Appennino Tosco Emiliano in Articoli il 08 Settembre 2011, 11:05 "Che ti move,o omo,ad abbandonare le proprie tue città,a lasciare li parenti e amici,ed andare in lochi campestri per monti e valli,se non la naturale bellezza del mondo?" Con queste parole Leonardo da Vinci ha descritto perfettamente le sensazioni che spingono a ricercare le sensazioni di pace e la serenità ritrovabili solo tra le cime dei monti. La fatica della camminata, le gambe che si fanno pesanti, il fiato che manca, vegono ripagati dai momenti di introspezione, di riflessione e dall'emozione che si prova una volta arrivati, quando le gambe tornano leggere e la natura si mostra nella sua magnificenza. Il caos delle città appare così lontano ed irreale, come un incubo passato.
Quando l'amore per la natura è così forte si finisce per ricercarsi un lavoro che permetta di godere dello splendore del mondo ogni giorno. Ho trascorso gli ultimi mesi nell'Appennino Tosco Emiliano lavorando per il Parco Nazionale nell'ambito di un progetto di monitoraggio del Lupo. Lo studio di questo animale tanto misterioso richiede lavoro di campo, percorsi sulle sue tracce, cercando impronte e segni di presenza, tra monti e valli isolate, dove spesso noi siamo l'unica presenza umana.
Il Parco copre una superficie di 23.613 ettari, di cui 16.424 in Emilia - Romagna e 7.189 in Toscana. Comprende le porzioni di crinale appenninico delle province di Lucca, Massa Carrara, Parma e Reggio Emilia tra le valli del Dolo, dell'Asta, del Secchia, dell'Enza, del Cedra, del Bratica e del Parma sul versante emiliano e per la Toscana le valli del Taverone e del Rosaro.
Il Parco Nazionale è rappresentato da un'ampia eterogeneità di ambienti, caratterizzati da una ricca biodiversità: gli ambienti stabili di foresta, le aree aperte semi-naturali in evoluzione verso ulteriori stadi e successioni ecologiche, gli ecosistemi agricoli mantenuti dalla attività dell'uomo. Dalle maggiori cime del crinale che superano i 2000 m di quota come il Monte Cusna (2121), l'Alpe di Succiso 2017 e il Monte Prado 2054 si scende a monti di altezze minori ma non per questo meno suggestivi come il monte Ventasso 1727 e il monte La Nuda 1895 per terminare in zone collinari e di pianura dedite all'agricoltura e all'allevamento. Dalle vette maggiori nelle giornate limpide la visuale spazia per km e km, l'occhio raggiunge il crinale parmense, le Alpi, le Alpi Apuane ed il Golfo dei Poeti. Nel mezzo della pianura, nel comune di Castelnovo ne Monti si staglia la Pietra...
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