osservo è la tecnica,la nitidezza e le mille fisse diciamo da appassionati,così non offendiamo nessuno!!!
Quando ho cominciato a sstampare però mi sono documentato molto ho preso prima una 1400 di un amico che ho convertito con gli inktec,altrimenti è impossibile usarla,ho comprato delle buone carte,non cotone ma di media qualità per iniziare e ho studiato e studiato tanto!!!
Dopo poco sono riuscito ad avere buone stampe,cioè corrispondenti avevo il monitor calibrato e i profili fatti dal negozio che mi aveva mandato gli ink...poi presi la 3880 con la carta epson e gli ink originali perchè l'altra soprattutto nel BN aveva dominanti ecc solo con la lucida era ok nel colore!
Poi ho iniziato a scattare a pellicola in BN e ho reiniziato da capo...mi sono fatto la mia camera oscura e complice un corso di un fotografo della zona ho cominciato,ma subito dopo le delusioni...i risultati erano incostanti ed era più la roba che buttavamo che quella che veniva bene,pur facendo tutto bene in fase di scatto!!!
Dopotutto scatto per lavoro da 13 anni qualcosina avrò imparato,noo??
Mi sono messo a studiare e dopo poco la roba che buttavo era pochissima,certo devo ancora fare tanta esperienza soprattutto come testare i materiali le pellicole ecc ma riesco a fare molte cose e mi appagano...magari ci vogliono due fogli in piùMrGreen
Però nella stampa digitale ,soprattutto se lo fai professionalmente come BLVE,non inventi nulla non è come nell'ingranditore che dai 10 sec in più o in meno,mascheri ecc devi seguire una certa catena altrimenti certe cose non le trasporterai mai su carta...e già è difficile facendo tutto bene!!!
quindi scusandomi per il pippone vale la pena buttare carta, inchiostri ,tempo solo per studiare un pò?
se vuoi sperimentare ok,ma se ci sono gli strumenti e costano solo un pò di studio perchè non farlo??

Poi ovviamente a casa non è che ti metti sotto la lampada della xrite a controllare le stampe,ma neanche sotto la luce di una candela,o nooo? oppure puoi anche farlo ma sai benissimo che il risultato sarà diverso!!!
Secondo me è giusto imparare la tecnica come diceva il mio maestro"devi conoscere la tecnica e scordartela dopo mezz'ora...ma devi conoscerla benissimo"!!!
Ecco quindi che bisogna sapere bene come fare e poi puoi stampare pure alla cazzum ed esserne felice ma la verità deve essere una e capire il perchè soprattutto!!!;-)

avatarjunior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 14:08

Quoto Alessandro e Claudio.
La "mia" scelta è stata quella di semplicarmi la vita:
Catena completa Eizo (CS2420 con sonda), stampate (Epson SC-P800) e QuickColorMatch (ACM) . Uso carta già profilata (Epson o Hahnemuhle) per la mia stampate e gestita da QCM.
Posso ottenere di meglio? Sicuramente si, ma utilizzando tempo e risorse che preferisco destinare a gli "scatti".
Nel caso di mostre, con stampe oltre A2 farò lavorare dei professionisti a cui saprò far meritare i soldi spesi, sapendo come essere esigente.
Intanto, stampo con soddisfazione mia e degli amici.
Con affetto continuo a seguire tutti voi.
Francesco

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 14:40

Quoto Alessandro, Claudio e Fm_photo ...
Nenache professionalmente esiste la perfezione, si può tendere ad essa senza mai raggiungerla. Come spiego nei corsi base di stampa, proprio per i non professionisti, stampare è facile, più il colore del b/n, in riferimento al risultato che riteniamo "soggettivamente" soddisfacente. Pertanto il flusso di lavoro è semplificato, si impartiscono le informazioni standard "condivise" e si fanno delle prove ... Per i corsi di base per i professionisti si spiega che il risultato finale è quello che chiede il cliente pertanto bisogna essere in grado di offrire la più ampia casistica di soluzioni, dalla semplice stampa su carta fotografica alla riproduzione certificata con qualità museale ... In entrambi i casi si possono ottenere risultati da concorso di alto livello, l'unico vero limite tecnico dei non professionisti è (visto i costi) e non poter accedere all'uso dei RIP di stampa in sostituzione dei driver delle stampanti ...

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 14:50

un pò di link utili per approfondire :
www5.konicaminolta.eu/it/strumenti-di-misura/centro-didattico/misurazi
www.boscarol.com/blog/?p=8197
www.lab.leica-camera.it/portfolio-articoli/giuseppe-andretta-gli-illum
www.plastix.it/metodi-di-misura-del-colore/

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 14:58

Blve,
Visto che sei un professore di stampa, a queste domande dovresti rispondere senza esitare.
Qual'è il contrasto di una stampa? e di uno schermo?
Qual'è la luminanza di una stampa nelle ombre se la si illumina a 80cd/m²? e per uno schermo?
qual'è la soglia di percezione corretta del colore?
come si adatta l'occhio alla luminosità ambiente? e qual'è la luminosità ambiente in una casa o in un luogo pubblico?


avatarjunior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 15:38

non so il perche',ma arrivo sempre a dar ragione ad alessandro e blve.quello che conta e' il risultato finale in base alle nostre esigenze,se qualche amico mi chiede delle stampe,la prima cosa che chiedo e' il tipo d'illuminazione che ha in casa:il bilanciamento del bianco se e' una luce diretta o diffusa e di conseguenza faccio eventuali compensazioni e scelta della carta.se stampo per me,anche se la maggior parte finisce in armadio,so che luce uso.sapendo come gia' detto in precedenza che l'occhio umano si adatta molto al tipo d'illuminazione.quindi a meno di macroscopici errori si riesce ad arrivare ad un risultato valido,utilizaando i parametri convenzionali e avendo hardware adatto,pur non essendo un professionista.
se lo dovessi fare come professione sarei molto piu' metodico.riuscirei ad avere sicuramente dei miglioramenti,quanti pero'non lo so.
vedere una stampa uscire dallla stampante,e sapere che ho gestito tutto da solo dalla programmazione della location,alla previsualizzazione dell'immagine,allo scatto,alla parte grafica e alla scelta della carta e' come partorissi un bambino ogni volta a prescindere dalla bellezza della foto,dei soldi spesi e dalle incazzature varie

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 16:08

vedere una stampa uscire dallla stampante,e sapere che ho gestito tutto da solo dalla programmazione della location,alla previsualizzazione dell'immagine,allo scatto,alla parte grafica e alla scelta della carta e' come partorissi un bambino ogni volta a prescindere dalla bellezza della foto,dei soldi spesi e dalle incazzature varie
si usano calibratori spettrofotometri da migliaia di euro apposta per questo...e non si fa alla membro di segugio;-)
Nell'analogico si facevano test con una pellicola per non buttarne altre e uniformare il processo...così nel digitale...non vedo differenze!
Se non si vuole buttare materiale è così...sennò inutile spendere migliaia di euro in stampanti a 10 cartucce,guardare il gamut al millesimo,scattare in raw a 16 bit e postprodurre file da giga e giga e poi??? alla fine se si vuole ripetitibilità un minimo di processo tecnico ce lo vuole! IMHO!;-)

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 16:15

se non si usa una catena profilata correttamente è impossibile avere i risultati che si cercano, si sprecano solo soldi.
La questione è come rendere al meglio una stampa in ambiente casalingo.
Quali soluzioni prendere e perché.
Ripetere soluzioni degli anni 70 è perché erano standard è mettersi una palla a un piede.
Un monitor a 80cd/m² è mettere il nostro occhio in condizione di guardare male.

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 16:28

allora calibriamo o no? non capisco? MrGreen

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 16:43

Io ho mai detto di non profilare.
Vi provoco perché ripetete delle cose che sono state scritte in standard senza rifletterne sul perché.
Cerco di spingervi a interrogarvi, a capire.

Una stampante o un monitor si profilano, ed è meglio farlo in modo corretto per farli rendere al meglio.
Lasciare un monitor nello spazio colore nativo non vuole dire non profilarlo, ma non sprecare gamut.
Se profili un monitor in spazio colore nativo vuole dire sfruttare tutto il suo gamut, che è l'ideale per la stampa.
Se gli metti un punto di bianco diverso vuole dire che gli riduci il gamut, e passare un monitor da 6500k a 5000k vuole dire rimettercene una parte consistente.
Se un monitor è a 6297K meglio lasciarlo li e non portarlo a 6500K. tanto non cambia praticamente nulla per il nostro occhio. gli si fa un profilo con il suo punto di bianco.
Tanto gli spazi di lavoro sono ben più ampi, meglio lasciare il monitor nella sua condizione ideale, soprattuto un wide gamut per fotografia.
Su di un monitor per uso web meglio ridurre il gamut a quello del srgb per potere essere 'standard'. ma per fotografia meglio poter apprezzare ogni colore.
Mettere un monitor a 80cd/m² vuole dire non poter apprezzare i colori delle ombre, il nostro occhio non è fatto per apprezzare i colori su luminosità cosi basse.

Metterlo in d50 a 80cd/m² oggi non ha senso, se non per casi molto specifici. sono valori storici fatti per esigenze sulle diapositive che non hanno più senso di essere.

La storia di quei valori (che oggi hanno poco senso) l'ho scritta qui:
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=3796149




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