| inviato il 23 Gennaio 2024
Pro: compattezza, autonomia, compatibilità con batterie lp-e6 e successive, qualità d'immagine nei video, software di derivazione eos cinema, sistema di dissipazione attivo del calore
Contro: assenza del dual pixel cmos, assenza del formato raw in modalità fotografica, assenza di waveform, mancanza di una ghiera e qualche pulsante aggiuntivo. Avrei preferito due schede sd uhs-II, rispetto alla combinazione cfast+sd
Opinione: La macchina in oggetto, che da nuova costava oltre 2500 euro, era un prodotto primariamente dedicato ai fotogiornalisti. Ha un sensore da 1 pollice da 13,36 megapixel totali, formato 4:3: questo garantisce 12 megapixel in modalità fotografica, e risoluzioni video fino a 4k UHD (3840x2160). Il formato video è quindi simile al super 16mm. In 4k, la macchina registra con bitrate di 305 o 205Mpbs, in 4:2:2 (8 bit): con il full-hd, la macchina effettua la registrazione in 4k, scalando poi a 1920x1080. Purtroppo gli unici framerate disponibili sono 25 e 50p: per ragioni a me ignote, non è disponibile l'opzione 24fps. Inoltre, mentre persino la 5d mark II aveva l'opzione PAL/NTSC, la xc10 destinata al mercato europeo è solo PAL. La fotocamera ha uno schermo orientabile (ma non snodabile): non è presente un mirino, ma viene fornito a corredo un loupe da fissare allo schermo, così da avere una sorta di mirino. Tuttavia, così facendo, si perde la possibilità di sfruttare la funzione touch dello schermo. In termini di ergonomia e comandi, la macchina ha l'impugnatura ruotabile come altri modelli della serie cinema. Tuttavia, vi è solamente una ghiera, e i pulsanti disponibili sono pochi. Per contro, vi è un sistema di raffreddamento attivo. Il software è di derivazione eos cinema, con numerose opzioni: ovviamente è presente il Canon log (non log 2 e 3, dato che la macchina registra a 8 bit), con il quale la sensibilità iso parte da 500. E' presente un filtro nd integrato da 3 stop. Sorprendentemente, non sono presenti waveform o istogrammi, e per l'esposizione ci si può affidare solo alla funzione zebra. La fotocamera applica una riduzione del rumore automatica, che tuttavia non è disattivabile: fa un discreto lavoro, ma avrei preferito avere l'opzione di disabilitarla, dato che con i software dedicati si può sicuramente fare di meglio, preservando maggiormente il dettaglio utile. Per quanto concerne l'autofocus, all'epoca il dual pixel cmos era già stato implementato su diverse fotocamere eos cinema, ma sulla xc10 viene utilizzato un sistema a rilevamento di contrasto: sono disponibili le funzioni inseguimento e riconoscimento volti, e il sistema funziona abbastanza bene su soggetti statici o in lento movimento, ma quando vi sono situazioni maggiormente dinamica, il gap rispetto al dual pixel cmos è evidente. L'ottica integrata è un 24-200 f2.8-5.6 equivalente: non è parafocale, ma la corsa dello zoom è sufficientemente lunga per avere una buona gestione durante il video. Vi è una stabilizzazione ottica, alla quale si può aggiungere una stabilizzazione digitale.
Nel complesso, è una macchina ancora molto versatile: l'ho utilizzata ad esempio per riprendere saggi teatrali, dove ho apprezzato l'ampia profondità di campo garantita dal connubio tra ottica e sensore di piccola dimensione, così da poter lavorare senza problemi alla massima apertura del diaframma. La parte fotografica, invece, non è nulla di eccezionale: l'autofocus è poco performante con soggetti in movimento, la velocità di scatto è bassa, e la fotocamera scatta solo in jpeg. Sono convinto che avrebbero potuto implementare la modalità raw con un aggiornamento di firmware: tuttavia, evidentemente il marketing Canon aveva altre idee...
In rete ho letto recensioni al limite del surreale, dove sedicenti esperti comparavano la xc10 alle fotocamere bridge dell'epoca. Ecco, questo significa non avere la minima idea del prodotto che si ha in mano, dato che l'unica analogia con una fotocamera bridge è la dimensione del sensore. Su molti camcorder professionali vengono utilizzati sensori di piccola dimensione per questioni operative, ad esempio per contenere gli ingombri delle ottiche, ma questo non li mette di certo sul medesimo livello delle fotocamere compatte o bridge... |