| inviato il 22 Maggio 2021 ore 18:42
Vorrei stampare alcune foto da Saal su carta fotografica opaca. Per preparare il file ho scaricato il profilo della carta e, osservando le immagini a monitor vedo che, come era prevedibile, tutti i neri profondi finiscono fuori gamut. A questo punto avrei due domande da porre: 1) Cosa è meglio fare? Cioè se sia preferibile non fare nulla per i neri profondi, limitandomi ad osservare come dovrebbero apparire poi nella stampa, e cioè di un nero meno profondo (in pratica un grigio molto scuro), limitandomi casomai a regolare, se necessario, l'aspetto complessivo dell'immagine per le altre aree tonali a seconda di quel che mi appare sul monitor, o se sia preferibile, per qualche motivo, riportare la gamma dei colori presenti all'interno del gamut di stampa (sempre usando curve o livelli, immagino)? 2) Ho provato a eliminare i neri profondi dall'immagine, in modo che non vengano più evidenziate aree fuori gamut. Però quando poi provo ad applicare la maschera di contrasto preparatoria alla stampa ecco che vengono reintrodotti da questo filtro linee nere che vengono evidenziate sempre come fuori gamut. Anche in questo caso, che fare? Ignorare la faccende limitandomi a considerare che il microcontrasto portato dalla maschera di contrasto sarà in stampa più ridotto di quel che potrei aspettarmi, e procedere per tentativi per capire come regolarmi, o anche in questo caso meglio ignorare la cosa, confidando nel software delle macchine da stampa? |
| inviato il 23 Maggio 2021 ore 16:37
Up, nessuno? |
| inviato il 23 Maggio 2021 ore 19:49
io la stamperei cosi com'é e tanto peggio se sono fuori gamut, in tutti i casi la densità massima dei neri dipende dal tipo di carta, dal tipo tecnologia di stampa utilizzato, ecc..., non ne farei un dramma generalmente vengono bene lo stesso. |
user33434 | inviato il 23 Maggio 2021 ore 20:13
Fossi in te proverei a postprodurla da capo ma con il profilo caricato. Se il nero è fuori gamma anche la percezione degli altri colori ne verrà influenzata. So che è una rottura ma iniziando da capo avrai sicuramente quello che hai in mente. |
| inviato il 23 Maggio 2021 ore 22:13
“ Fossi in te proverei a postprodurla da capo ma con il profilo caricato. Se il nero è fuori gamma anche la percezione degli altri colori ne verrà influenzata. So che è una rottura ma iniziando da capo avrai sicuramente quello che hai in mente. „ In effetti è così, e non credo sia necessario rifare tutta la PP, credo basti osservare l'immagine applicando il profilo colore della carta con il softproof, e modificarla con le curve per aggiustare la gamma tonale. I neri fuori gamut vengono in ogni caso riportati a monitor modificati per rientrare nel profilo colore della carta, e quindi in realtà dovrei vedere qualcosa di simile a quello che sarà poi stampato. Quello che mi domandavo invece era solo se lasciare presenti nel file i colori fuori gamut (i neri profondi) poi portasse qualche conseguenza in fase di stampa o se si potesse tranquillamente ignorare la cosa. |
user33434 | inviato il 23 Maggio 2021 ore 22:20
Se sei soddisfatto con gli interventi che hai fatto lo puoi inviare tranquillamente. In stampa ti arriverà quello che hai visto nel softproofing. |
| inviato il 23 Maggio 2021 ore 22:42
“ Se sei soddisfatto con gli interventi che hai fatto lo puoi inviare tranquillamente. In stampa ti arriverà quello che hai visto nel softproofing. „ E' una serie di foto, in realtà per alcune occorrerà modificare anche qualcosa nella PP precedente, per compensare l'appiattimento della gamma dinamica, ma per molte basterà una passata di livelli. Almeno spero, vedremo... |
| inviato il 24 Maggio 2021 ore 8:28
Tieni anche conto che in generale il gamut della carta non va da 0 a 255 sui tre canali. Cioè quello che sta agli estremi della gamma tonale e che a monitor ancora vedi, sulla carta verrà clippato. Di quanto dipende dal tipo di carta. Ma anche se usi una lucida (ha il gamut più esteso) ad esempio in valore rgb intorno a 10, 10, 10 già risulterà come nero senza dettagli. In modo analogo anche valori intorno a 250, 250, 250 o anche meno. L'ampiezza esatta del gamut si scopre con l'esperienza. C1 ha la possibilità di impostare gli avvisi di sovra/sotto esposizione su valori differenti da 0 e 255. Possibilità molto utile in questo caso. |
| inviato il 24 Maggio 2021 ore 8:48
Io non cambierei niente della post. Al posto di mandarle a Saal io le manderei ad uno stampatore professionista italiano che ogni giorno fa le tarature per le stampe anche in base alle condizioni climatiche. Saal ti fornisce dei profili per le carte, ma non tiene in considerazione se oggi piove o c'è il sole o c'è il vento, anche la stampa ne risente di questo. È un po' come il pane...hai mai provato a mangiarlo in una giornata col vento e sentire che è molto più croccante rispetto ad una giornata umida? Eppure gli indredienti, le dosi, il forno il tempo di cottura anche dallo stesso fornaio sono sempre quelli, ma il risultato cambia per via di un'altra importante variabile, appunto le condizioni atmosferiche della giornata. Prova a cercare su FB "Pino di Lecce", persona molto competente e cordiale che ti risolve questi problemi in pochissimo tempo e ti dà sempre ottimi consigli. Prova una stampa con la carta cotone che è spettacolare come resa soprattutto dei neri profondi. |
| inviato il 24 Maggio 2021 ore 8:50
" Cosa è meglio fare?" La stampante ha un gamut diverso e più limitato dal gamut che vedi a monitor. Detta in altre parole, tutto quello che vedi a monitor non lo stampi. A spanne, tutto quello che è sotto 15, o lì vicino, come livello di grigio, in stampa viene nero (nero perfetto non è ma comuqnue in quelle ombre scure non ci leggi, viene tutto "nero") e tutto quello che è sopra 240 - 245 viene bianco sparato, viene bianco bruciato, non ci leggi in quei toni alti chiari. Il contrasto del monitor è poi diverso dal contrasto della stampa, dunque se non fai attenzione, la foto, buona a monitor come contrasto, in stampa viene a basso contrasto, piatta. I colori rappresentabili dal monitor sono diversi da quelli rappresentabili in stampa, sui rossi di solito la stampa ne stampa meno, sui blu e verdi ne stampa di più, dunque la foto va corretta anche come cromatismo locale. Bisogna fare il softproofing. Duplichi l'immagine da stampare in Photoshop, affianchi le due con corrispondenza su tutto, una delle due la trasli (Menù, visualizza, etc) nel gamut di stampa (ti ci vuole il profilo ICC di stampa). Se simulando la stampa, l'immagine cambia tanto sarebbe bene rifare tutto il fotoritocco tenedo conto di cehe cosa e quanto cambia, perché non la correggi più bene per la stampa. Prendendo come riferimento il duplicato che resta nello spazio colore di lavoro, inalterato, con livelli di Luminosità/Contrasto, Curve, Tonalità/saturazione o quello che razzo ti ci vuole, cerchi di fare la foto traslata nel gamut di stampa il più possibile uguale a quella duplicata nello spazio colore di lavoro (salvo eccezioni, uguale non viene mai). A quel punto, dai lo sharpening di stampa, diverso a seconda della carta, degli inchiostri e del formato di stampa, incroci le dita, e mandi in stampa. Se la stampa non ti viene bene, tiri un paio di moccoli, perché hai buttato via dei soldi, guardi dove la foto stampata non ti convince, in quelle aree la correggi come va corretta, e la ristampi. Amen. |
| inviato il 24 Maggio 2021 ore 11:42
“ A spanne, tutto quello che è sotto 15, o lì vicino, come livello di grigio, in stampa viene nero (nero perfetto non è ma comuqnue in quelle ombre scure non ci leggi, viene tutto "nero") e tutto quello che è sopra 240 - 245 viene bianco sparato, viene bianco bruciato, non ci leggi in quei toni alti chiari... I colori rappresentabili dal monitor sono diversi da quelli rappresentabili in stampa, sui rossi di solito la stampa ne stampa meno, sui blu e verdi ne stampa di più, dunque la foto va corretta anche come cromatismo locale. „ Ma tutto questo dovrebbe essere rappresentato, più o meno bene (e questo è il punto...) nel softproofing, giusto? “ A quel punto, dai lo sharpening di stampa, diverso a seconda della carta, degli inchiostri e del formato di stampa, incroci le dita, e mandi in stampa. Se la stampa non ti viene bene, tiri un paio di moccoli, perché hai buttato via dei soldi, guardi dove la foto stampata non ti convince, in quelle aree la correggi come va corretta, e la ristampi. Amen. „ Infatti anch'io pensavo che incrociare le dita e smoccolare un po' fossero cose praticamente ineliminabili quando si manda a stampare... |
| inviato il 24 Maggio 2021 ore 11:54
"Ma tutto questo dovrebbe essere rappresentato, più o meno bene (e questo è il punto...) nel softproofing, giusto?" No. Perchè il softproffing lo vedi comunque nel gamut del monitor, simuli la carta, ma continui a vedere la simulazione nel gamut del monitor. Bisogna che tu usi le sonde colore, loro ti danno i valori RGB e da quelli vedi se la stampante te li stampa o no, col criterio citato sopra, 0- 15 o giù di lì, viene nero, 245 - 255 viene bianco strinato. Photoshop te ne fa mettere fino a otto di sonde, per msurare le diverse arre dell'immagine, io ne uso a volte di più, faccio la misura in una certa parte, poi butto via la sonda, ma mi ricordo i valori misurati, e faccio misure in altra area con sonda nuova e così via. |
| inviato il 24 Maggio 2021 ore 13:37
Ma hai fatto la procedura giusta, hai messo i parametri che indica sul sito saal, perché fai presto sbagliare |
| inviato il 24 Maggio 2021 ore 17:39
“ Ma hai fatto la procedura giusta, hai messo i parametri che indica sul sito saal, perché fai presto sbagliare „ Quello è il minimo, ma non basta di sicuro per avere una stampa veramente soddisfacente |
| inviato il 24 Maggio 2021 ore 17:45
“ "Ma tutto questo dovrebbe essere rappresentato, più o meno bene (e questo è il punto...) nel softproofing, giusto?" No. Perchè il softproffing lo vedi comunque nel gamut del monitor, simuli la carta, ma continui a vedere la simulazione nel gamut del monitor. „ Ma il gamut del monitor, essendo (immagino) più esteso di quello della carta non dovrebbe comprenderlo tutto? In ogni caso mi sembra buona l'idea di spulciare le diverse zone dell'immagine sondando il colore perché l'occhio dopo un po' che lavori sulla stessa immagine si abitua a qualsiasi cosa e allora meglio avere un riscontro oggettivo |
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