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Parlare di/della fotografia - 6


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user39791
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inviato il 03 Aprile 2019 ore 15:24

I tre fotografi che ho proposto sono anche legati dal fatto che D'Agata ho studiato al Centro Internazionale di Fotografia di New York e gli altri due sono stati suoi insegnanti. Io credo che almeno la Goldin lo abbia influenzato pesantemente.

avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2019 ore 17:52

Non so perché ( e probabilmente sono un po' fuori strada ), ma i tre proposti, pur con le loro specificità mi richiamano un po' Edward Weston, che non ha bisogno di presentazioni, ma che è un Fotografo che mi impressiona per una certa audacia nellla concezione di Fotografia, specie se pensiamo che il suo lvoro si colloca tutto entro la prima metà del '900. In lui, secondo me, contenuto e forma sono indistinguibili, in un esercizio formale che non è mai fine se stesso, ma mostra una ricerca di rappresentazione della realtà che, ante-litteram, ha del visionario.
Certo, è un altro mondo e un'altra epoca, ma già in Weston trovo una decisa presa di distanza dalla banalità e un'attenzione alla bellezza vissuta in modo molto, ma molto personale. Forse perché è surrealismo.

www.google.com/search?q=edward+weston&tbm=isch&source=univ&client=fire

www.google.com/search?q=edward+weston&tbm=isch&source=univ&client=fire

www.google.com/search?q=edward+weston&tbm=isch&source=univ&client=fire

avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2019 ore 18:04

In cosa te lo richiamano?

avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2019 ore 18:13

D'Agata, in particolare, perché alcune figure umane non sono ritratti, ma forme integrate in una sorta di alveo che le contiene e si fonde con le corporeità. Non si indulge mai al 'bello', ma si cerca, come dire, una rappresentazione 'scenica' di ciò che viene ritratto: tutto è drammatico, nel senso letterale del termine. Naturalmente sono passati anni e anni da Weston, ma la sua impronta ha lasciato il segno.
E in Clark ritrovo, anche se meno diretti, alcuni tratti.
Il colore della Goldin tende a portarci in altra direzione.
Forse avrei dovuto, a rigore, fermarmi più su D'Agata, nel raffronto con Weston. Diciamo che, in questo caso, D'Agata è il riferimento.

user39791
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inviato il 03 Aprile 2019 ore 18:24

Io li vedo molto legati dal fatto di cercare il lato oscuro delle situazioni. Anche per uno stile di vita molto al limite come salta fuori dalle loro interviste. Specie D'Agata e la Golin.

Weston lo vedo molto più collegabile a Mapplethorpe che a D'Agata se dovessi tentare un paragone.

avatarsupporter
inviato il 03 Aprile 2019 ore 18:56

A me D'Agata e la Goldin attivano un'associazione di idee con Diane Arbus, anche lei di New York.
Forse proprio per quella ricerca del "lato oscuro".

La frase di Antoine D'Agata "Mi capita di scartare alcune foto che trovo troppo belle, perché non hanno la forza della verità" mi ricorda quel che racconta Berengo Gradin (in un documentario del 2009 a lui dedicato e che viene periodicamente ritrasmesso su Sky Arte) della prima volta che andò, da giovane esordiente, nello studio di Ugo Mulas e quest'ultimo gli mostò alcune sue foto.
G.B.G. "Che bella questa sua foto! (all'epoca gli davo del lei)... bella anche questa... bellissima!"
U.M. "Se mi dici un'altra vota che sono belle ti caccio fuori a pedate!"
G.B.G. "Ma scusi... perché non vuole che dica che le sue foto sono belle?"
U.M. "Perché una foto non deve essere bella. DEVE ESSERE UNA BUONA FOTO!!!"

user39791
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inviato il 03 Aprile 2019 ore 19:28

Il lavoro della Golin viene portato all'eccesso da Terry Richardson nelle sue immagini pornografiche.

avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2019 ore 19:50

Personalmente per me no, Richardson non ci vedo molto se non esibizionismo

avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2019 ore 20:18

Anche secondo me: Richardson ha meno spessore e mi dà l'idea di un fotografo-gossip, almeno per quello che vedo in rete.

user39791
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inviato il 03 Aprile 2019 ore 20:57

Bisogna distinguere il lavoro che ha fatto nel campo della moda dal suo lavoro autobiografico. Non posto link perché la sua fotografia sconfina nella pornografia però io li ci vedo un legame chiaro con la Goldin.

avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2019 ore 22:13

Mi hanno anche regalato un suo libro, non riesco proprio ad apprezzarlo, cioè ci sta che lui fosse un personaggio sopra le righe, ma tra pompini fatti da modelle, lui che defeca nella sabbietta del gatto, a un certo punto ci vedo molta voglia di esagerare e stop.
La cosa interessante però è il linguaggio che usa, cioè quello dei selfie o comunque delle foto fatte con i telefoni, con la luce sparata, le inquadrature tipiche, certe volute scelte di pose e gestualità, in questo è bravo, ha saputo usare certi stilemi e farli volutamente suoi

user39791
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inviato il 04 Aprile 2019 ore 9:18

Ho fatto un po' di ricerche in rete su di lui e ho trovato questa conclusione che condivido.

Un fotografo come Terry Richardson, con tutte le sue trasgressioni e opere controverse, offre un'ottima occasione per analizzare il rapporto esistente tra fotografia, sessualità, provocazione e conseguente paura della società nei riguardi della visione realistica dell'atto sessuale.

avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2019 ore 9:24

Una visione tanto realistica che Condé Nast non lavora più con lui a causa delle molestie sulle modelle
Poi alcuni lo apprezzano a me proprio non piace:

www.dashwoodbooks.com/pictures/4418_2.jpg?v=1443232208
image.invaluable.com/housePhotos/sothebys/84/609784/H0046-L122390515.j

user39791
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inviato il 04 Aprile 2019 ore 9:32

Si ho letto, ma questo non ha nulla a che fare con la fotografia. Tra l'altro non credo che abbia avuto condanne per molestie, per cui sono argomenti da prendere sempre con le molle. Da quello che ho letto sarebbe stato accusato da qualche modella di masturbarsi sul set fotografico, lui si difende dicendo che erano maggiorenni ed erano al corrente del suo modo di comportarsi sui set fotografici. Non voglio dare giudizi, riporto ciò che ho trovato in rete.

Detto ciò nemmeno io impazzisco per lui, l'ho proposto solo perché in una parte del suo lavoro ci vedo una estremizzazione di quello della Goldin.

avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2019 ore 9:44

perchè? cioè la Goldin ha creato un diario visivo della sua vita e delle sue esperienze, Richardson non fa questo, mette il suo personaggio nelle foto, usa il linguaggio della rete, di certe foto su instagram o condivise con il cellulare, fa foto nei cessi con flash frontali, inquadrature tipiche di certe fotografie, si rifà a questa sottocultura, ma io li vedo molto diversi, sono curioso di capire cosa vedi che li accomuna, non per polemica ma perchè mi interessa capire

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