Il Carnevale di Ottana
Anche il Carnevale di Ottana, come tutti quelli della Barbagia, secondo studiosi e antropologi costituisce una reinterpretazione del culto dionisiaco. Il dio Dìoniso veniva celebrato con danze e riti propiziatori, perché facesse rinascere i campi all'inizio della primavera, dopo mesi di gelo e spesso privi di piogge. Ecco quindi i protagonisti Sos Boes (i buoi) e Sos Merdules (i padroni dei buoi) in un inseguimento che diventa una danza e tende a esorcizzare la trasformazione dell'uomo in bestia. C'è poi Sa Filonzana, l'unica figura femminile tra le maschere sarde, impersonata però da un uomo. E' la vecchia che tutti temono, curva e vestita di nero, con il volto coperto da una maschera lignea. Porta in mano un fuso e la lana, come una delle parche della mitologia greca, pronta in ogni momento a tagliare il filo della vita. Predice la buona o la malasorte a seconda che gradisca o meno il vino che le viene offerto per strada. Mentre i Boes portano maschere stilisticamente ricercate e colorate, finemente lavorate, alcune con corna lunghissime, i Merdules hanno maschere con fattezze deformi e paurose, coperte dalle pelli di pecora, avvolte nel tradizionale fazzoletto scuro (su muccadore) e caratterizzate da frusta e bastone per la sottomissione del Boe.
"Merdule". Maschera del carnevale di Ottana (nu) di Augusto Cherchi 2 commenti, 345 visite
Generazioni per una tradizione (colore) di Augusto Cherchi 0 commenti, 61 visite
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