user44968 | inviato il 23 Giugno 2014 ore 17:09
vi segnalo questo link: espresso.repubblica.it/inchieste/2014/06/19/news/proletari-digitali-1. non parla espressamente di fotografi, ma i fotografi sono nella medesima situazione. metto il link, perchè questi temi sono venuti fuori spesso, non ultimo sul topic sui fotografi dei mondiali. un monito a tutti quelli che vedono nella professione del fotografo,abbagliati dai pochissimi big, possibilità di guadagno e vita priviliggiata, soprattutto chi sogna di diventare il nuovo mccurry, e essere pubblicato sul national geographic. il tempo d'oro dei fotografi è morto, oggi per l'editoria valiamo meno di zero! e sia l'editoria sia le agenzie ci vedono solo come dei muli da spremere e poi mandare al macello, si abbassa la qualità dei servizi????? per loro conta solo il profitto. e se la rivista chiude....tanto i manager guadagnano abbastanza da potersi permettere la disoccupazione per tutti gli altri amen. si va in ucraina e si muore per 3 euro a foto! tra l'altro pubblicato sulla pagine de"l'espresso", gruppo al top! e che io adoro! (si capisce che sono ironico?) buona lettura! |
| inviato il 24 Giugno 2014 ore 9:38
“ l'offerta supera la domanda e il prezzo lo fanno loro "le agenzie" „ vero, però la qualità? Avete presente il servizio (mi pare di repubblica) in San Pietro il giorno della santificazione dei due papi? Il fatto è il seguente: Non c'è più una cultura della fotografia. Ci si sente autorizzati a chiamarsi fotografi dopo aver letto un libro di Freeman o kelby cristo di un dio. Fiorire di pagine personali sui social in cui ci si chiama photographer & similia, ma libri di autori VERI quanti ne abbiamo letti? ci sappiamo approcciare alla fotografia con la giusta mentalità? saper creare un progetto? Quasi nessuno. Che poi i consigli i veri fotografi te li danno. Se cercate delle interviste sul web, o potete presenziare a una conferenza, leggere i loro libri, vi sembrearà assurdo quanto tutti loro, alla radice del pensiero dicano esattamente le stesse 3-4 cose. Perchè dico questo? perchè se ci troviamo in una situazione dove fotografo è quel tipo con la fotocamera, e l'ignoranza è dilagante, è principalmente colpa nostra. “ Per un vero fotografo una storia non è un indirizzo a cui recarsi con delle macchine sofisticate e i filtri giusti. Una storia vuol dire leggere, studiare, prepararsi Fotografare vuol dire cercare nelle cose quel che uno ha capito con la testa. La grande foto è l'immagine di un'idea. Bisogna capire cosa c'è dietro i fatti per poterli rappresentare. La fotografia - clic! ? quella la sanno fare tutti. Tiziano Terzani „ |
user44968 | inviato il 24 Giugno 2014 ore 10:15
chi comanda è forse più l'editoria che le agenzie, che poi è quella che "caccia i soldi". dici bene matteo, la qualità! il problema sempre partendo dall'editoria è che oggi, le figure 2.0 anche manageriali non hanno le competenze che avevano un tempo, questi hanno avuto una formazione del tutto globalizzata per cui in un equazione con decine di variabili conta solo la costante denaro! oggi secondo me l'errore maggiore che stanno facendo è quello di mettere sullo stesso piano strumenti e canali visivi completamente diversi. mi spiego meglio....anche perchè è un problema anche del giornalismo non solo della fotografia, io poi che sono fotoreporter li vivo entrambi sulla mia pelle. c'è la fotografia e c'è il video. sono strumenti diversi e hanno approcci diversi, sia nella realizzazione, che nel modo di cui se ne usufruisce. i due sistemi hanno tempi diversi e target diversi mentre chi guarda il video, sostanzialmente vuole solo essere informato, vedere cosa è successo e poi basta, chi guarda le foto cerca altro, cerca non solo l'informazione, ma anche la riflessione, il fatto che si tratta di un immagine statica e che ferma il momento dimostra proprio questo. l'errore che si sta commettendo è proprio questo, vendere le fotografie come si vendono i video, e pretendere che una fotografia arrivi in redazione con la stessa velocità del video. e qui che casca l'asino, perchè mentre per il video, visto la velocità del suo ciclo di vita con cui l'utente finale lo ingerisce, digerisce e defeca (scusate il francesismo) e quindi permette delle rinunce o è più tollerante a tecnicismi e risvolti artistici, la foto che ha un approccio più riflessivo e lento e che induce l'utente finale a soffermarsi sui dettagli, queste rinunce non può permettersele! pensiamo all'utente finale, chi guarda un video al tg, e chi compra un foto reportage di guerra. sono la stessa persona? lo guardano con la stessa attenzione e lo stesso spirito critico? assolutamente no. l'editoria, pretendendo di avere le foto subito! e sbattendole senza contesto sui quotidiani confidando tutto nel testo del giornalista, sta buttando ne cesso il concetto di qualità fotografica. unita ai prezzi bassissimi che offre in cambio ha allontanato i bravi fotografi da questo settore, che o scendono a patti con la pagnotta, o si rifiutano di fare i pecoroni. per dirla alla conte: "è un ricatto bello e buono" il fatto grave è che addirittura riviste "fotografiche" come il buon national geographic hanno adottato la stessa politica. un reportage richiede studio(a casa su libri, giornali riviste) richiede competenze, progetti artistici e logistici, solo alla fine si passa all'azione, affinchè un reportage sia di qualità è necessario anche fare una forte selezione delle foto, affichè venga fuori un racconto non solo bello, ma "capibile" per chi poi ne usufruisce, e tutte queste cose cozzano col concetto di "velocità" e col concetto di "basso costo". tra l'altro svelo in anteprima che c'è una cordata di fotografi professionisti che stanno provando a realizzare una rivista forse on line, con solo reportage fotografici.speriamo bene! tutta questa cecità artistica sicuramente unita a quello che dici tu, ha portato non solo all'abbassamento della qualità sul prodotto finito, ma al demolimento delle capacità professionali della figura del fotografo, oltre al preconcetto che a fare le foto non ci vuole niente, tanto fa tutto la macchina. e il tutto si traduce anche in quella carovana deprimente di fotografi di guerra odierni, si muovono in branco, tutti a fotografare le stesse cose con voracità e fretta perchè più foto mandi e più guadagni, non si cercano storie, non si cerca il particolare, una visione unica e la più vendibile.(che poi è questo anche un altro aspetto grave, fai la foto del secolo che cozza con la politica finanziaria del gruppo editoriale e dei suoi finanziatori e la foto la puoi anche bruciare, prova a pubblicale una foto che mette in cattiva luce la fiat o gli agnelli su rcs, ma anche sugli altri) e tutto questo si traduce in una pochezza e banalità dei servizi di guerra odierni, tutti uguali, tutti stereotipizzati, addirittura fatti tutti con le stesse ottiche e zoom e si vede! poi le agenzie ci hanno messo del loro, puntando tutto sul sensazionalismo da 4 soldi, che dice pure" un reportage di guerra si può fare anche con l'iphone"....poi lo vedi...è evidente che è scadente, ma siccome è magnum, tutta una serie di pippologi intellettualoidi lo trasformano nell'opera d'arte del secolo. e ottui quelli che hanno un iphone automaticamente si sentono fotoreporter, con studio alle spalle 0, anni di pratica 0, programmazione 0, competenze 0, e poi giustamente quanto gli vuoi dare? 3 euro a foto sono più che sufficienti! parallelismo con l'arte, quanti pittori moderni conosci capaci di dipingere come caravaggio?? quanti invece hanno come modello polloch? imparare a dipingere come caravaggio richiede anni di studio e non è detto di riuscirci, i quadri di pollock li so fare pure io! la fotografia è arte, troppo spesso viene trattata come una professione, e un artista merita rispetto! |
| inviato il 24 Giugno 2014 ore 10:48
“ e qui che casca l'asino, perchè mentre per il video, visto la velocità del suo ciclo di vita con cui l'utente finale lo ingerisce, digerisce e defeca (scusate il francesismo) e quindi permette delle rinunce o è più tollerante a tecnicismi e risvolti artistici, la foto che ha un approccio più riflessivo e lento e che induce l'utente finale a soffermarsi sui dettagli, queste rinunce non può permettersele! „ Su questo sono d'accordissimo, come sono d'accordo che i "manager" odierni freschi di luiss o bocconiani o ancor peggio ingegneri gestionali, vengono messi/vogliono essere messi/li mettono perchè hanno amici/ in posti in cui non conterebbe solo far soldi. E da li tutti i problemi che conosciamo. però mi permetto di darti contro su altre due questioni. Parlando di fotografi armati di iphone, presumo tu ti riferisca ad Michael Brown, però io sono sincero, molte delle sue foto mi piacciono. Io posso capire che io/te/altri armati di pieno formato, che ci si fa il culo, vedere uno che con foto scattate dal cellulare entra alla magnum, faccia imbestialire e rimanere increduli... però le foto son queste www.clickblog.it/post/83981/michael-christopher-brown-allagenzia-magnu www.mcbphotos.com Possiamo girarci introno, ma il ragazzo ha occhio, e vedendo altri sui scatti, devo dire che non sono colpi di fortuna.... posso anche dirti che ho scattato foto con il mio cellulare che VOGLIO stampare e incorniciare, perchè hanno reso benissimo ciò che avevo in testa. Poi ovvio che dipende dalla situazione, se sei a lavoro, se sono al buio ho bisogno della reflex, velocità di scatto, qualità estetica, certo, ma se ci sleghiamo dal concetto del "mezzo", secondo me ci faremmo del bene. Non dico che non serve la reflex (io per primo la possiedo), ma di "aprire" la mente. Per quanto invece riguarda pollock , non saprei, penso che tutti potremmo rifare un'imitazione di un pollock, prendiamo il pennello e sgoccioliamo ovunque, però credo che Pollock sgocciolasse esattamente dove voleva che fosse lo schizzo e non per caso.... capisci quello che dico? e comunque “ defeca (scusate il francesismo „ defeca è da maleducati, scrivi caga la prossima volta. (ps. anche a livello tecnico, quel × iphone di brown le fa veramente bene le foto, si deve essere fatto fare da apple un modello apposta) bona |
user44968 | inviato il 24 Giugno 2014 ore 11:05
su pollock- caravaggio era per rendere l'idea, a me l'arte astratta piace poco, anche perchè non sai dove finisce il genio e dove invece comincia il "ho fatto una cagata a casaccio e la gente mi è venuta dietro" una volta non so dove ho visto, credo "pif" ne il testimone, dove un famoso e quotato "artist performer" diceva che non sapeva cosa fare e si era messo ad accendere e spegnere le luci... per me è inaudito!!! su brown non critico il fotografo, ma questa enfasi su questo progetto iphone, con una altra fotocamera, non necessariamente una FF, anche una olympus m4/3 lui, che è bravo, lo avrebbe fatto anche meglio. e allora perchè farlo con un oggetto che ti limita quando lo puoi fare meglio con un altro che tra l'altro costa anche meno? vuoi fare il figo! e perchè come tutti in quella agenzia vivete di masturbazioni celebrali, e vi autocelebrate da soli, consci del fatto che c'è tutto un mondo"pippo-artistico" che vi segue ciecamente. nello specifico del reportage, se tu o io "illustri sconosciuti" avessimo presentato un reportage simile al gazzettino del fiume tardullo, ce lo avrebbero tirato dietro! come reportage è scadente, c'è un paio di foto carine messe li da soli, ma come dicevo prima il reportage (li sono una sessantina se non sbaglio) deve avere il giusto numero di foto, che guardate in sequenza mi raccontino una storia, io la storia li non la vedo. qualche bella foto c'è per carità, (vado a memoria) c'è quella sua una jeep che mi piace molto, ma alcune sono assurde. quella del bambino? della tigre? dove sta il contesto??? qual'era la storia? che c'è stata una guerra in libia? per quello c'è il telegiornale....e si ritorna la discorso di prima.. poi cmq questo aspetto magnum è un ossimoro, da una parte fotografi trattati come carne da macello, che vorrebbero fare arte e vengono trattati come schiavi e pagati di conseguenza disincentivandoli a cercare l'arte, e dall'altra fotografi che solo perchè magnum solo perchè famosi solo perchè armati di iphone, vengono idolatrati e pagati molto di più di quello che valgono...io per la cronaca non sopporto nemmeno mccurry pensa un pò... |
user3834 | inviato il 29 Giugno 2014 ore 10:18
Comunque il problema della paga è un pò più complesso, ora sono al cellulare ed è troppo lunga da scrivere, però sappiate che l'Espresso è oggi uno dei pochi che può far campare bene un fotografo. |
user44968 | inviato il 29 Giugno 2014 ore 13:37
si anche perchè è uno dei pochi che ancora fa qualche inchiesta... a che se li ultimamente si stanno buttando troppo in settori virtuali difficili da fotografare come politica, o web...quando torni al pc, cmq dicci tutto. |
user3834 | inviato il 30 Giugno 2014 ore 14:21
Allora parlo per il fotogiornalismo... Partiamo dal fatto che al giorno d'oggi i quotidiani non comprano più le foto ma hanno dei contratti a prezzo fisso con le varie grandi agenzie fotogiornalistiche e i prezzi sono ovviamemte molto bassi. Detto questo, ci sono varie possibilità e quelle più "vivibili" sono le seguenti... Lavori per una agenzia fotografica importante e hai un fisso per le foto vendute ai quotidiani e una percentuale per quelle extra vendute a settimanali, mensili, televisioni o altro. Lavori per una agenzia fotografica importante e vieni pagato sul "venduto"... volutamente messo tra virgolette perchè c'è sempre il discorso del fisso al mese, quindi se l'agenzia prende 5.000 euro al mese da Repubblica, il 50% rimane all'agenzia e l'altra metà va al fotografo in relazione a quanto ha venduto... ma anche in relazione a quanto hanno venduto gli altri... più si vende meno si guadagna! Quindi nel primo caso lavori come uno schiavo facendo MINIMO 4 servizi al giorno che possono arrivare a 6, nel secondo caso cerchi di caparti il servizio migliore odiando tutti i tuoi colleghi e sperando che i giornali comprino poche foto ma tue! E questa è la parte buona... poi ci sono quelli che vendono le foto a 5$ tramiti i sito stock di fotogiornalismo... mi spiace per loro. |
| inviato il 30 Giugno 2014 ore 14:51
terrificante... |
| inviato il 30 Giugno 2014 ore 14:59
Io ala luce di questi fatti mi chiedo come fanno a tirare avanti coloro che hanno il negozio e fanno qualche matrimonio,pochi servizi ai nuovi nati con i genitori e poco altro. Il fotogiornalista o il fotografo del negozietto....oggigiorno chi tira meglio a campare? |
user44968 | inviato il 30 Giugno 2014 ore 15:20
un altra opzione a quelle inserite da blackdiamond, ti autoproduci partendo o da una base economica che hai creato col tempo(negli anni d'oro), e solo se hai un nome ti proponi da indipendente a una agenzia e ti fai pagare direttamente da lei, con la "minaccia" o le compri tu o le do ad altri... ci vuole un pò di "nome" però.... |
user3834 | inviato il 30 Giugno 2014 ore 15:54
Nuovo, io lavoro con i migliori fotogiornalisti italiani... Ti assicuro che nessuno ha il potere di imporre nulla (almeno in Italia) ieri sono andato a fare un reportage di mia spontanea volontà su una festa indiana fatta in una cittadina del litorale laziale, c'erano altri 3 colleghi tutti cercheremo di vendere le foto a l'Espresso, Panorama e altri... Io che ho uno stipendio a fine mese DEVO andare prima dalla mia agenzia e propoegliele... Se loro non sono interessati provo a venderle in modo diretto, se li scavalco perdo il lavoro e di fotografi bravi a spasso ce ne sono molti... |
user3834 | inviato il 30 Giugno 2014 ore 15:58
Fotoddo il lavoro con il privato ha subito un problema simile... Sai quanti ti dicono che le foto le fà il mio amico con la reflex a 300 euro... E la maggior parte sta qui dentro... È inevitabile, il digitale da la possibilità A tutti di fotografare a basso costo e la maggior parte dei clienti non ha la capacità di capire la differenza tra un professionista e un amatore... Soprattutto sul fatto che se le foto vengono male non ti puoi risposare! |
| inviato il 30 Giugno 2014 ore 16:05
“ Sai quanti ti dicono che le foto le fà il mio amico con la reflex a 300 euro... E la maggior parte sta qui dentro „ concordo, però ti assicuro che la qualità ne risente pesantemente. Sono pochi i fotoamatori con manico che sanno lavorare a modo e non si svendono per due spiccioli. MI direte voi, ma allora perchè non si mettono a fare i professionisti davvero? Perchè il 90% si svende, a pochi (nessuno) frega più della qualità, e tutti considerano la fotografia un arte in cui non bisogna studiare (e non parlo di quel libro del menga di freeman, please) |
user3834 | inviato il 30 Giugno 2014 ore 16:09
Ci metterei anche che i soldi li prendi in nero e amen... Poi ci sono i × che fanno fattura e pagano le tasse. |
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