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Micheleambrosini
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 Mestieri perduti: il vasaio

MESTIERI PERDUTI Sono quei mestieri spazzati via dal tempo o a rischio di estinzione, piegati dalla globalizzazione e dall'indifferenza della società moderna. Figli di un passato incapace di resistere all'evoluzione dei tempi o solo perché vittime di generazioni che non hanno saputo conservare quei legami con il passato, con la propria cultura, quella che affonda le proprie radici nella tradizione. Il vasaio: fabbricante di vasi, piatti e altri recipienti di terracotta. Fin dai tempi più remoti c'erano vasai che modellavano l'argilla, la cuocevano e producevano così oggetti resistenti anche all'acqua. Un metodo tipico per fabbricare ceramiche iniziava con il lavare e purificare l'argilla da sostanze estranee, esporla all'aria, e calpestare l'argilla umida sotto i piedi per renderla pastosa e malleabile. Quindi l'argilla veniva impastata a mano e poi messa sulla ruota del vasaio. Anticamente la ruota del vasaio era in genere di pietra (ma a volte di legno) e in sostanza era un disco piatto montato su un asse verticale che veniva fatto ruotare orizzontalmente. Un peso sul bordo rendeva stabile il disco e ne accresceva la velocità quando veniva fatto girare a mano. Posta l'argilla informe sulla ruota, il vasaio modellava con le mani il vaso mentre la ruota girava. L'oggetto veniva fatto seccare al sole e poi rimesso sulla ruota; quindi il vasaio, servendosi di sassolini, conchiglie o di qualche arnese, poteva levigarlo, lucidarlo e imprimere un disegno sulla superficie.


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