| inviato il 12 Marzo 2015 ore 15:42
Caro Occhiodelcigno, innanzi tutto grazie per i complimenti. Io ho solo dato il via, se il gruppo resterò vivo sarò solo grazie a voi tutti. Nel merito della discussione, temo che il tuo desiderio di trovare una base comune, degli schemi nei quali incasellare "qualcosa di utile e concreto" per le nostre discussioni ti esponga al pericolo di stallo (già traspare, mi pare, un sintomo di impazienza per tutta questa "inutilità"). Se anche volessimo percorrere la strada che tu proponi ci ritroveremo presto a lottare per cercare di reggere in piedi su basi comuni (e questo sì sarebbe inutile) concetti che vivono solo nella nostra personale sensibilità e, come dice Francesco, neppure a lungo e, quasi mai, per sempre. Una definizione molto popolare, ma di una certa suggestione, definisce la cultura "tutto quello che ci resta quando abbiamo dimenticato tutto". Su questa base ti riformulo la domanda e ti chiedo: quello che finora hai sedimentato nel corso del tempo e delle tue esperienze nel profondo del tuo sentire e della tua sensibilità (io la chiamo cultura, tu come vuoi) ti serve quando porti il tuo occhio (di cigno? ) all'altezza del mirino della tua fotocamera? |
| inviato il 12 Marzo 2015 ore 16:05
Prendo spunto dalle parole di Jeronim, per un pensiero, più in generale rivolto al gruppo che ha lui creato... Proprio perchè, mi pare, tu voglia promuovere riflessione e dubbio, per come la vedo io... guai a cercare di replicare qui lo schema dell'omologato-accettato-condiviso. Mal venga il tentativo di adoperarsi per approdare a un pensiero unico, a un qualche volemose bene fondato sull'esclusione e il bando degli approcci "distanti". Sarà possibile farlo, senza cadere nella trappola del "solito modo" e senza, all'opposto, che la polemica personale ne diventi il sale? Io penso positivo, e sono convinto che si possa. E spero pure ci si riesca |
| inviato il 12 Marzo 2015 ore 16:06
Ah.... e non mi pare OT |
user20639 | inviato il 12 Marzo 2015 ore 19:15
Visto che si ama fare le citazioni, vorrei farvi conoscere questa: ""Fotografare vuol dire cercare nelle cose quel che uno ha capito con la testa. La grande foto è l'immagine di un'idea. (Tiziano Terzani )"" Anche ogni foto, è un'immagine di una cultura, anche se il Maestro Franco Jeronim, vuole fare delle selezioni, separando le culture buone da quelle cattive, in fondo, è quello che fanno tutti, nel loro intimo. La bellezza di un mezzo come questo: il web, questo sito, è quello di lasciare esprimere qualsiasi cultura, con qualsiasi immagine. Per me c'è la possibilità, in questo ambiente, fino a che, rimarrà una piazza libera, libera di attaccare qualsiasi immagine, anche se è un culo..... è quello di visionare tutte le possibili culture. Questo per me, può essere una ricchezza, anche se si tratta di un culo, dietro a quel culo c'è una cultura....può essere una cultura sbagliata o giusta, va bene, ma colui che mi ha fatto notare questa cultura mi ha arricchito, nel bene e nel male. Sarà la mia cultura a decidere e scegliere cosa andrà bene. (la mela dell'Eden l'ho mangiata anch'io) La cultura delle regole, nell'arte, non può essere, i regimi ci hanno provato, adesso ci prova il potere economico che subdolamente è quasi riuscito a convincere mezzo mondo ad omologarsi, con le culture del consumismo. Questa volta, non mi sono espresso ermeticamente, ma sembra che alcuni lo facciano più di me, in questo luogo. Arrivederci |
| inviato il 12 Marzo 2015 ore 20:11
Francesco “ Ma... a livello più inconsapevole, che ne dici? „ Capisco perfettamente i due aspetti (almeno spero ) : -la cultura come fonte di ispirazione, citazione e arricchimento degli aspetti che posso inserire in un'immagine. -la cultura come nutrimento, che al pari del buon cibo e dell'esperienza, muta il nostro essere, attraverso un processo inconsapevole. Cigno, vorrei portarti un esempio tratto da un romanzo di Coelho, che è attinente con il linguaggio visivo. In una foto puoi inserire una croce cristiana. Chi la guarderà riconoscerà un simbolo di fede, pace e fratellanza. Se tu potessi mostrare quella foto ad un pubblico di 2000 anni fa, esso vedrebbe uno strumento di tortura e morte, al pari di come noi vediamo oggi una sedia elettrica. Potrei anche aggiungere: ciò che Coelho non dice, è che a prescindere dal contesto socio-culturale, la croce "non equilatera" rappresenta la tensione e la sofferenza dell'uomo, al contempo relegato nel piano materiale (rappresentato dal palo orizzontale) e tirato verso l'alto dello spirito (rappresentato dal palo verticale). Però manca ancora una cosa. L'EMOZIONE. Che emozione ti suscita la croce cristiana? Quale emozione nasce in te guardando una sedia elettrica? Anche seguendo la dinamica che ha portato Francesco a proporre i concetti di "ironia" e "pietà" (ma non necessariamente ), vorrei porre una domanda a tutti: Nel rapporto cultura-fotografo, che ruolo gioca l'emozione? |
| inviato il 12 Marzo 2015 ore 20:16
Wildvideo.... ma per me la cultura incorpora un mare di emozioni! |
| inviato il 12 Marzo 2015 ore 23:54
Scusate tutti l'OT, ma Leoconte mi tira in ballo esplicitamente e non posso fare a finta di niente. Solo due righe, poi lascio spazio a cose più interessanti. “ Anche ogni foto, è un'immagine di una cultura, anche se il Maestro Franco Jeronim, vuole fare delle selezioni, separando le culture buone da quelle cattive, in fondo, è quello che fanno tutti, nel loro intimo. „ Caro Leoconte, non presterò il fianco ad una polemica che, francamente, ritengo infondata oltre che inutile per tutti. Non credo neppure di dovermi difendere. Per me parlano le mie iniziative ed i miei interventi. Lascio perciò il giudizio a chi mi legge e a chi ha partecipato, fin qui con impegno ed educazione, a questa ed altre discussioni del gruppo "cultura, critica e lettura dell'immagine" (ma non solo). Ti saluto. Franco |
user46920 | inviato il 13 Marzo 2015 ore 2:43
J:“ quello che finora hai sedimentato nel corso del tempo e delle tue esperienze nel profondo del tuo sentire e della tua sensibilità (io la chiamo cultura, tu come vuoi) ti serve quando porti il tuo occhio (di cigno?;-)) all'altezza del mirino della tua fotocamera? „ Certo che SI, è naturale. Chiunque di noi mette se stesso in tutto quello che fa. Speravo fosse un giro di parole e che avesse uno sbocco verso un mondo nuovo, arcano, mai esplorato prima ... ma mi ritrovo ancora qua (il ché non è un male di per sé ... ed è un lato positivo ) Ora passiamo alla parte "polemica": “ temo che il tuo desiderio di trovare una base comune, degli schemi nei quali incasellare "qualcosa di utile e concreto" per le nostre discussioni ti esponga al pericolo di stallo „ Esatto, dici bene Franco (Jeronim) ... TIMORE Questo sentimento è la chiave di tutto. E mi spiego, ma devo prima mettere una premessa: Non so perché io dia ad alcuni l'impressione di voler per forza catalogare, incasellare ed ingabbiare le cose e/o i pensieri, o l'Arte, o i sentimenti o chissa cos'altro ??? E, a parte che la cosa è un po' fastidiosa, credo piuttosto che sia una proiezione "donatami" da qualcuno che per qualche motivo culturale suo, ha pensato bene di macchiarmi l'abito e magari continua a farlo !!! (spero di potermi cambiare prima del grande ricevimento). Chiusa premessa ... andiamo avanti con la chiave. Nella curiosità c'è già dentro lo spirito di esplorazione. E per poter fare esplorazione, senza troppi rischi, è necessario fare un campo base: poi ogni giorno si parte per esplorare una zona inesplorata, consapevoli di poter rientrare a sera nel campo base. (il campo base è, ad esempio, un codice o un significato comune: cultura = esperienza, sensibilità, vita, scuola, ecc) Il timore può diventare un freno che chiude le porte alla curiosità, e: addio all'esplorazione, addio al viaggio e alle scoperte, addio alla conoscenza ed addio ad una esperienza personale vissuta. Senza il TIMORE, si potrebbe parlare tutti di ogni cosa tranquillamente, ed arrivare passo-passo ad esplorare le cose insieme (... anche se in un forum c'è poca esperienza fisica, è tutto mentale e/o spirituale). Senza entrare troppo nel merito personale di ognuno di noi, ritengo che sia il TIMORE ad inficiare facilmente i percorsi e i discorsi tenuti. E siccome mettiamo volentieri davanti a tutto il resto, i nostri sentimenti del momento, ad ogni causa di ragione con l'altro, per affinità o per cercare di trasmettere "qualcosa", spesso si da luogo ad una facile distorsione dei messaggi (trasmessi e ricevuti), proprio perché non si vogliono utilizzare metodi di comunicazione più semplici (o perché purtroppo non si conoscono). I codici o i termini incomprensibili (tra di noi), deformati dai nostri filtri personali, ovvero dalla nostra cultura, limitano di conseguenza le esplorazioni, le comprensioni, le scoperte ... in poche parole, la crescita (anche del gruppo). Stabilire prima le regole del "gioco", è normale e necessario. Il gioco a cui mi riferisco è proprio la comunicazione in generale, e per questo dico che se si vuol fare due chiacchiere sulla cultura e su come eventualmente influenzi la nontra fotografia, è necessario prima stabilire il significato a grandi linee del termine "Cultura" ... in modo che tutti noi possiamo avere lo stessa possibilità di utilizzarlo come codice comune , senza dovere ristabilire il suo significato ogni volta che lo si usa nei messaggi (e questo è solo un esempio del principio). A questo proposito vorrei sapere se per voi è giusta o sbagliata questa procedura, e se sia o meno da prendere nella giusta considerazione. Da come ne parla qualcuno sembra inutile, e però lui usa il suo concetto di cultura, mentre chi lo legge usa un altro concetto dello stesso codice ... e si va avanti così in eterno ... senza una reale comprensione. Ovvero mi sembrano quei discorsi sulla qualità di una lente, fatti usando delle immagini 1200x800 pixel ... (per chi non lo sapesse, sono discorsi inutili ). E' per questo che fin da subito ho portato un Vocabolario, non per incasellare o schematizzare o portare in stallo questo volo, ma solo come bussola e altimetro, per capire dove vado ed evitare una picchiata definitiva. |
user46920 | inviato il 13 Marzo 2015 ore 4:02
Ciao Wild, felice di chiacchierare con te, anche al di fuori delle gallerie La cultura è tante cose come si vede e la simbologia ne fa parte, volente o nolente. La croce, la sedia, ma anche la gabbia, la catena o la bara, sono tutti sibolicamente riconducibili ognuno a diversi significati. “ Che emozione ti suscita la croce cristiana? „ Nessuna emozione, però vorrei dire che non è obbligatorio vedere la Croce solo come "tortura e morte" (oltre che a Fratellanza, ecc). Il significato, per il popolo che l'adoperava, era quello di uno strumento di Giustizia, ancor prima di tutti gli altri significati. Oggi usiamo la Bilancia, per pareggiare i conti, ma crescono solo le casse svizzere, e la giustizia l'abbiamo dismessa da un po' !!! “ Quale emozione nasce in te guardando una sedia elettrica? „ La Sedia elettrica, come il Cappio o la Ghigliottina, anche questi potrebbero essere intesi come strumenti di Giustizia, oltre sicuramente a quello di morte, ma non mi emozionano particolarmente. Le Armi da fuoco invece sono certamente strumenti di morte, mentre Arco e Freccia o Coltello, Lancia, Fionda, ecc, risultano ancora strumenti di Caccia e Difesa. La Spada è simbolo di Guerra, come il Carro-armato “ Nel rapporto cultura-fotografo, che ruolo gioca l'emozione? „ In genere l'emozione non serve a fare bene le fotografie, ma sicuramente aiuta a trovare spunti e idee, forse migliori. |
| inviato il 13 Marzo 2015 ore 6:11
" Francesco.meren - La cultura serve ? " L'esperienza altrui, tramandata, fa progredire, in tutti i campi, fotografia compresa, altrimenti ciascuna dovrebbe ripartire dalla scoperta dell'acqua calda, della ruota, della scrittura etc. ed il progresso, semplicemente, non esisterebbe. La cultura tramandata è l'unico mezzo, l'unico, non ce ne sono altri, per il progresso umano in tutti i campi, e la fotografia non fa eccezione. Tengo poi a fare BEN presente che, per quanto mi riguarda, il solo porsi la domanda se serve o meno, è marker indelebile di povertà di pensiero e piena immaturità intellettiva. Sembra proprio che il contenuto d'intelligenza del pianeta, nel tempo, sia un invariante, mentre la popolazione, ahimè, è in forte aumento. |
| inviato il 13 Marzo 2015 ore 7:32
Sinceramente trovo gli sviluppi della discussione quantomeno surreali A parte Leoconte, che sceglie una polemica, immagino assolutamente personale e che nulla ha a che fare con la discussione, per lanciare strali su presunti censori moralisti (o qualcosa del genere), o meglio per prendersela specificamente con qualcuno in modo, se sto a quel che leggo qui, quantomeno incomprensibile... A parte ciò, mi pare, la domanda (Alessandro, "la cultura serve" era evidentemente una forma-provocazioncina e auspico che, letteralmente, nessuno l'abbia presa in maniera tale da doversi sentire affibbiato quel marker) era probabilmente mal posta, poco chiara, incapace di produrre gli sviluppi auspicati dall'autore del topic. O forse semplicemente il mezzo è più adatto a discussioni di diverso ordine, e questo non è controvertibile... Ringrazio davvero tutti di cuore per aver partecipato alle chiacchiere e altrettanto a tutti auguro una buona giornata F |
| inviato il 13 Marzo 2015 ore 9:52
Forse il titolo dato da Francesco lasciava larga interpretazione, ma leggendo il suo promo intervento “ il "sapere" fotografico in tutte le sue varianti, soprattutto la conoscenza dei grandi fotografi e del loro lavoro, aiuta a realizzare fotografia migliore oppure è ininfluente? „ credo che l'argomento fosse abbastanza chiaro! Poi i vari interventi hanno fatto debordare il discorso dai suoi argini naturali.... fino ad arrivare ad attacchi personali oppure ad esprimere opinioni "definitive"! Credo invece che uno spazio dove ognuno possa esprimere pacatamente le proprie idee, condivisibili o meno, ma nel rispetto di tutti, sia uno spazio da coltivare e far crescere. Anche il dialogo con chi la pensa diversamente da noi accresce la nostra "cultura". Secondo la mia modestissima opinione! Un saluto a tutti! Peppe |
| inviato il 13 Marzo 2015 ore 10:16
@Alessandro Pollastrini Caro Alessandro, mi pare che questo sia il tuo primo intervento in questa discussione e, francamente, mi chiedo se tu abbia letto la domanda, così come posta dall'autore, e quello che è stato scritto in 10 pagine e decine di interventi. La risposta che ora tu dai è esattamente quella che Francesco Merenda, aveva preventivamente definito "retorica" e quindi inutile. Ma anche senza entrare nel merito, avendo io messo tra i "comandamenti" di questo gruppo la moderazione e l'educazione, mi chiedo il senso di questa tua entrata a gamba tesa, di questa caduta di stile alimentata solo da giudizi sommari ed offensivi per tutti. Si può sbagliare, una svista, una leggerezza, possono capitare a tutti ed io, naturalmente, non sono qui a condannare nessuno. Sono tuttavia convinto che un tuo "ravvedimento operoso" a questo punto si imponga. Non tanto per Francesco (il mondo della fotografia è vasto e può trovare, dove vuole, ben altri spazi) quanto per te stesso. Il rischio è che quel “ marker indelebile di povertà di pensiero e piena immaturità intellettiva „ resti appiccicato su di te. E qui, sinceramente, non lo vuole nessuno. Un saluto cordiale. Franco |
| inviato il 13 Marzo 2015 ore 10:19
“ Poi i vari interventi hanno fatto debordare il discorso dai suoi argini naturali.... fino ad arrivare ad attacchi personali oppure ad esprimere opinioni "definitive"! Credo invece che uno spazio dove ognuno possa esprimere pacatamente le proprie idee, condivisibili o meno, ma nel rispetto di tutti, sia uno spazio da coltivare e far crescere. Anche il dialogo con chi la pensa diversamente da noi accresce la nostra "cultura". Secondo la mia modestissima opinione! Un saluto a tutti! Peppe „ Ottimo intervento, Peppe. |
| inviato il 13 Marzo 2015 ore 10:58
Questo gruppo ci sta dando l'occasione (finalmente) di trattare tematiche da troppo tempo trascurate. Credo si giusto sfruttarla lasciandosi vecchie diatribe o eventuali scontri su qualche immagine alle spalle per dialogare a mente aperta sui temi e contenuti senza focalizzarsi troppo sulle definizioni, la cultura qui cerchiamo di farla non solo con il dizionario Credo che un ottimo esempio di quanto il percorso culturale influisca sul modo di realizzare le proprie immagini sia uno dei Fotografi più famosi del nostro tempo David LaChapelle, la contaminazione determinata dall'esperienza artistica con Andy Warhol mi sembra evidentissima nel suo lavoro. |
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