| inviato il 24 Ottobre 2014 ore 14:55
Vorrei lanciare questo argomento per riflettere sul comportamento in natura di noi fotografi. Molti di noi hanno da dire la propria esperienza e opinione in proposito. |
| inviato il 24 Ottobre 2014 ore 16:58
Mi muovo come una pantera, sottovento e mimetizzato tra le foglie.... scherzo ! Però direi che chi fa foto agli animali lo fa principalmente per amore verso gli animali, e quindi "dovrebbe" anche avere il massimo rispetto della loro tranquillità. Poi, come dice Nerone, ad alcuni animali puoi avvicinarti notevolmente, altri tendono a scappare quando sei ancora a 20/30 metri di distanza. Anni fa mi sono trovato in mezzo ad una tribù di marmotte con un 400mm e sono riuscito a fotografarne ben poche perchè erano troppo vicine.... ho dovuto mettere su lo zoomino (24-105) per riuscire a fotografarle a sagoma intera. Comunque sia, massimo rispetto per la natura ed i suoi abitanti, in fondo noi in quei posti siamo solo ospiti. |
| inviato il 24 Ottobre 2014 ore 18:59
secondo me (e per quanto riguarda la mia esperienza è sempre stato cosi) non deve essere il fotografo ad avvicinare i vari soggetti, ma devono essere i soggetti stessi ad avvicinarsi al fotografo, intanto perche se sono loro stessi ad arrivare da noi sicuramente non li stiamo disturbando, come dice giustamente nerone, cosa che invece potremmo fare se ci avviciniamo incautamente e poi perche normalmente tengono un atteggiamento piu rilassato e naturale se non sono innervositi dal fatto che stiamo andando verso di loro. questo non vuol dire necessariamente ore e ore di appostamento da capanno, ma semplicemente assumere un comportamento tale da non creare disturbo e non sembrare minacciosi, se si riesce a fare cio e a trovare il punto giusto dove mettersi, la foto letteralmente arriva da sola |
| inviato il 24 Ottobre 2014 ore 19:33
La mia esperienza è molto limitata, ma ho notato che anche fra esemplari piumati della stessa specie, come per noi bipedi d'altronde, può esserci anche molta differenza l'uno dall'altro ed il difficile sta appunto nel sviluppare una sensibilità tale che ci consenta di capire volta per volta il limite, possibilmente in anticipo. A volte ti consentono loro di avvicinarti, in Florida ho fotografato una famiglia di Osprey nel loro nido, posizionato a 3 metri di altezza, sopra una centralina in mezzo ad un parcheggio ed a 10m da un market. Anche qua capita spesso che ti consentano di avvicinarti o che si avvicinino molto, in ogni caso di solito lo sanno benissimo dove sei, cmq sia sta a noi a non venir meno alla loro fiducia, nel caso meglio rinunciare allo scatto e godersi il momento. |
| inviato il 24 Ottobre 2014 ore 20:36
Recentemente faccio foto ad anatidi e limicoli nei pressi di alcune pozze di abbeverata e in presenza di una mandria di bufale. Mi dispongo all'ombra di un ombrello e su una sdraietta in alluminio da spiaggia coperta di un telo mimetico, in modo da essere comodo ma basso; inoltre sono ricoperto da una rete mimetica e impugno l'obiettivo al di fuori della rete, in modo da poterlo brandeggiare comodamente (per poter fotografare in volo) e non essere vincolato ai movimenti di un cavalletto. Ho provato tre diverse posizioni a una di queste pozze e solo quella più distante dall'acqua, gli animali riposano e rimangono a lungo alla pozza, stimolando altri uccelli a posarsi per bere e fare toeletta. Ho notato anche che quando le bufale sono immerse nella pozza a pochi metri da me, gli uccelli sono ancor più tolleranti, ma è una cosa che sconsiglio di fare: questi animali mi riconoscono e li frequento ogni settimana, facendomi riconoscere mediante alcuni segni che ripeto quando sono molto vicini. Normalmente sono curiosi e si avvicinano in branco fin quasi a sfiorarmi quando sono sotto la rete e immobile. |
| inviato il 30 Ottobre 2014 ore 12:03
secondo me Nerone ha ragione in pieno e condivido il pensiero di Enrico C. Nel momento in cui vola via qualcosa o si avverte nervosismo probabile siamo noi oppure altro ad infastidirli. Quindi se facciamo volare via tutto, mea culpa, e sparire all'improvviso. ripeto la mia esperienza col marsicano ci sarò stato "insieme" un circa 3/4 d'ora e lui mi percepiva, non credo mi vedesse; se avessi superato la zona di sicurezza avrei subito una carica o una fuga immediata. |
| inviato il 31 Ottobre 2014 ore 17:55
Sono dell'idea che l'uomo ovunque si rechi, alteri in qualche modo un certo equilibrio. Sta poi alle diverse specie di selvatici da riprendere, in base alla loro esperienza che hanno avuto nel rapportarsi con l'essere umano, essere diventati, per necessità più o meno diffidenti. Cito brevemente la mia esperienza con i grillai, in zone "libere" che non siano state oasi, parchi e quant'altro, senza capanno, soltanto con abbigliamento in tono con l'ambiente, ma con faccia e mani scoperte.... I maschi si tenevano quasi sempre intorno ai 25-30mt. Le femmine, più curiosone, scendevano qualche volta anche sotto i 20mt. Ambedue poi deviavano più o meno repentinamente, dalla loro traiettoria di volo.... Se però facevo dei bruschi movimenti, durante l'inseguimento in volo con il tele, scartavano ben prima di queste distanze minime. Segno che già mi tenevano sotto controllo da tempo, e che la mia presenza non era considerata minacciosa (stavo ben fermo, all'impiedi, in pieno campo evitando movimenti di puntamento dell'ottica improvvisi) |
| inviato il 31 Ottobre 2014 ore 18:20
In un'altra circostanza, mentre avevo lo sguardo puntato in aria per avifauna, una donnola mi si è avvicinata a meno di 5mt di distanza per "controllarmi" meglio....poi è schizzata via appena mi sono girato all'improvviso. |
| inviato il 04 Novembre 2014 ore 12:07
Ringrazio i partecipanti a questa discussione. Sogno un mondo di persone sincere e rispettose, che amano confrontarsi per il puro piacere di imparare a vivere meglio e ad amare di più tutti gli esseri viventi. Riconosco che ieri l'altro mi sono messo in una posizione che disturbava gli uccelli che venivano a bere. E così non ho effettuato nessuno scatto significativo. D'altra parte confesso che a maggio, in un sito di nidificazione dei gruccioni, un paio di volte sono entrato nel terreno con la macchina, e anche se ho fatto buone foto, sono stato rimproverato dal contadino e successivamente sono entrato solo a piedi, piazzandomi seduto nella mia ghillie. Coraggio dunque, non c'è nessun altro che voglia mettersi in discussione? |
| inviato il 04 Novembre 2014 ore 14:34
“ togliere mt. invece di aggiungere mm „ ....parole sante!!! |
| inviato il 04 Novembre 2014 ore 18:41
Concordo pienamente con Marco: puoi descrivere le modalità di mimetismo e di approccio che usi di solito? |
| inviato il 06 Novembre 2014 ore 18:28
C'é molta gente che avrebbe qualcosa da dire su questo argomento. Le foto ai nidi sono state spesso discusse .... nel Lazio c'è un sito di nidificazione di ghiandaia marina che molte decine di fotografi hanno frequentato, anch'io. Si fotografa da una finestra che in linea d'aria distera' 2 m dal nido. Coraggio, nessun romano ha niente da dire in proposito? Ne ho discusso con un fotografo del sito che all' inizio era scandalizzato e preferiva fotografare dall' esterno di questo casolare, poi dovette ammettere che chi fotografava da dentro e a 2 metri dal nido disturbava meno. |
| inviato il 07 Novembre 2014 ore 12:29
Siamo tutti imperfetti e abbiamo il bisogno di migliorare. Questa estate sono entrato in un campo con la macchina e quello che consideravo un vecchio amico mi ha tolto il saluto. Credo che il manicheismo non sia mai morto, nemmeno in persone con difetti di comportamento molto piu' evidenti e piu' gravi. Caro Marco, chi è senza peccato scagli per primo la pietra. ... |
| inviato il 07 Novembre 2014 ore 12:34
Mi fa molto piacere che un imperatore romano abbia risposto. Non ci sono altri? |
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