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Zerynthia cassandra
Carl Geyer, 1828
Nome Volgare: Cassandra
Famiglia: Papilionidae
Lunghezza ala anteriore mm. 23 - 31
Note: questa specie è stata a lungo ritenuta una sottospecie di Zerynthia polyxena. Solo recentemente (Nazari & Sperling, 2007) sono state scoperte due linee genetiche a livello del DNA mitocondriale. La diffusione delle due linee genetiche ricalca l'esistenza di due morfotipi a livello dei genitali maschili. Uno dei due morfotipi (Z. polyxena) è distribuito dalla Francia alla Russia, l'altro morfotipo è limitato all'Italia peninsulare, alla Sicilia e all'Isola d'Elba. I due morfotipi sono anche simpatrici in almeno una località della Liguria nei pressi del Monte Beigua senza dar luogo a individui intermedi (ibridi). Queste evidenze dimostrano l'esistenza di due specie di Zerynthia. In particolare le popolazioni dell'Italia centro-meridionale devono essere riferite a Zerynthia cassandra che rappresenta quindi un elemento endemico italiano.
A parte la morfologia dei genitali maschili, Zerynthia cassandra è indistinguibile da Zerynthia polyxena, l'identificazione in questo caso è geografica.
Papilionide dalle dimensioni ridotte, con ali di colore di fondo giallo sul quale spiccano macchie rosse, lunule marginali molto arcuate e chiazze azzurre submarginali. La cellula presenta macchie rosse solo nella parte inferiore dell'ala. Mancano le appendici caudali. I sessi sono simili nella colorazione, ma la taglia della femmina è poco più grande.
La Casandra è una tra le più belle farfalle diurne italiane ed è inconfondibile per la sua vivace e marcata colorazione, la livrea delle ali si presenta di colore avorio/giallo con disegni neri trasversali ( simili ad un merletto), mentre una piccola fila di macchie rosse e azzurre orla il margine inferiore delle ali posteriori, dal caratteristico disegno a zig-zag.
I bruchi si nutrono di varie specie di aristolochie, compiono 5 mute nell'arco di 4/5 settimane, dopo di che le crisalidi, legate ad un sostegno, svernano per sfarfallare nella primavera successiva. Gli adulti sono attivi per non più di 3 settimane. Le piante nutrici sono le aristolochie, notoriamente tossiche; assimilate dai bruchi, passano nell'adulto rendendolo incommestibile per i predatori; pertanto, l'appariscente livrea della polissena assume il significato di avvertimento La colorazione della livrea dell'adulto, gialla, con caratteristici disegni neri, rossi e blu, è detta "aposematica" (cioè "ammonitrice"), in quanto serve proprio a scoraggiare i potenziali predatori. E' specie relativamente rara, sia per la riduzione degli ambienti palustri, sia per la conseguente scomparsa delle piante del genere Aristolochia di cui si nutre la larva monofaga.
Maschio: colore giallo con nervature e ampi disegni trasversali neri. Lunule submarginali formanti un disegno continuo a zig-zag. Serie postdiscale di macchie semilunari rosse affiancate da piccoli spazi blu nelle posteriori.
Femmina: simile al maschio ma generalmente più grande.
Rovescio: colore delle posteriori biancastro. Disegni simili al dritto ma parzialmente colorati di rosso.
Bruco: biancastro con quattro serie di escrescenze rossastre (scoli) ad apice nero.
Distribuzione: Presente nel Sud Europa e nell'Asia minore, manca nella Penisola Iberica. In tutta Italia tranne la Sardegna e l'isola d'Elba..
Habitat: Specie mesofila si rinviene nei prati e nelle radure del piano basale fino a circa 1000 metri s.l.m.
Generazioni annuali: una sola con sfarfallamenti tra aprile e maggio
Piante nutrici: Aristolochia longa, Aristolochia pallida, Aristolochia rotonda.
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