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| sent on October 31, 2017 (21:00) | This comment has been automatically translated (show/hide original)
Prospettiva molto interessante! Solo un anno fa, dopo aver letto "Dalla mia Terra alla Terra" di Sebastião Salgado e della giornalista francese Isabelle Francq, ho conosciuto la drammatica realtà dei lavoratori che trasportano lo zolfo dalla cima del vulcano verso le pianure indonesiane, avvolti in una nuvola di fumo denso e irrespirabile... Ho visto successivamente il film - documentario "Il sale della Terra"! Non si può più essere gli stessi dopo l' "incontro" con Salgado, soprattutto dopo aver preso coscienza del suo impegno come uomo in primis nei confronti del pianeta Terra, insieme alla moglie Lélia, e come fotografo nel raccontare la vita a 360°, nelle sue drammatiche sfumature e difficili realtà, raggiungendo le zone più sfortunate, disastrate e povere del mondo! Assolutamente folgorante !!! Una profondità e una sensibilità uniche !!! Mi piace molto la scelta dell'inquadratura con l'inclusione di questo punto di raccolta dei pasti così semplici, di certo insufficienti rispetto all'immane sacrificio e allo sforzo che compiono questi "giganti" nel risalire il cratere del vulcano con carichi pazzeschi... Sono avvolti nelle foglie di banano, per caso? Forte il loro ingegno nel creare una sorta di cesto da merenda! La statua raffigura un elefante seduto? Se sì, cosa simboleggia? |
| sent on November 01, 2017 (11:33) | This comment has been automatically translated (show/hide original)
Ciao Flory grazie del passaggio! Il Sale della Terra e' piaciuto moltissimo anche a me per tanti motivi.. In questa mia galleria sono rappresentati due luoghi diversi. Due vulcani in contesti diversi. Quello a cui ti riferisci tu, i minatori che estraggono zolfo in condizioni estreme e poi lo trasportano in spalla (60-80 kg), e' la seconda parte della galleria. Il vulcano in questione si chiama Ijen. Pur essendo un vulcano ancora attivo, il cratere di ijen e' accessibile ed e' in parte coperto da un piccolo lago. Il resto e' zolfo quasi puro che si forma dalla continue esalazioni. Appena pochi mesi fa dopo la morte di un turista, l'accesso al cratere era stato vietato. Ora e' nuovamente aperto ai turisti. (anche se vengono ignorate le piu' basilari norme di sicurezza.. troppa gente, e zero preparazione: ho visto gente scendere nel cratere al buio, senza luce, con le scarpe da ginnastica, prendere degli scivoloni che potevano fare cadere tutta la fila di persone). Le prime foto invece (inclusa questa) si riferiscono al Monte Bromo, un altro vulcano (sempre a Java). La vetta del Bromo e' un luogo di culto per l'etnia locale (che e' una piccola minoranza a Java). Questa etnia mescola vari riti presi da altre religioni ma sono principalmente induisti. La foto riprende un piccolo altare che si affaccia sul cratere. Quello che si vede in primo piano e' una statua di Ganesh e una serie di offerte che gli abitanti porgono al vulcano. Il Bromo eurutta abbastnza regolramente (5 episodi in meno di 15 anni) e in alcuni casi con conseguenze serie. Arrivati in cima la cosa piu' impressionante e' il rumore. Come essere difianco al motore di un boing. Non e' diffcile capire come mai le persone del posto ne abbiano fatto un luogo di preghiera e perche' lascino delle offerte (principalmente riso, frutta, biscotti. Le foglie non sono di banano.. non saprei dire che pianta sia esattamente). Ai piedi del monte c'e' un tempio (si vede sullo sfondo della prima foto della galleria). Ciao! |
| sent on November 01, 2017 (16:16) | This comment has been automatically translated (show/hide original)
Scusa, avevo fatto confusione pensando si trattasse dello stesso vulcano Ijen, ma l'avevi scritto chiaramente nella didascalia... Grazie per i chiarimenti dettagliati e le preziose informazioni... Ho scoperto e imparato tante nuove cose!!! Ho approfondito le caratteristiche geologiche di questi vulcani, dando uno sguardo anche a google earth e ho compreso meglio le distanze che intercorrono tra loro! Molto interessante anche l'aspetto religioso!!! P.S: Ho letto che alcuni escursionisti regalano ai lavoratori che trasportano zolfo le maschere antigas utilizzate per la visita alla caldera del vulcano, ma non essendo in grado di procurarsi in seguito i filtri di ricambio, ben presto sono di nuovo esposti ad esalazioni pericolose, da cui si riparano coprendosi naso e bocca soltanto con un panno umido... Mi chiedo perchè non possano essere protetti almeno in questo senso, considerato già l'alto rischio che ogni volta affrontano, ma temo che non ci sia nessun impegno per la loro tutela e per dare maggiore dignità a questo estenuante lavoro! Ho trovato questo articolo del 2013, infatti... ruggerodaros.blogspot.it/2013/05/lavorare-allinferno.html Grazie ancora per gli spunti e per lo scambio! Buona luce... Flo |
| sent on November 01, 2017 (17:36) | This comment has been automatically translated (show/hide original)
Grazie a te.. Mi fa sempre piacere approfindire le discussioni oltre al solito "bella foto".. Ci sarebbe tanto da imparare riguardo a Java. E devo dire che mi e' dispiaciuto parecchio aver fatto le cose abbastanza di fretta. Ti posso anche dire che le maschere fanno poco. A noi la diede la nostra guida locale (sono quasi tutte ex minatori o minatori che durante la stagione turistica fanno le guide) ma quando ti arriva la nube addosso e' inutile.. perche' la guaina in gomma intorno a naso e bocca non e' ermetica e dopo un paio di respiri senti pizzicare sia la gola sia il naso. Il fastidio peggiore quando la nuvola di zolfo e' densa io l'ho poi percepito agli occhi che iniziano a bruciare. Le esalazioni sulfuree in basse concentrazioni non sono pericolose (tanto che la gente paga da noi per andare alle terme con acque sulfuree) ma nelle nuvole dense la concentrazione di zolfo e' molto alta e a contatto con le mucose provoca delle reazioni a dir poco fastidiose e ti devi allontanare velocemente. Come facciano i minatori a resistere con solo occhiali e straccio bagnato su naso e bocca non lo so.. |
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