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Matteo Di Giulio
www.juzaphoto.com/p/MatteoDiGiulio



avatarFOTOGRAFARE IN CROAZIA
in Articoli il 10 Luglio 2022, 23:15


UNA SETTIMANA NELLA DALMAZIA DEL NORD
VIAGGIO FOTOGRAFICO A ZADAR E SIBENIK


Complice la difficoltà di trovare dei voli diretti a prezzi decenti, ho prenotato un viaggio in Croazia, paese di cui sapevo molto poco e che non era tra le mie priorità di turista. Ma, si sa, in tempi difficili bisogna sapersi adattare e, dopo due anni di restrizioni dovute al virus, poter viaggiare ed esplorare un paese straniero assume l'aura del privilegio.
Ho deciso di viaggiare leggero: con me ho la Fuji X-T4 con un obbiettivo che sarà il mio fisso principale, l'eccellente XF 33mm f/1.4, e in caso di bisogno un grandangolo più spinto, l'XF 14mm f/2.8. Un piccolo cavalletto macro (80 cm esteso) completa il corredo da viaggio. Avendo a disposizione soltanto un bagaglio a mano devo adattarmi e in aeroporto spero di non aver fatto una fesseria lasciando a casa un teleobbiettivo.



La meta d'approdo è Zadar, alias Zara, a lungo appartenente alla Repubblica di Venezia e poi città italiana fino al 1947, anno dell'annessione alla Jugoslavia. Una città ricca di storia e di cultura, le cui radici romane, veneziane e poi segnate dall'Impero Austro-Ungarico si riflettono non solo nell'architettura, ma soprattutto nella ricca gastronomia locale. Gnocchi, sughi a base di tartufo, molto pesce e frutti di mare, oltre a krapfen e borek spiccano tra le prelibatezze. Sia chi ami carne e pesce, sia chi sia vegetariano troverà nei numerosi ristoranti pane per i propri denti.
Il primo approccio con la Croazia è il cambio valuta. Qui si attende ancora – e con impazienza – l'entrata in vigore dell'euro, che dovrebbe iniziare ad avere corso a gennaio 2023. Per il momento occorre dotarsi (presso uno dei numerosi bancomat) della moneta locale, la Kuna. Il cambio è piuttosto propizio: 10 Kuna equivalgono a 1,30 euro. Anche calcolare il cambio a mente non risulta particolarmente difficile. Pagare con carta di credito è ovviamente semplice e in molti esercizi viene già accettato l'euro, ma a cambi non sempre convenienti.
Zadar si dimostra fin dal primo acchito una città accogliente e ben attrezzata per ogni tipo di turismo, da quello familiare a quello avventuriero. Non fa eccezione quello fotografico, visto che le location sono interessanti da scoprire, in particolar modo quando ci si allontana dal centro, dove le masse di turisti – in particolar modo italiani e bavaresi – sovraffollano nelle ore di punta le vie dove si trovano bar, ristoranti e negozi.



A spiccare sono...


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avatarViltrox 13mm f/1.4 - Prime impressioni
in Obiettivi il 26 Maggio 2022, 13:54


Il nuovo Viltrox 13mm f/1.4 è una bella sorpresa. Non che gli altri obbiettivi della stessa marca avessero deluso, soprattutto in considerazione della fascia di prezzo, ma questo grandangolo sposta l'asticella ancora un po' più in alto.
La costruzione, con body in metallo, è quella che già conosciamo dai precedenti obbiettivi della casa cinese; qui si aggiunge il diaframma non decliccato che è un bel plus per chi fa foto. Le due ghiere sono ben calibrate, offrono le giuste resistenze e il tutto garantisce una piacevole sensazione di solidità.
Peso e dimensioni non scherzano: non siamo di fronte a un pancake, ma è una lente ben bilanciata su corpi come quelli della serie X-T (io l'ho provato su X-T30 e X-T4) e X-Pro; forse meno sulla serie X-E. Non a caso monta filtri a vite da 67mm.

Le performance sono molto buone già a TA. Bordi non perfetti, ma ottima risoluzione al centro. Chiudendo a f/2 si migliora nettamente. A f/5.6 ho notato le prestazioni migliori. Non l'ho (ancora) provato per un test di astrofotografia, visto che qui è molto nuvoloso, ma sono ottimista sui risultati. Le stelline sono ben definite, perfette per chi ami la paesaggistica. La resistenza al flare è altrettanto impeccabile. Distorsione ben controllata, così come la vignettatura e l'aberrazione cromatica. Non è stabilizzato e non è tropicalizzato, ma otticamente è il miglior Viltrox visto finora.
Punto debole mi è sembrato invece l'AF: in condizioni di luce ottimale è veloce e reattivo, ma quando cala il buio fa fatica ad agganciare al primo colpo. Per chi ami paesaggio e lunghe esposizioni non sarà un grande problema, ma in questo senso mi aspettavo qualcosa in più.

Non essendoci un grandangolo di focale simile di pari luminosità in casa Fuji è difficile azzardare paragoni. Né il XF 14/2.8 né il XF 18/1.4 possono essere messi sullo stesso piano; così come il nuovo Samyang 12/2 AF, che è forse l'obbiettivo che insidia di più questo 13/1.4. In questo senso Viltrox colma intelligentemente una lacuna nel corredo XF e si propone, a un prezzo tutto sommato vantaggioso, come apripista. Sono curioso di vedere se Fuji risponderà con un obbiettivo simile.


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avatarBreve diario lettone
in Articoli il 07 Aprile 2020, 19:08


Possono bastare cinque giorni per conoscere una città? Se la città non è piccola, come nel caso di Riga, capitale della Lettonia, la risposta è semplice: no. Riga, con quasi settecentomila abitanti spalmati su una superficie di poco più di 300 km² (un terzo più grande di Milano), richiede tempo e pazienza. Forse occorre allora chiedersi se valga comunque la pena di parlare di un luogo così particolare, visitato in un periodo molto delicato – a fine inverno, pochi giorni prima del lockdown dovuto all'emergenza Coronavirus – e in questo caso la risposta è opposta alla precedente: sì.
Atterro in tarda mattinata – non manca di stupirmi che i lettoni applaudano i piloti, come succedeva anni fa in Italia – e, appena metto piede fuori dall'aeroporto, vengo assediato dai taxisti, regolari e abusivi, che si offrono di portarmi a destinazione. Rifiuto in inglese e subito smettono di insistere: con quindici euro acquisto un biglietto per i mezzi pubblici che mi permetterà di muovermi liberamente per cinque giorni. Non senza difficoltà individuo l'autobus di cui ho bisogno: l'unico che ogni mezz'ora fa la spola con la città.
«È corretto per il centro?», chiedo.
L'autista grugnisce. Decido di prendere quella non risposta per un sì e salgo a bordo.
Mentre l'autobus si mette in moto, gli altoparlanti trasmettono una musica molto melodica in una lingua che sembra russo. Mi guardo attorno: sono tutti biondi, massicci e con gli occhi chiarissimi; le donne hanno capelli lisci e incarnato diafano. Pur vivendo da diversi anni in Germania non sono abituato a una tale omogeneità. I sobborghi di Riga scorrono dal finestrino. Sono grigi, decadenti, proprio come ci si aspetterebbe da una periferia post-sovietica degli anni Settanta, sebbene io non abbia mai visto una periferia post-sovietica negli anni Settanta. Capannoni dall'aspetto trascurato, grandi blocchi abitativi squadrati, finestre dai vetri rotti. Sensazione d'abbandono totale.



Il mio Airbnb, una stanza singola con bagno condiviso, è in pieno centro. Camera spaziosa, arredamento piuttosto pacchiano, ma pulita e ordinata: per meno di dieci euro a notte non posso pretendere di più. Decido di visitare il centro, macchina fotografica al seguito, nonostante la minaccia della pioggia e il sole che già comincia a tramontare. Non avevo previsto l'ora di fuso orario, qui è più tardi che in Germania o in Italia. Le strade sono un incubo e le macchine possono circolare praticamente ovunque, anche davanti all'imponente chiesa di San Pietro, il cui campanile, uno dei...


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