user120016 | inviato il 08 Settembre 2020 ore 19:43
“ Purtroppo quando si scrive e non ci si parla di persona sai bene che certe frasi possono sembrare ambigue. „
Probabilmente è stato così. Come ho scritto più volte, rispetto il punto di vista di tutti, anche quelli lontanissimi dal mio. E mi rendo conto che per le mie visioni stravaganti, in campo fotografico, non ci voglia così tanto ad essere lontani dal mio modo di vedere.
Ad ogni modo, per me chiarimento raggiunto.  |
| inviato il 08 Settembre 2020 ore 20:07
Ma assolutamente sì! Si parla di opinioni personali e le opinioni, si sa, hanno tutte una loro dignità |
| inviato il 08 Settembre 2020 ore 20:14
Paolo: hai ragione in tema di sinergie degli anni '80. A proposito di amarcord, ricordo con grande piacere la Lancia Thema. Ne ho posseduta una 16 valvole dal 1990 per sei anni ed era splendida. Ma qui siamo decisamente fuori tema |
| inviato il 08 Settembre 2020 ore 20:24
Che topic stupendo. Tanto rispetto e tante belle cose di cui parlare. |
| inviato il 09 Settembre 2020 ore 9:10
Ah ah ah! Entrambi |
| inviato il 09 Settembre 2020 ore 13:39
A dire il vero io non ho capito la domanda dell'autore del topic. Si è parlato di analogico ma la domanda quale sarebbe? |
| inviato il 09 Settembre 2020 ore 14:00
Non era una domanda ma credo volesse esternare la sua soddisfazione nell'uso della pellicola. |
| inviato il 09 Settembre 2020 ore 21:37
se per quello, pure io scatto prevalentemente in analogico. Mi ci diverto molto di più e pure sviluppo colore e bianco nero.. dia ancora no ma sarà un passo futuro forse, in più delle macchinette niente male quale una già citata per caso da Tonyrigo.
personalmente trovo l'analogico più emozionante, sarà perchè hai un oggetto fisico o sarà la chimica dietro il tutto e dunque agire in base a certi risultati più tosto che altri "pure con il digitale" anche se li si fa con un paio di clik. Forse pure gli scatti limitati che ti obbligano a fare scelte meditate delle scene e più curate, dove ovviamente esce fuori un risultato per ovvio migliore. Questo processo a me piace molto anche solo al pensiero |
| inviato il 10 Settembre 2020 ore 11:35
"personalmente trovo l'analogico più emozionante, sarà perchè hai un oggetto fisico o sarà la chimica dietro il tutto e dunque agire in base a certi risultati più tosto che altri "pure con il digitale" anche se li si fa con un paio di clik."
?????????????????????
"dia ancora no ma sarà un passo futuro forse, in più delle macchinette niente male quale una già citata per caso da Tonyrigo."
??????????????????
Si capisce che ti piace l'analogico. Il resto....è un po' criptico.
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| inviato il 10 Settembre 2020 ore 12:20
Claudio, questo è criptico dici?!?!?! “ "personalmente trovo l'analogico più emozionante, sarà perchè hai un oggetto fisico o sarà la chimica dietro il tutto e dunque agire in base a certi risultati più tosto che altri "pure con il digitale" anche se li si fa con un paio di clik."
?????????????????????
„ forse gli strumenti fotografici. comunque dia le scatto ma non le sviluppo, questo intendevo |
| inviato il 10 Settembre 2020 ore 12:50
Che significa, perdonami, "dunque agire in base a certi risultati (si agisce sempre in base ai risultati che si vogliono ottenere, suppongo. Ma quali risultati?) " più tosto (immagino volessi scrivere piuttosto) che altri "pure col digitale" (che significa che scattare con pellicola o digitale è lo stesso? O in analogico si agisce in base ai risultati e in digitale si agisce a caso? Non ho capito. E poi perchè "pure col digitale" tra virgolette come se riferissi le parole di qualcuno?). E anche , cosa si fa con "un paio di clik" (in digitale si fanno un paio di clik? E quanti se ne fanno in analogico?). Penso dovresti riscrivere il tuo pensiero con frasi più semplici e brevi.
Il senso delle tue parole, ovviamente, è quello che ti piace di più scattare in pellicola e, fin qui, ci siamo, è chiaro. Ma le motivazioni sono meno chiare. Però credo che sia sempre una buona cosa avere più persone che hanno interessi diversi e possano descrivere le loro esperienze personali, il loro modo di fotografare in analogico, la loro tecnica, magari il tipo di pellicole, di chimici usati per lo sviluppo, il metodo di stampa, i materiali, le carte utilizzate; questo permette di aggiungere interesse al post e dare dei riferimenti pratici, degli spunti di conversazione, invece di riferire solo delle sensazioni personali. Sappiamo, ad esempio, che Paolo è innamorato della Velvia (50 o 100? Mi sa che, essendo un purista, sarà una 50). Ma sappiamo bene se la tratta in proprio o da chi se la fa sviluppare e intelaiare? E quali telaietti? Ne è soddisfatto? Gli altri cosa utilizzano per colore e bianconero? E non sarebbero male anche degli esempi di proprie foto per confrontarsi e aggiungere spunti di conversazione. Altrimenti rimaniamo inchiodati al " a me piace la pellicola" e al "a me piace il digitale" e "questa è superiore a quello" |
| inviato il 10 Settembre 2020 ore 15:10
Claudio, in qualsiasi cosa si agisce sempre in base a certi parametri, è un dato di fatto. Nel caso della fotografia e in questo caso analogica cambia il fatto che devi prevedere, dunque sei obbligato a capire e di conseguenza imparare. sul pc quando si fa post post produzione si ha un immagina in tempo reale e si agisce vedendo.. durante la fase di sviluppo vai per tentativi le prime volte e valuti quale delle tante diluizioni, o chimici si preferisce per avere un determinato risultato e avendo ben in mente cosa si è scattato e perchè fare una scelta rispetto l'altra.. e sempre alla ceca. cosa che per un professionista per via del tempo non può fare dato che ora il cliente vuole il tutto subito. Per me amatore quale sono invece non dispiace affatto l'idea di caricare un rotolo e fare esperimenti con il bianco nero. per ora mi sono limitato solo al caffenol cl con risultati molto buoni e anche senza bromuro di potassio ma sovraesponendo di 1 stop e diluendo 1+1. per il C41 mi limito al rollei digibase c41 con sviluppi a 20 gradi e tempi più lunghi come da indicazione da rollei. in base alla temperatura ti consiglia i tempi di sviluppo e chiaramente più bassi sono più si allungano i tempi di sviluppo,sbianca e fissaggio. Detto questo devo aggiungere anche un altra cosa. ovvero con l'analogico si hanno più limitazioni per"manomettere" i risultati ovvero post produzione e dunque si è costretti ad aspettare le ore del giorno come alba o tramonto dove gli attimi di una temperatura colore gradita dura qualche minuto e un secondo può fare la differenza per le luci. Con il digitale è più semplice cambiare temperatura colore. Con questo non intendo dire che il digitale sia peggio ma diverso e che l'analogico ti obbliga a cercare i posti giusti "dunque più fisico" ti obbliga ad attendere una determinata ora del giorno e della stagione e del mese. in altre parole lo vivi di più dato che sei obbligato a girare di più e osservare meglio.
pellicole usate sono le kodak ektar 100 per negativo colore bianco nero ilford fp4 plus 125 per esperimenti con caffenol e diapositiva velvia 50 e velvia 100.. per le diapositive devo fare un buon bagaglio di esperienza ma come per il resto, dopotutto sono un principiante e non un foto amatore evoluto come molti qui dentro.
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| inviato il 10 Settembre 2020 ore 15:37
Pamtom certo che con i chimici ti vuoi complicare la vita |
| inviato il 10 Settembre 2020 ore 15:43
Di questo discorso condivido la passione per la fotografia analogica, ma dissento sulle motivazioni e sul percorso intrapreso dal l'autore del post. Provo a spiegare il mio punto di vista (che ovviamente vale solo per il sottoscritto).
Concordo sul fatto che l'artigianalita' del processo analogico possa avere un certo fascino. Io penso però che quello che conta sia il risultato finale, ovvero la stampa (io sono il classico fotografo da mostra, per cui quello è per me l'obiettivo finale); non conta quindi il percorso intrapreso. Dal mio punto di vista è più complicato, a parità di risultato finale, ottenere una stampa con il processo analogico piuttosto che digitale. Chi parte da zero oggi e vuole ottenere una stampa fine art in analogico deve percorrere una strada in salita e non breve; in digitale è probabilmente più facile.
Incoraggio tutti a provare la pellicola perché credo sia molto utile dal punto di vista creativo, metto solo in guardia gli amici in merito alla difficoltà nel percorrere questa strada.
N.b. Io scatto regolarmente in analogico, in 4x5 in bn solamente e ho idea delle problematiche che si devono affrontare per ottenere una stampa fine art. il 135 lo considero un formato che non ha senso per le fotografie che faccio, senza ovviamente sminuirlo. |
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