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MicheleCT
www.juzaphoto.com/p/MicheleCT



avatarl'8k che avanza
in Computer, Schermi, Tecnologia il 01 Gennaio 2018, 13:57


In realtà i primi passi già c'erano. C'è un monitor Dell già in vendita, LCD IPS wide gamut, dal prezzo neanche troppo esagerato per le caratteristiche. Un monitor da 33 megapixel e 280ppi per godere delle nostre foto a risoluzione di stampa. Inoltre esistono tablet-PC wide gamut con la stessa risoluzione (Wacom 15.5 pollici 4K).

Adesso LG annuncia questo:
www.oled-info.com/lg-display-developed-worlds-first-88-8k-oled-display
Uno schermo TV OLED da 88 pollici 8K. Vari prototipi si erano già visti, ma qui la cosa sembra più ufficiale.
I contenuti sono inesistenti (anche meno del 4K). Il prezzo sarà improponibile. La distanza di visione per godere di tale risoluzione sarebbe contro ogni logica cinematografica. Usarlo come monitor è impensabile, viste le dimensioni. Insomma una prova di forza. O un quadro costosissimo OLED per gustare le nostre foto in grandi dimensioni a 100ppi.

Non male.


17 commenti, 1582 visite - Leggi/Rispondi


avatarPeak Design Capture Lens - un aiuto nella scelta
in Fotocamere, Accessori e Fotoritocco il 10 Novembre 2017, 11:13


Già utente soddisfattissimo del noto Capture Pro, mi sono imbattuto in questo prodotto. Qualcuno lo ha mai usato?

I miei dubbi sono dovuti al fatto che ho lenti relativamente pesanti e larghe e non vorrei risultare troppo impacciato nei movimenti. Non lo userei con grandi teleobiettivi, ma con la triade 14-35-135 Art. Ho inoltre dubbi sul cambio lente: dove appoggio la terza lente mentre la sto cambiando?

Avevo intenzione di acquistare l'aggeggio per usarlo attaccato alla cintura durante cerimonie ed eventi (diciamo per le uscite "forzate" e non di piacere), dove lo zaino risulterebbe lento oltre che grande. Un'alternativa potrebbe essere il classico marsupio (dove però risulta più macchinoso attaccare il mio Capture Pro). Il Capture Lens mi sembrava però più rapido e meno ingombrante, soprattutto perché dall'altra parte della cintura metterei appunto il Capture Pro con la fotocamera, che forse potrebbe aiutare a bilanciare il tutto.

Idee sul Capture Lens? Alternative? E' meglio se rimango col mio marsupio? Premetto che non ho e non voglio un secondo corpo, né ho intenzione di comprare zoom.


2 commenti, 644 visite - Leggi/Rispondi


avatarStack, smart object, astroinseguitori e filtri ND
in Tecnica, Composizione e altri temi il 01 Agosto 2017, 14:23


Viste le varie domande che mi sono state poste sull'argomento, sia sul forum che in privato, ho deciso di aprire un topic in cui cercherò di esporre in modo pratico e lineare il metodo dello stack di foto multiple, così da renderne più chiare le potenzialità e i limiti.
WARNING: post molto lungo e noioso e verosimilmente pieno zeppo di errori di battitura.

PREMESSA
Vi racconto solo la mia esperienza personale, il mio workflow più comune. Come in ogni ambito, ci sono sempre vari modi per arrivare allo stesso risultato, sicuramente anche modi più validi o più veloci, con un maggiore o minore uso del PC. Esistono semplici scorciatoie da tastiera o dalle varie finestre ma qui illustrerò i comandi via menù, quelli più ortodossi. Non esprimo -come mio solito- alcun parere su cosa sia meglio o cosa sia peggio. Ad oggi nemmeno io sono arrivato a toccare i limiti tecnici della metodica, pur usandola da vari anni. C'è ancora molta strada da fare. Premetto che le mie conoscenze di fotografia astronomica "vera" sono poche, e derivanti da conoscenze ottenute da autodidatta, e da una formalizzazione di queste conoscenze fatta quest'anno tramite un ottimo corso a Roma (che non posso pubblicizzare qui, ma che consiglio vivamente). In questa sede mi riferisco sempre al paesaggio con elementi astronomici fotografato con obiettivi grandangolari, e non alle foto fatte con telescopi e montature equatoriali. Premetto inoltre che sin dal lontano 1996 (4.0) uso Photoshop in inglese. A quei tempi la versione italiana era difficile da reperire, e io sono stato abituato così, e ad oggi uso sempre e solo la versione in inglese. Non sarà difficile reperire su Google l'equivalente italiano dei comandi che io cito in inglese. Un appunto sui miei mezzi. Io uso principalmente questi due obiettivi: Samyang 14 2.8 per Canon e Sigma 35 Art per Canon, adattati su una A7RII tramite Metabones (sono approdato a questa fotocamera dopo 12 anni con la gloriosa Canon 300D). Infine volevo dire che non tratterò la vera astrofotografia. I dark-flat-bias frame non li uso nella paesaggistica, perché finora non ne sento la necessità. I dark potrebbero essere utili per migliorare ulteriormente la qualità ed eliminare il rumore non casuale. Esiste anche una funzione apposita della fotocamera volta a ridurre gli hot pixel, che sottrae un singolo dark frame direttamente dal RAW (riduzione rumore per lunghe esposizioni), con gli ovvi limiti legati al fatto che si tratta di un dark frame unico.

INTRODUZIONE
La base è semplice: fare più scatti di uno stesso soggetto per ottenere un determinato risultato. Il fine? Ottenere un'integrazione temporale, cioè ottenere i benefici di un'esposizione più lunga, senza la necessità di aumentare il tempo di esposizione della scena. Perché farlo? Perché aumentando il tempo di esposizione succedono varie cose. Prima di tutto se la scena è in movimento questa verrà mossa, e di rado il mosso è voluto (alberi al vento o stelle). in secondo luogo un'esposizione più lunga aumenta la luminosità della scena, cosa che potrebbe portare a bruciare la foto e ad accumulare inoltre rumore termico (cioè il rumore che aumenta man mano che il sensore è acceso).
Cerco di elencare i benefici dello scattare copie multiple della stessa foto, peraltro molti dipendenti dagli altri, ricordando che tali benefici sono proporzionali al numero di scatti fatti per una stessa foto:
- Aumentare la gamma dinamica della foto.
- Ridurre il rumore della foto (il rumore casuale).
- Non aumentare il rumore termico, che salirebbe con le lunghe esposizioni perché il sensore in tal caso rimane acceso più a lungo.
- Aumentare il dettaglio di una foto, che era stato ridotto per via della demosaicizzazione del RAW.
- Ottenere star-trail (ma per quelle si usa un software apposito, e non è un genere che pratico).
- Ottenere paesaggi grandangolari con elementi astronomici con stellate di qualità pari o migliore rispetto a quelle ottenute con un astroinseguitore.
- Sempre nei paesaggi grandangolari con elementi astronomici, migliorare la qualità e il rumore della porzione di terreno inquadrata.
- Integrare temporalmente più scatti (stavolta in "mediana" - vedi dopo) per ottenere il medesimo risultato di un filtro ND su oggetti in movimento casuale (acqua).
- Integrare temporalmente più scatti (sempre in "mediana" - vedi dopo) per eliminare da un immagine gli elementi in movimento (persone, ecc), senza gli artefatti tipici dei big stopper.

LA METODICA - 1
Il sistema è semplice, e farò due soli esempi. Questo primo è relativo alle foto di paesaggio con grandangolare con elementi astronomici (per esempio per includere nel paesaggio la classica Via Lattea. Il primo problema è il movimento delle stelle. A seconda della porzione di cielo inquadrata, della risoluzione del sensore, e del tipo di lente, le stelle avranno un movimento relativo rispetto al sensore più o meno evidente, e ciò riduce i tempi di scatto utili per evitare di trasformare le stelle da tonde a ovali (o -peggio-lineari). Con il mio 35 Art sul mio sensore ho una media di 6 secondi a esposizione (ma dipende dalla porzione di cielo inquadrata), mentre con il Samyang 14 una media di 15 secondi. Se volessi prolungare questo tempo di esposizione dovrei usare un astroinseguitore, con due conseguenze 1) il paesaggio circostante risulterà mosso, e quindi dovrò fare foto dedicate al paesaggio e foto dedicate alle stelle e poi unirle in Photoshop 2) maggiori tempi di esposizione implicano un aumento del rumore termico generato dal sensore acceso. Mettiamo che io voglia fare una foto della Via Lattea sul Terminillo con un tempo di due minuti e non 15 secondi, come richiederebbe il mio Samyang. Allora attacco lo scatto remoto e faccio fare otto scatti sequenziali di 15 secondi ciascuno, ovviamente sempre su treppiede.
Poi importo questi scatti in Camera RAW, li seleziono tutti e applico a tutti i medesimi parametri sviluppo a piacimento, esportando poi in TIFF a 16 bit con spazio colore ProPhotoRGB e RaamielRGB. Non mi preoccupo in questa fase di correggere la vignettatura o i problemi della lente (oppure sì, la differenza è minima) e applico una leggera riduzione del rumore, se necessario. Chiudo Camera RAW senza aprire le immagini, e ritorno al Photoshop.
Per prima cosa mi occuperò del terreno della foto, il foreground, ignorando le stelle. Clicco su "File>Scripts>Load files into stack". Seleziono i miei 8 file TIFF, spunto "create smart object after loading layers" e non spunto "attempt to automatically align source images". Vado quindi su "Layer>smart objects>Stack Mode>Mean" e voilà. Il terreno sarà pronto, con una media pesata degli otto scatti, e quindi molto meno rumore rispetto ai singoli file di partenza. Clicco quindi "Layer>flatten image" e salvo in TIFF a 16 bit col nome "terreno.tif".
Pensiamo poi al cielo. Il percorso è molto simile, ma con qualche differenza. Non vorrò creare da subito lo smart object perché il cielo a differenza del terreno si sarà mosso tra una foto e l'altra, e quindi andrà prima allineato (automaticamente, non manualmente). Clicco su "File>Scripts>Load files into stack". Seleziono i miei 8 file TIFF, non spunto "create smart object after loading layers" e non spunto nemmeno "attempt to automatically align source images". Una volta aperto, devo mascherare via il terreno alla bell'e meglio, per non lasciare fattori confondenti alla funzione di autoallineamento di Photoshop. Clicco "Layer>layer mask>reveal all". Prendo un pennello nero bello ampio e maschero via tutto il terreno senza alcuna precisione, comunque abbondante, sforando insomma sulle stelle. Copio poi questa maschera su tutti i livelli, trascinando manualmente la maschera su ognuno dei livelli sottostanti tenendo premuto il tasto Alt, nel pannello laterale "layers". Seleziono sempre nel pannello tutti gli otto livelli usando il tasto maiuscolo e clicco poi su "Edit>Auto-align layers". Lascio in Auto senza spuntare nulla e clicco Ok. Poi vado su "Layer>Smart objects>convert to smart object". Da questo punto proseguo come per il terreno. Vado quindi su "Layer>smart objects>Stack Mode>Mean" e voilà. Il cielo sarà pronto, con una media pesata degli otto scatti, e quindi molto meno rumore e maggiore definizione rispetto ai singoli file di partenza. Il terreno sarà mosso e il file non sarà più rettangolare. Clicco quindi "Layer>flatten image" e salvo in TIFF a 16 bit col nome "cielo.tif". Da questo punto in poi toccherà unire manualmente il terreno del file terreno.tif al cielo del file cielo.tif, ma qui non mi dilungo: dovrebbe essere già noto per tutti coloro che usano astroinseguitori (e non).
Ultimo problema: nella foto del terreno c'erano alberi e piante, e facendo la media su due minuti, questi si sono mossi per via del vento. Nulla di più semplice a cui ovviare: prendo uno degli otto file di partenza e lo incollo sul file terreno.tif. Clicco "Layer>layer mask>hide all". Prendo un pennello bianco e clicco sugli alberi mossi, così da incollare sopra quelli non mossi. Ovviamente gli alberi del singolo file saranno più rumorosi del file sottostante che è la media di tutti gli 8, quindi vorrò limitare la maschera alle sole aree effettivamente mosse.

LA METODICA - 2
Adesso è il turno del secondo esempio, la classica cascata. Voglio fare una foto alla cascata ma non ho o voglio fare a meno di un filtro ND. Vorrei un tempo di due secondi, ma per via del sole non posso salire sopra il decimo di secondo. Nulla di più facile. Attacco sempre il mio scatto remoto e scatto venti scatti a un decimo di secondo, sul cavalletto (anche se quest'ultimo non sempre è necessario - vedere dopo). Il procedimento è simile a quello usato per il terreno della foto con elemento astronomico, solo che anziché fare una media, verrà fatta una mediana (cfr. Wikipedia e sito Adobe per le relative definizioni e differenze, sono cose statistiche). Importo i venti scatti in Camera RAW, li seleziono tutti e applico a tutti i medesimi parametri sviluppo a piacimento, esportando poi in TIFF a 16 bit con spazio colore ProPhotoRGB e RaamielRGB. Chiudo Camera RAW senza aprire le immagini, e ritorno al Photoshop. Clicco su "File>Scripts>Load files into stack". Seleziono i miei 20 file TIFF, spunto "create smart object after loading layers" e non spunto "attempt to automatically align source images". Vado quindi su "Layer>smart objects>Stack Mode>Median" e voilà. La foto sarà pronta, con il famoso effetto seta derivante dall'integrazione temporale fino a due secondi e con meno rumore e più dettaglio rispetto ai singoli file di partenza. Clicco quindi "Layer>flatten image" e salvo la foto come mi pare, pronta per future elaborazioni, anche attraverso il potentissimo filtro Camera RAW ("Filter>Camera RAW filter...").
Mettiamo di non voler usare il cavalletto. Ovviamente saremo limitati sui tempi. Con il 14 Samyang e il sensore stabilizzato direi che io sto sul ventesimo di secondo, per evitare il mosso (introdotto da me: non parlo della cascata). Faccio quindi una raffica di venti scatti a 1/20 di secondo. Il risultato sarà un'integrazione temporale di un secondo intero. Ovviamente le immagini dovranno essere allineate, e il procedimento è anche più semplice rispetto al cielo della stellata dell'esempio precedente, perché non necessita di maschere. Importo i venti scatti in Camera RAW, li seleziono tutti e applico a tutti i medesimi parametri sviluppo a piacimento, esportando poi in TIFF a 16 bit con spazio colore ProPhotoRGB e RaamielRGB. Chiudo Camera RAW senza aprire le immagini, e ritorno al Photoshop. Clicco su "File>Scripts>Load files into stack". Seleziono i miei 20 file TIFF, spunto "create smart object after loading layers" e spunto anche "attempt to automatically align source images". Vado quindi su "Layer>smart objects>Stack Mode>Median" e voilà. La foto sarà pronta, con un certo aumento dei tempi di calcolo. Dovremo ritagliare un po' di bordi, perché ci saremo mossi durante i venti scatti, e quindi meglio tenersi un pelo più larghi nella foto di partenza. Si otterrà il famoso effetto seta derivante dall'integrazione temporale fino a un secondo in questo caso. Clicco quindi "Layer>flatten image" e salvo la foto come mi pare.

CONCLUSIONI
Ovviamente queste sono solo le basi, la tecnica non si ferma qui e gli sviluppi sono tanti, così come i limiti. Se sono nella chiesa della Maddalena a Roma e voglio riprendere un fascio di luce dalla finestra nella chiesa buia, posso per esempio fare una raffica di quattro scatti senza cavalletto esponendo a destra dell'istogramma (ETTR), con tempi utili ad evitare il mosso, e poi unirli con auto-align facendo poi uno stack in modalità Mean così da estendere (di molto) la gamma dinamica della foto nelle parti buie, così da renderle editabili e "apribili" a piacimento. Oppure se devo fotografare la fontana dei quattro fiumi a Roma e anche se tardi c'è ancora qualche turista a rompere i cosiddetti, metto la fotocamera sul cavalletto e scatto una ventina di scatti, ognuno a distanza di 10-20 secondi dall'altro. Faccio lo stack senza auto-align in modalità Median e i turisti saranno spariti del tutto, senza lasciare scie né artefatti e senza big stopper. Il limite sarà solo la fantasia, e ovviamente anche limiti fisici. Per esempio non è possibile scattare senza cavalletto per 100 scatti: l'ultima foto sarà piuttosto spostata dalla prima, a meno che non ci si appoggi a qualcosa. Lo stesso problema c'è con foto dilazionate nel tempo come la metodica elimina-turisti. Inoltre la metodica non sostituisce i filtri ND nei video, dove i tempi sono fissi e non modificabili, e non offre nessun aiuto per chi vuole fare ritratti in pieno sole a f1.4 per avere lo sfondo sfuocato. Inoltre in soggetti in movimento regolare (giostre e ruote panoramiche), lo stack di immagini separate temporalmente tra loro, porta a dei "buchi" nell'integrazione temporale, che sono tutt'altro che auspicabili. Ovviare è possibile solo aumentando il numero degli scatti di partenza (a volte anche di molto a seconda delle situazioni), così da rendere meno evidenti i "buchi" temporali.


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avatarSony A9, samples su Dpreview parte 3
in Fotocamere, Accessori e Fotoritocco il 30 Aprile 2017, 9:42


Si ricomincia da qui, cercando di rimanere in topic:
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=2314184&show=16


225 commenti, 12714 visite - Leggi/Rispondi


avatarProblemi seri con le ultime Sony A7 nell'astrofotografia?
in Fotocamere, Accessori e Fotoritocco il 16 Aprile 2017, 22:27


Mi rivolgo a chi ha sperimentato l'astrofotografia con le Sony A7RII o A7SII.
Online si parla da tempo di un filtro di rimozione degli hot-pixel per esposizioni al di sopra dei 4 secondi.
Il filtro viene applicato dalla fotocamera direttamente sul file RAW e sembra non essere disinseribile in alcun modo. L'effetto è quello di rimuovere gran parte delle stelle; per chi si occupa di astrofotografia è un grosso limite.
Stavo per acquistare una montatura equatoriale per iniziare a divertirmi con l'astrofotografia, ma a questo punto mi sa che dovrò ripensarci o limitarmi a 3,2 secondi Eeeek!!!
Qualcuno ne sa qualcosa?

Qui un link esplicativo:
www.sonyalpharumors.com/specific-a7sii-astrophotography-fix-request/


27 commenti, 2639 visite - Leggi/Rispondi


avatarE anche le nuove Nikon hanno sensori Sony
in Fotocamere, Accessori e Fotoritocco il 02 Aprile 2017, 15:48


Se non si tratta di un pesce d'aprile in ritardo, sembrerebbe che la D500 abbia un sensore Sony, e la D5 un sensore Toshiba. D'altronde quella gamma dinamica della D500, se non era Samsung, da qualche parte doveva venire...

www.sonyalpharumors.com/non-surprise-nikon-d5-d500-confirmed-use-sony-


11 commenti, 3008 visite - Leggi/Rispondi


avatarCorso di fotografia base gratuito dell'Harvard Extension School
in Tecnica, Composizione e altri temi il 17 Gennaio 2017, 9:38


A chiunque possa interessare, un corso di base di fotografia digitale e non solo. E' gratuito, ed è solo per chi mastica l'inglese.
Vedo molta teoria, anche alcuni errori. Inoltre c'è una pubblicità spiccata per Canon e ci sono pochissimi accenni al mondo mirrorless (verosimilmente perché si tratta di un corso datato).

alison.com/courses/Digital-Photography

Mi pare comunque di livello buono, soprattutto per dare un'organizzazione generale delle idee a chi si avvicina al mondo della fotografia.


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avatarIl mio viaggio in Islanda
in Articoli il 14 Dicembre 2016, 19:53


L'Islanda è una delle mete più diffuse tra i fotografi: una sorta di cliché. Vorrei raccontare qui la mia esperienza.


Prima del viaggio
Tutto iniziò dalle elementari, quando la lettura del famoso libro di Verne, mi aveva fatto nascere la voglia di visitare questa terra. Conosco bene la Finlandia, per motivi personali, ma sapevo che non ci sarebbero stati termini di paragone. L'Islanda è un'isola, una terra giovane e vulcanica, priva di foreste, spazzata da forti venti, con ampi deserti, con il clima umido della corrente del Golfo, e anche qualche piccolo fiordo. La Finlandia di contro è una delle più antiche terre emerse, priva di montagne e vulcani, coperta da foreste, con clima asciutto e rigido. Questa differenza è chiara da subito, sin da quando dall'aereo si iniziano a intravedere le coste nere.
Il mio viaggio è iniziato mesi prima, con una lunga programmazione, come mio solito.

Ho scelto il periodo con questi obiettivi:
- vedere l'aurora boreale (che conoscevo, ma...),
- evitare climi troppo nuvolosi o piovosi,
- evitare l'alta stagione per contenere i costi.

Per capire come fare ho letto un po' sull'aurora boreale e ho visto che il suo massimo è nel solstizio di inverno, con due brevi e intensi periodi a cavallo degli equinozi. Ho scelto l'equinozio d'autunno per evitare la neve dell'inverno e dell'equinozio di primavera, e perché mi risultava più comodo dal punto di vista lavorativo. Ho dato un'occhiata anche alle tabelle delle precipitazioni mensili.

Ho scelto il percorso con questi obiettivi:
- limitare i tempi delle visite alle città, se non per riposare un po',
- selezionare tra le tantissime cascate quelle da vedere,
- selezionare una sola delle costose escursioni possibili (balene, caverne più o meno ghiacciate, fuoristrada, terme, ecc.),
- passare almeno un po' nei famigerati deserti interni,
- cercare di rimanere il più possibile sulle strade asfaltate, pur allontanandomi da quello che ormai chiamo "grande raccordo anulare" islandese,
- limitare il più possibile la spesa dei pasti.

Per capire come fare ho consultato qualche guida cartacea, ho cercato articoli online, e mi sono affidato anche alle mete segnate su questo sito. Ho fatto forse un errore: ho cercato foto e video di ogni presunta meta, così da rendermi conto dei posti che avrei visitato. Questo ha in parte ridotto l'effetto "sorpresa" di chi invece effettua questo viaggio in modo diverso, magari organizzato da altri. Non credo però che ciò abbia intaccato l'esperienza finale. Prima del viaggio ho redatto...


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avatarIl Surface Studio alternativo: Cintiq Pro 16 o 27?
in Computer, Schermi, Tecnologia il 08 Dicembre 2016, 17:47


Da 2007, dai tempi di Vista, sono passato dal classico PC desktop col mouse + tavoletta grafica, ai tablet-PC con penna, in stile Surface Pro, per intenderci, ma quasi tutti con digitalizzatore Wacom EMR. Mi sono abituato in un decennio all'uso della sola penna Wacom su schermo piccolo, con sistemi operativi e con software via via più affinati (da Windows 7 e Photoshop CC in poi).

Da un anno circa, alla ricerca di un PC più performante, e per le sostanziali modifiche alla mia attività (non lavoro più in mobilità), sono ritornato dal tablet-PC al computer fisso vecchio stile, con tastiera, mouse e monitor (31" 4K a gamut ampio). Ho provato a farmi piacere una tavoletta grafica senza schermo, come ai vecchi tempi (nella fattispecie una Wacom Intuos Pro M), senza successo. Non usavo tavolette grafiche dai tempi di Windows XP (da prima del 2007), e con anni di tavoletta a schermo non posso fare più a meno della corrispondenza "ciò che disegno è ciò che vedo" tipica dei tablet-PC con penna.

Avevo quindi pensato di acquistare un Cintiq da aggiungere, a mo' di doppio schermo, nella fattispecie un modello piccolo da 13 pollici. Però la differenza di risoluzione tra i due monitor, oltre che di gamut, suppongo mi creerebbe qualche problema. Inoltre nutro dei dubbi sull'uso del doppio schermo. un po' come se dovessi disegnare da una parte, e vedere il risultato finale dall'altra. Alla lunga uno dei due finirebbe inutilizzato, secondo me.

L'uscita del Surface Studio ha creato la classica via di mezzo e aizzato la mia scimmia. Ho provato varie volte il Surface Pro 4, e la penna risulta per me pressoché inutilizzabile, dopo anni di tablet-PC con digitalizzatori Wacom EMR. Non intendo quindi acquistare il Surface Studio, perché i risultati con la penna sarebbero identici (oltre a spendere molto per un PC che risulterebbe molto meno performante del mio, vecchio di un anno). Lo schermo lucido è un'altra cosa che mi darebbe non poco fastidio.

Nel frattempo Wacom ha rilasciato i nuovi Cintiq Pro, tra cui un bel modello da 15.5 pollici con schermo 4K e gamut ampio. Ho pensato alla chiusura del cerchio: finalmente uno schermo esattamente corrispondente al mio, pertanto da duplicare e basta, e da usare da vicino con la penna. Il dubbio sullo scarso utilizzo di uno dei due, però, rimane.

Esiste però l'altra opzione: il Cintiq 27QHD. Una vera stazione di disegno, con nulla da invidiare al Surface Studio. In realtà qualcosa da invidiare c'è. Ho provato varie volte il Cintiq e il vero problema è la risoluzione. Troppo bassa per uno schermo da usare così da vicino, peraltro ad un prezzo così.

Le mie opzioni:
1) Aspettare che Wacom aggiorni il Cintiq 27-28 in versione 4K con cui sostituire il mio attuale monitor (ma chissà quando...).
2) Aggiungere al mio monitor il Cintiq Pro 16.

Qualcuno usa postazioni simili? Quali sono i vostri pareri e consigli in merito? Vi trovate bene con il Cintiq piccolino in configurazione "doppio schermo"?
Attendo lumi.


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avatarZaino Mindshift Rotation 180 Horizon 34L
in Viaggi, Natura, Escursioni ed Eventi il 13 Ottobre 2016, 9:39


Volevo esprimere la mia impressione su questo zaino, consigliatomi da un utente del forum e usato una settimana fa per un viaggio in Islanda.
Esistono varie versioni. Io ho usato quella da 34 litri, ancora compatibile con le dimensioni del bagaglio a mano dell'aereo.

Il funzionamento, apparentemente macchinoso ma di una semplicità spiazzante, è presto detto: lo zaino ha un marsupio che scorre e ruota inserendosi nella parte inferiore dello zaino quando non è in uso.
il sistema è studiato per essere rapido e funzionale, con un aggancio magnetico di chiusura e un cordino di sicurezza che non lascia cadere il marsupio se non è stato allacciato e viene sfilato dall'alloggiamento (cosa comunque pressoché impossibile da far accadere).

Questo video spiega il tutto:


Le fatture dello zaino sono ottime. Ha uno scomparto per l'acqua e un alloggiamento per il treppiedi. La parte inferiore che trattiene il marsupio è dura e resistente agli urti. Ha una barra in metallo per la schiena. Ovviamente non compete minimamente con zaini da trekking più specifici, ma forse per quello esiste il modello superiore, anche se non l'ho visto/provato (e comunque, credo, di dimensioni non compatibili con il bagaglio a mano). Il tessuto è idrorepellente, ma esiste una custodia apposita per la pioggia, che non ho comprato e che comunque sarebbe risultata inutile per il clima islandese di ottobre (molto piovoso, sì, ma non con grosse quantità d'acqua).

Unico appunto: Una volta riposta la fotocamera con gli obiettivi nel marsupio e inserito quest'ultimo nello zaino, l'accesso alla macchina rimane complesso se si lascia -per esempio- lo zaino nel portabagagli e si vuole prendere la sola macchina o un obiettivo. Il sistema è fatto per funzionare addosso, e fuori dalle spalle la cosa può portare via del tempo (non più di mezzo minuto).

L'immediatezza del sistema è fenomenale. Nel marsupio ha trovato alloggio la mia Sony A7RII con Metabones, il Sigma 180 Macro 2.8, il Sigma 35 Art, il Samyang 14 2.8 e, saltuariamente, il Canon 85 1.8. Oltre ad una pezzuola in microfibra e alla pompetta d'aria per il sensore. Nella parte superiore dello zaino c'era di tutto, felpe, guanti, torce e cibo, incluso spesso il mini treppiede Manfrotto Befree One (direttamente nello zaino, e non sul supporto per treppiede).
Il cambio degli obiettivi è facilitato dall'uso del marsupio come piano di appoggio, in qualsiasi situazione (e nel mio caso con il supporto del PeakDesign Capture Pro). I tempi sono brevissimi, paragonabili ad un marsupio fotografico vero e proprio, ma senza l'ingombro del marsupio in fase di trekking.

Non posso che consigliare il prodotto su tutti i fronti.

N.B.: Per passaggio da modello Horizon a Panorama, vendo l'Horizon qui: www.juzaphoto.com/vendo.php?t=2857398


5 commenti, 1485 visite - Leggi/Rispondi


avatarEsperienze dall'ultimo viaggio in Islanda
in Viaggi, Natura, Escursioni ed Eventi il 11 Ottobre 2016, 11:59


Volevo condividere con voi la mia esperienza, soprattutto in merito all'attrezzatura, ma anche per offrire qualche consiglio sui luoghi visitati. Sono state le mie ferie estive, quest'anno fuori stagione. Premetto che è stata la mia prima esperienza in quella terra (non la prima nei paesi del nord, dato il mio legame con la Finlandia).

Attrezzatura portata con me e relative impressioni collegate al viaggio:
1) Zaino Mindshift 180 Rotation Horizon da 34 litri (al suo debutto): in una parola fenomenale. Mi è stato consigliato da un utente del forum su richiesta specifica e devo davvero ringraziare. Spettacolare l'idea secondo me rivoluzionaria oltre che ben realizzata del marsupio che diventa parte dello zaino. La cosa non è artificiosa, è perfettamente funzionale, è rapida, e allo stesso tempo protegge l'attrezzatura, consentendo di riporla quando il clima peggiora o nei momenti "complessi" nella natura. Non avevo la custodia specifica per la pioggia, ma non è stata necessaria, nonostante il clima mediamente inclemente, data la idrorepellenza di base.
2) Zaino monospalla Lowepro Transit Sling 250AW: per i momenti più leggeri o i rari momenti cittadini. Non male. Uno degli obiettivi è rimasto nello scomparto superiore (quello senza accesso rapido, per intendersi.
3) Cavalletto Manfrotto Befree One: leggerissimo. Praticamente inutile al minimo vento e con l'obiettivo 180mm. E' stato determinante per non più di dieci scatti. Il video dell'aurora boreale (per il quale non ho potuto portare l'altro cavalletto), è risultato mosso in alcuni punti. Decisamente non adatto per questo viaggio (il vento islandese non perdona).
4) Sigma 35 Art: non posso che parlarne bene. Usato in mille occasioni. E' il mio tuttofare preferito.
5) Samyang 14 2.8: è stato utilissimo in modalità super-35 per le riprese in notturna all'aurora. Molto di rado per il resto. Preferisco indubbiamente il 35.
6) Sigma Macro 180 2.8: quasi al suo debutto mi ha sorpreso ancora di più. Il mio nuovo amore. E' stato utile anche per alcune rare sessioni di foto a stormi di uccelli in movimento, con mio stupore (considerando anche la mia totale inabilità in questo genere che mi appartiene pochissimo). Forse usato in ex aequo con il Sigma 35. Non smetterà di stupirmi. Nel marsupio del Mindshift era comodissimo.
7) Peak Design Capture Pro: ormai un must. Siamo inseparabili. Meno utile sul monospalla, dove interferisce con il movimento di rotazione.
8) Cuffia da doccia: un elemento fondamentale per me che non ho materiale completamente tropicalizzato (o se non si vuole passare troppo tempo con la pezzuola sulle lenti). Proteggeva la fotocamera attaccata al CapturePro, anche con il 180 macro attaccato.
9) Cavalletto AmazonBasics per video da 5 kg: l'Ho tenuto in macchina e tirato fuori solo in caso di brevi trekking. Per me più che adatto al vento islandese. Anche lui vacilla con il 180, con il vento, ma tollerabile.
10) Microfono Rode VideoMicro: totalmente inadatto al vento finlandese. Tanti audio inservibili.
11) Fotocamera Sony A7RII con Metabones: siamo alle solite e se ne è già parlato ampiamente. Non potrei chiedere di meglio. Riguardo ancora i video dell'aurora in 4K a 1/25esimo di secondo e 25600 ISO e ringrazio la Sony per avermi permesso di conservare e condividere questi preziosi ricordi.

Luoghi visitati (molto in breve):
1) Ho fatto il giro antiorario della strada ad anello. Visitati i must turistici e anche qualcosa di meno turistico. Ho maturato un odio crescente per i posti turistici e per i selfisti accaniti a livello patologico, spesso orientali (non me ne vogliano). Il mio programma di viaggio, elaborato nei mesi precedenti, era piuttosto minuzioso, ed è stato rispettato quasi in tutto, anche grazie al clima. Ho dormito in sette posti diversi.
2) Il periodo è stato dal 24 settembre al 4 ottobre, scelto per l'aurora e per l'assenza della luna. L'aurora c'è stata ogni notte dietro le nuvole, ma solo una notte il cielo è stato pienamente e totalmente terso, con uno spettacolo mozzafiato che non ho mai avuto l'occasione di vedere (e filmare) nemmeno in Finlandia.
3) Il clima è stato clemente, dai -2 ai 10 gradi, con pioggia (più che altro lieve), nuvole, sole alternati ogni mezz'ora. Gli ultimi due giorni li ho passati nella capitale, ed è venuto fuori un vento a 10-20 m/s che ha limitato un po' le cose, consentendo però il riposo necessario per prepararsi al rientro a lavoro.
4) La mia meta preferita credo sia stata la zona del Myvatn, forse anche perché lì ho visto l'aurora polare. Bellissima anche la penisola Snaefells, che ho girato in dettaglio con lunghe passeggiate. Il geyser Strokkur mi ha fatto tornare ragazzino, ma l'assembramento di turisti era esagerato.

Le foto e i video arriveranno a breve. Anche se per me sono da ascrivere perlopiù al rango di ricordi.


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