Un linguaggio che non si modifica è un linguaggio morto, e un linguaggio che non abbraccia l'arte, è un linguaggio che altro non fa che descrivere il mondo chiuso nel passato.
Nello SpazioTempismo, il linguaggio usato dovrà essere tangibile e percepibile, la rappresentazione del vissuto che l'Attore e l'Artista esprimono e manifestato nella loro azione, dovrà figurare il trascorrere del tempo e lo spostamento dell'Artista nello spazio multi-prospettico.
La trasposizione delle tre dimensioni e del tempo, fino ad ora realizzata in maniera prospettica e concettuale non deve costituire un limite. Si deve oltrepassare questo confine consolidato, per poter raffigurare lo spazio nel tempo e il tempo nello spazio, passando dall'infinitesimo all'infinito, liberando così tutte le capacità immaginative della nostra mente.
Nel passare da una prospettiva all'altra o alle altre, dovranno essere visibili le dematerializzazioni delle sagome del soggetto rappresentato, con maggiore o minore incisività, fino alla scomparsa di esse in funzione della velocità di esplorazione dello spazio, per poi far ricomparire la sagoma del soggetto via via che la velocità di esplorazione diminuisce fino alla comparsa del soggetto in altra prospettiva, quando si effettua la relativa sosta per una nuova rappresentazione. Qualora la velocità di esplorazione, per alcuni momenti, raggiunga una velocità prossima a quella della luce, allora si avrà l'assenza dell'immagine stessa.
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