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Martedi 5 Agosto. Sono stato varie volte sull'isola di Marken, ma mai come questa volta è stata un esperienza emozionante. Venti tempestosi e da burrasca che trasportano sulla terraferma nuvole cariche e dense di pioggia così neri da mettere paura. Un atmosfera davvero intensa con la classica giornata di ombre e di luce con un cielo maestoso.
Nella campagna olandese, a 20 km da Amsterdam, c'è un piccolo villaggio di pescatori abitato da 1800 persone dal carattere autentico, conservatori di una antica tradizione. L'insediamento si chiama Marken, proprio come la penisola che lo ospita. Un tempo isola ora risiede su un polder, cioè un tratto di mare prosciugato artificialmente da dighe. Se andiamo indietro nel tempo, fino all'anno 1100 circa, Marken faceva parte della terraferma. Nell'est dell'area di Waterland, la municipalità che ospita l'isola, la torba si amalgamava con l'acqua di quello che allora era il lago Flevo. Il nome di Marken significa appunto, 'terra di confine'. Nel 1164 una grande mareggiata spazzò via una enorme quantità di terra, lasciando al suo posto un'isola. Gli abitanti rimasero per secoli in un isolamento totale che li portò a conservare quegli usi e costumi tipici dell'Olanda del 13° secolo. Inoltre, il fatto che Marken, nel corso del 1200 non sia caduta preda dell'avanzata del mare Zuiderzee, ora lago di acqua dolce, è dovuto ai monaci del vicino monastero di Mariëngaarde. Intorno al 1232 infatti, Marken divenne proprietà dei monaci Norbertini che costruirono dighe e fornirono un sistema di drenaggio all'isola. Svilupparono l'agricoltura, l'allevamento e in un luogo separato sulla terraferma, chiamato Monnickendam, commercializzavano la vendita dei prodotti. Un secolo dopo, Marken passò nelle mani del conte Guglielmo IV d'Olanda e i monaci furono purtroppo espulsi. Ciò pose fine alla prosperità della zona di Waterland: le dighe caddero in rovina e numerose inondazioni nel 1300 e nel 1400, resero praticamente impossibile l'agricoltura e l'allevamento. Quando questo successe, la pesca divenne la principale fonte di reddito. Il mare davanti all'isola però non sempre produceva abbastanza per vivere, così tra il 1600 e il 1700, molti uomini partirono per l'Artico e il Mar Baltico per partecipare alla caccia alle balene. La crescente influenza dell'acqua costrinse gli abitanti di Marken a vivere in case edificate su pali piantati in acqua. 27 case vennero costruite nel Medioevo, di cui 12 attualmente esistenti. Oltre agli otto agglomerati abitativi, in pratica dei piccoli quartieri, si possono ancora distinguere gli altri quattro nel paesaggio circostante. Alcuni furono abbandonati, alcuni distrutti da incendi o spazzati via dal mare. C'è da dire infatti che Marken un tempo, era molto più grande dei 250 ettari che misura al giorno d'oggi. Nel 1800 la zona si riempì di case di legno ampliandola e occupando così anche la collina. Molte di queste abitazioni non avevano neppure un camino, ma una “scatola del fumo” così veniva chiamata. Non era altro che un'apertura nel tetto, simile a quella che si trova nei teepee dei nativi americani che serviva per fa uscire il fumo del fuoco che ardeva libero in mezzo al focolare. Intorno al 1837 nacque a Marken il primo vero porto e crebbe talmente in fretta che nel 1890, la flotta raggiunse le 200 navi. Purtroppo, tra il 1927 e il 1932, la costruzione della grande diga chiamata Afsluitdijk pose fine all'industria della pesca. Questo sbarramento costituisce una delle opere idrauliche più importanti dei Paesi Bassi, che ha sì strappato alle acque del Mare del Nord molti territori, ma ha anche precluso una buona fetta del settore ittico della zona. Tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900, gli abitanti di questo luogo furono oggetto di studi antropologici. Si cercarono proprio qui le antiche tradizioni olandesi scomparse con l'avvento della modernizzazione del Paese, mai dimenticate in questa parte di terra lontana dal resto del mondo. Una curiosità: molti a Marker portano ancora oggi i cognomi dei tempi in cui le persone si guadagnavano da vivere sull'acqua. Questi derivano dal nome della professione: Visser cioè Pescatore, Zeeman (Marinaio), Schipper (Skipper), Commandeur (Comandante). Oppure dalla nave su cui erano imbarcati: Appel, Boneveld, Dolfijn, Kaars, Pereboom e Vlasbloem. Nel 1957 Marken torna a far parte della terraferma, con la costruzione di una strada sopraelevata che rende oggi il villaggio, una penisola nel Markermeer, di nuovo integrata a Waterland. Questa strada è molto suggestiva, in alcuni punti gli uccelli marini nidificano, quindi la fauna è meravigliosa, da ammirare e fotografare. Inoltre attraversarla, è come viaggiare sull'acqua, da entrambi i lati infatti, c'è il mare e la vista è incredibile. Ad oggi, è l'unica via di accesso a Marken, a meno che non vogliate arrivarci con il traghetto, che da Volendam arriva qui in 30 minuti. Durante uno dei numerosi restauri a Kerkbuurt, frazione di Waterland, sotto un pavimento sono state trovate molte bellissime piastrelle dai disegni bianchi e blu risalenti al 1650 circa. Salvate e documentate, raffigurano alcune scene di bambini intenti a giocare tra loro con vari giochi dell'epoca. Questa scoperta è stata incredibilmente interessante, perchè indica una certa prosperità e ricchezza. Fino a quel momento infatti, si pensava al 1600 come un'epoca povera, dato il ritrovamento di altri oggetti che indicavano uno stile di vita frugale. La Waterland Archaeological Society a questo proposito, sta attualmente studiando e drenando le paludi intorno a Marken.
Se si dovessero trovare reperti di qualsiasi importanza, gli oggetti verranno consegnati al Vereniging Historisch Eiland Marken. Fatti molto curiosi vengono raccontati dalle guide esperte del museo. Un esempio è che fino alla costruzione della grande diga Afsluitdijk, quindi intorno al 1932, l'isola veniva inondata diverse volte all'anno. A causa di questo, erano presenti solo 3 alberi: l'acqua salata del mare non dava la possibilità al terreno di far crescere nulla. Anche mantenere gli animali era praticamente impossibile, ed ogni alimento come patate, ortaggi, frutta e farina arrivava trasportato dalle navi. L'ultima grande inondazione del 13 e 14 gennaio 1916, che colpì gran parte di Waterland e altre parti dell'Olanda settentrionale, fu drammatica. Ci sono diversi documenti nel museo che la descrivono, tra questi fotografie e atti ufficiali. Si racconta che prima del disastro, il vento persistente da nord-ovest e la pioggia di giorni, avevano spinto l'acqua lungo tutta la costa indebolendo le dighe già mal tenute. Quasi l'intera regione venne allagata, ma Marken è stata la più colpita in termini di vittime: 16 persone, tra cui intere famiglie, hanno perso la vita annegando. Buona visione.
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