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storia dell'allocco pietro e signore della notte...

l'allocco

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storia dell'allocco pietro e signore della notte inviata il 27 Marzo 2012 ore 20:48 da Sergio Luzzini e Luigi Meroni. 35 commenti, 8214 visite.

Specie: Strix aluco

Anche gli ornitografi sono in fondo dei romantici. Questi strani miscugli umani, depositari di complicate tecniche fotografiche e di notizie da prima pagina sul comportamento nuziale della bigia padovana, amano sedersi accanto al fuoco e raccontare. Tra caldarroste e bicchieri di rosso si materializzano fiabesche immagini di rampichini fotogenici come Tyrone Power, di picchi rossi che si fermano due secondi con la preda nel becco, giusto il tempo di uno scatto, prima di sparire nel nido. E Luigi, novello fratello Grimm, non poteva risparmiare la storia dell'allocco Pietro, padre di famiglia in un castagno del novarese e nostro compagno inseparabile per lunghe notti d'attesa. A conoscerlo era stato Sergio, amico un po' schizzato di Luigi, amante della velocita' ed irriducibile sostenitore delle foto formato 6X6."C'è un nido favoloso di allocco a meno di tre metri d'altezza, facilissimo da fotografare. E' la volta che piazziamo la fotocellula", era stato il suo entusiastico commento a una delle passeggiate esplorative compiute in primavera. La fotocellula è un po' il sogno proibito di ogni fotonaturalista: rappresenta l'ultimo gradino dell'evoluzione, lo scatto artistico, ci?² che lo avvicina ai mostri sacri come Stephen Dalton, capaci di immortalare al volo insetti lillipuziani. Fotocellula più allocco era il massimo. In assoluto.Venne decisa una prima spedizione informativa al nido dell'allocco. Il boschetto era a ridosso della strada ma abbastanza fitto, con qualche pianta secolare. Prima del totale isolamento si incontrava una piccola casetta bianca, che scoprimmo poi abitata nei week-end da straordinari cultori del liscio. Il castagno era per fortuna abbastanza isolato: tronco contorto e rinsecchito, forato dai picchi, sembrava il classico albero delle fiabe dal quale t'aspetti esca lo gnomo con la pentola del tesoro. In effetti a poco più di due metri da terra c'era un grosso buco dal quale poteva tranquillamente passare un allocco. Ci avvicinammo cauti e più in basso una fessura sospetta colpì la nostra attenzione. La torcia di Luigi rivel?² un ammasso di piume: era la femmina intenta alla cova. Non potevamo chiedere di meglio, saremmo tornati dopo una quindicina di giorni con i piccoli nati ed i genitori intenti a nutrirli con un incessante va e vieni notturno. Approfittammo della visita per studiare l'angolazione di ripresa e preparare all'allocco un percorso obbligato di posatoi fino all'imbocco della cavità. Fu un lavoro lungo e difficile perche' rami e foglie si frapponevano alle lenti dell'obiettivo e bastava il minimo spostamento per inquinare l'immagine con elementi non voluti...Eravamo pronti per il gran giorno. Scegliemmo una notte di luna piena che ci avrebbe facilitato nelle operazioni di sistemazione dell'attrezzatura. Che era importante, come l'eccezionale situazione richiedeva: Hasselblad ELM motorizzata,150 mm, tre flash, due di grande potenza ed uno per schiarire le ombre. E naturalmente la fotocellula con tanto di batteria. Ci volle un'oretta abbondante per montare il tutto. I nostri sforzi erano accompagnati dalle note di "Romagna mia", che incredibili altoparlanti vomitavano a chilometri di distanza. La casetta bianca era abitata e gli ospiti si abbandonavano a sfrenate danze caricati da abbondanti libagioni. Al condominio di Pietro invece tutto tranquillo. Sistemammo la macchina, cavi e cavetti e flash che ricopriamo con teli mimetici e foglie secche. Un lavoro coi fiocchi. C'è tutto il tempo di provare la fotocellula. Se ne incarica Sergio, che passa e ripassa davanti al pennello luminoso senza sortire alcun effetto. Il panico ci assale, anche perchè incomincia ad imbrunire e tra poco Pietro uscirà a caccia. "Ti porter?² lontano" sbraita in lontananza l'orchestra Casadei coprendo le imprecazioni di Luigi: la batteria si era inspiegabilmente scaricata lasciandoci in brache di tela. Fu in questo frangente che cominciammo ad apprezzare la prontezza di spirito di Sergio:"Niente paura" disse con fare superiore" ci rimane quella dell'auto,venite, la smontiamo in un attimo". Alla luce della torcia armeggiammo nel motore del mostro turbocompresso con il quale Sergio metteva ogni volta a repentaglio la nostra pelle. Ma la batteria funzionava a perfezione e la fotocellula fece scattare i tre flash illuminando a giorno il boschetto. Era fatta, non ci restava che salire in macchina ed aspettare. Non immaginavamo ancora il dramma che avremmo vissuto, vittime inconsapevoli delle bizzarrie tecnologiche. Eravamo da poco seduti nell'abitacolo quando un'isolata zanzara, vessillifera di decine di culex pipiens, punse Luigi al braccio destro. Reazione moderata, accidenti alla scarsa memoria per l'Autan dimenticato, ma nulla più. Attendevamo l'arrivo di Pietro, nulla o quasi poteva distrarci. Alla seconda puntura Luigi si spazientì, imprec?² a bassa voce pregando Sergio di chiudere i finestrini,"altrimenti saremo invasi". Ma un pallore spettrale si dipinse sul suo volto quando le dita di questi pigiarono uno dei tanti pulsanti del cruscotto. I cristalli rimanevano immobili perchè la batteria era là, a trenta metri, a far funzionare astrusi marchingegni fotografici. L'abitacolo era tutto un ronzio e forse per le zanzare non c'era neanche divertimento tanto era facile accanirsi su tre uomini inermi costretti in pochi metri quadrati dalla passione per gli allocchi. Uscire voleva dire rovinare il lavoro di mesi. La tortura veniva aumentata da devastanti assolo di fisarmonica che si perdevano nella notte...Per fortuna Pietro non ci aveva abbandonati: una luce tagliente illumin?² di colpo il grosso castagno; l'allocco era entrato nel nido con la preda. O almeno speravamo fosse lui, perché il brevissimo tempo di esposizione non ci permetteva certo di coglierlo. Ma un altro scatto ci tolse il dubbio. Pietro usciva e ritornava in caccia. Grattandoci come forsennati già pregustavamo lo sviluppo delle foto, chissà in quali posizioni e con quali prede la fotocellula aveva sorpreso il rapace. I flash scattarono parecchie volte, finchè verso l'una decidemmo di tornare a casa. Sergio felice di liberarsi del tormento si lancio' verso il nido rimanendo folgorato dalla luce...A fatica, con l'aiuto delle torce, rimontammo la batteria e risalimmo in macchina sfigurati ma contenti, mentre le note caserecce di "Fiorellin del prato" ci accompagnavano. di Mario Chiodetti tratto dalla rivista "Vie del mondo/National Geographic Society" dell'ottobre 1989







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avatarsupporter
inviato il 27 Marzo 2012 ore 21:02

fantastica!!!MrGreen

user684
avatar
inviato il 27 Marzo 2012 ore 21:48

quando posti questi capolavori mandaci una raccomandata...rischiamo l'infartoEeeek!!!Eeeek!!!Eeeek!!!Eeeek!!!Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 27 Marzo 2012 ore 22:01

ciao sergio! posso chiederti un paio di cosette:-P,il posatoio e' a lato del nido? se no,come hai fatto a tirarlo proprio li,l'avevi visto posarsi piu' e piu' volte?in questi giorni d'amore l'allocco si fa sentire,lo fotografato,ma volevo una foto del genere,ho provato cn i sensori ma nn ha mai utilizzato lo stesso palo e quindi mi frega ogni voltaMrGreen..confido nella tua pazienzaCool,ciao davide! ovviamente la tua immagine e' super! come tutte le tue altre...!!!

avatarsupporter
inviato il 28 Marzo 2012 ore 13:51

Veramente stupenda.......... ora esce dal monitor e mi viene in casa!!!!!!!!SorrisoSorriso
Bravissimo Sergio!!!!!!!!!!

avatarsenior
inviato il 01 Aprile 2012 ore 17:31

stupenda la foto fantastico il racconto
ciao
Alessandro

avatarjunior
inviato il 01 Aprile 2012 ore 17:40

Uno scatto superbo, impreziosito dal senso di coinvolgimento ispirato dal racconto.
Ciao
Luigi

avatarsenior
inviato il 01 Aprile 2012 ore 18:14

gran bella cattura e momento colto

user505
avatar
inviato il 01 Aprile 2012 ore 18:16

Foto eccezionale e bellissimo racconto!

Ciao

avatarsenior
inviato il 01 Aprile 2012 ore 18:26

non so se è meglio il racconto o la foto,penso che siano splendidi tutte e due.
mi inchino sergio,spettacolare
luciano

avatarsupporter
inviato il 01 Aprile 2012 ore 18:44

Quoto sopraEeeek!!!Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 01 Aprile 2012 ore 19:19

Un bellissimo racconto per una splendida immagine.

user684
avatar
inviato il 01 Aprile 2012 ore 19:31

sERGIO qunado ho commentato la prima volta la foto questo racconto non lo avevi scritto ancora....
questo rappresenta quello che e' per me la fotografia naturalistica...sono ormai 6 anni che frequento juza e svariati forum per il web e ancora non mi ero mai emozionato cosi tanto nel vedere e leggere queste imprese intrise di passione, sacrifici, conoscenza ,tecnica ,amore per le quali provo tantissima stima e senso di gratitudine....GRAZIE SERGIO PER EMOZIONARCIEeeek!!!Eeeek!!!Eeeek!!!Eeeek!!!Eeeek!!!Eeeek!!!

avatarjunior
inviato il 01 Aprile 2012 ore 19:31

bella, e complimenti per le tue accurate spiegazioni. saluti

avatarsupporter
inviato il 01 Aprile 2012 ore 19:33

Stupefacente!!!! Eeeek!!!Eeeek!!!Eeeek!!!

avatarjunior
inviato il 01 Aprile 2012 ore 19:37

Fantastica la foto e altrettanto il racconto. Complimenti!
Paola

avatarsenior
inviato il 01 Aprile 2012 ore 20:05

Grande, grandissimo scatto ! Complimenti !

Ciao, fabrizio

avatarsenior
inviato il 01 Aprile 2012 ore 20:06

Grazie per la bellissima foto e racconto! Complimenti

avatarsenior
inviato il 01 Aprile 2012 ore 20:20

fantastica allora e fantastica ancora adesso,vera fotografia naturalistica,studio,pazienza, e tanto sacrificio.COMPLIMENTIEeeek!!!Eeeek!!!Eeeek!!!

avatarjunior
inviato il 01 Aprile 2012 ore 20:24

Sono un Profano sono un pivello ma ma questa volta è il racconto che vale più di cento foto!:::::::::....ancora.

avatarsenior
inviato il 01 Aprile 2012 ore 20:46

I misteriosi rapaci notturni mi hanno sempre affascinato.
Complimenti per il racconto e la bella immagine.


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