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Nel bosco che non conosce buono o cattivo: il mio sguardo si sfuoca, mentre il fungo segna il perimetro tra fine, rinnovo e rinascita
La mia esplorazione negli antichi boschi delle Madonie continua, passo dopo passo, muschi dopo muschi come un viaggio interiore oltre che terreno.
Dopo la pioggia tutto cambia: il bosco respira in un modo diverso, più intenso, più segreto e più vivace. Le foglie cadute si attaccano alle suole delle mie scarpe, l'aria è ricca di odori umidi e funghinei. È in questi momenti che il bosco si svela davvero, io mi muovo molto lentamente alla ricerca di funghi particolari.
In questa foto, io risulto sfuocato, devo dire che non mi dispiace: lo sfuocato racconta ciò che sono qui dentro. Io non sono il protagonista, sono di passaggio. Sono un esploratore tra radici che hanno migliaia di anni in una natura che mi precede di secoli e che continuerà senza di me.
A fuoco, invece, c'è la vera essenza: il tronco antico di una quercia, coperto di muschio acceso, appare lei, la Fistulina hepatica, conosciuta come lingua di bue. È un'apparizione che non smette di sorprendermi, con il suo colore rosso vivo, brillante come il nostro fegato.
Sembra quasi che l'albero in questione sanguini, ma quel rosso non è dolore, ma vita che si manifesta in altra forma. Questo fungo è uno dei primi ad affacciarsi dopo le piogge, lo ritrovo ogni anno nello stesso punto
La sua natura è parassitaria: una volta che trova l'albero adatto, lo colonizza con pazienza, nutrendosi della materia organica del legno, accompagnandolo pian piano nel suo lento declino. È una presenza che si nutre della vita di un altro, ma non con cattiveria: semplicemente, così funziona l'ordine invisibile della natura. Eppure, mentre per la quercia è un segno di consunzione, per noi umani rappresenta il contrario: ricchezza e nutrimento. La lingua di bue è infatti generosa di vitamina C e di sali minerali, un dono silenzioso per chi sa riconoscerlo.
Il bello della natura?
Ciò che indebolisce un albero, rafforza un uomo; ciò che per noi è veleno, per altri è nutrimento. La natura non conosce il concetto di buono o cattivo come lo intendiamo noi: conosce soltanto l'equilibrio, la necessità e l'adattamento.
Ogni forma di vita in natura ha il suo ruolo, anche se a volte quel ruolo ci sembra crudele .
Matteo Orlando Fotografo Naturalista-Divulgatore
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