| inviato il 18 Gennaio 2018 ore 17:02
Comunque la prossima volta urinerò prima. |
| inviato il 19 Gennaio 2018 ore 8:32
Bene, stiamo (sto ) ancora analizzando il rapporto fotografia/tempo. La risolvenza, ad esempio, che è una caratteristica dei sistemi ottici tanto cara a molti fotografi, attiene sicuramente al concetto di spazio più che a quello di tempo. Se è innegabile quindi che la fotografia è impregnata di tempo, una parte di essa ne è refrattaria. Per fortuna che esistono i vortici spazio-temporali che rimettono a posto le cose. |
| inviato il 19 Gennaio 2018 ore 12:10
Ecco allora i cunicoli spazio-temporali. La fotografia ci suggerisce uno spazio immaginario e da questo ci troviamo catapultati (a nostra insaputa?) in un tempo immaginario. Eppure tutto questo immaginario origina da un fenomeno, la risolvenza, che immaginario non è di sicuro. Realtà e immaginazione sono la stessa cosa? |
| inviato il 19 Gennaio 2018 ore 12:17
La fantasia è probabilmente la capacità di rendere reale l'immaginario e immaginaria la realtà e, altrettanto probabilmente, sarà la principale dote richiesta ai futuri piloti spaziali che dovranno attraversare i cunicoli spazio-temporali Chissà che non lo facciano con una sorta di apparecchio foto-olografico al posto di una tradizionale navicella spaziale |
| inviato il 19 Gennaio 2018 ore 12:25
“ Chissà che non lo facciano con una sorta di apparecchio foto-olografico al posto di una tradizionale navicella spaziale „ La domanda cruciale è: reflex o mirrorless? E in subordine: FF o aps-c? |
| inviato il 19 Gennaio 2018 ore 12:31
Ho l'impressione che quando arriveremo alla tecnologia necessaria per attraversare i cunicoli spazio-tempo, quella domanda sarà sorpassata da qualche ... anno-luce |
| inviato il 19 Gennaio 2018 ore 21:46
Se immaginiamo l'immaginazione, questa rimane immaginazione. Se immaginiamo la realtà, questa si trasforma in immaginazione. E allora, quando è che la realtà rimane tale? Quando ti fai i càzzi tuoi. |
| inviato il 20 Gennaio 2018 ore 9:19
Cartesio dovrebbe rivedere le sue posizioni in: "Mi faccio i càzzi miei, ergo sum" |
| inviato il 20 Gennaio 2018 ore 9:26
Oppure quando ti giri e sbatti contro lo spigolo della finestra perché non ti immaginavi fosse aperta. Ma allora quando il fotografo scatta, immerso in una situazione di cui non può prevedere l'evoluzione, non usa l'immaginazione? È compresso in un presente che non fa intravvedere il futuro. |
| inviato il 20 Gennaio 2018 ore 9:54
Ale Z, credo che alcuni scatti di HCB rispondano bene alla tua domanda: lui si appostava preparando l'inquadratura sapendo che proprio in "quel" punto dell'inquadratura (era piuttosto rigoroso rispetto alle regole della composizione) prima o poi sarebbe accaduto qualcosa, anche se non sapeva esattamente cosa; quindi usava l'immaginazione, ma solo quel tanto che gli serviva, senza pretendere di immaginare tutto (a parte alcune foto che spacciò per quella che oggi chiamiamo "street" e che invece furono eseguite con ordini ben precisi agli improvvisati attori; ma questa è un'altra storia) |
| inviato il 20 Gennaio 2018 ore 11:50
E se invece sono in mezzo agli scontri polizia manifestanti? Che non è nemmeno una delle situazioni più imprevedibili. |
| inviato il 20 Gennaio 2018 ore 19:00
“ Cartesio dovrebbe rivedere le sue posizioni in: "Mi faccio i càzzi miei, ergo sum" „ Non è da escludere che sia più filosofo chi non si interessa di filosofia |
| inviato il 21 Gennaio 2018 ore 8:30
Il tempo e la fotografia. Il tempo passato (l'esperienza), il presente (la foto), il futuro (la pubblicazione), di nuovo il passato (il ricordo), il presente (qualsiasi) , il futuro (il desiderio). Una ruota, realtà e immaginazione, e inganno. |
| inviato il 21 Gennaio 2018 ore 8:42
L'unica cosa che non inganna è lo specchio appeso in bagno: ad ogni passaggio del tempo, quando ti alzi al mattino e ti lavi la faccia noti una ruga in più. Peccato che lo specchio non abbia un sensore o una pellicola incorporati |
| inviato il 21 Gennaio 2018 ore 9:42
Lo specchio restituisce un'immagine più falsa di quanto possa sembrare, secondo me: mi viene in mente "Uno,nessuno e centomila" e ricordo del protagonista che scopre di avere le sopracciglia diverse da come le aveva sempre viste. Quel giorno le aveva osservate. Un buon ritratto può essere più fedele alla realtà: Ti costringe ad osservarti. Ripenso alla prima volta che ascoltai la mia voce registrata su un Geloso a bobina: avevo sempre sentito la mia voce ma non l'avevo mai ascoltata. Ero incredulo che fosse mia. |
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