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Il Portofranco: Le Palazzine del Seicento I quattro edifici denominati Palazzine del Seicento sono gli ultimi conservati, insieme al Millo, di quello che era il Portofranco, ossia l'area portuale libera da dazi nella quale era depositata la merce in transito, sia in arrivo, sia in partenza. Facevano parte di un quartiere molto vasto, consistente in ben undici edifici, realizzati fra la metà e la fine del XVII sec. , erano isolati dal resto della città da mura e si collegavano, a ponente, alla porta cinquecentesca detta della Mercanzia, varco di accesso al pontile omonimo e a Palazzo San Giorgio. Le prime informazioni sulla creazione di magazzini per il libero deposito e circolazione delle merci senza gabelle doganali (franco) sono datate alla fine del Cinquecento, realizzati in occasione di una carestia in conseguenza della quale occorreva attirare economicamente il maggior numero possibile di navi cariche di granaglie. Dopo un primo utilizzo di edifici preesistenti presso il ponte della Mercanzia, nel secolo successivo sono costruiti i nuovi Quartieri che assumono i nomi di S. Marco, S. Giuseppe, S. Bernardo, S. Giorgio, S. Caterina, S. Antonio, S. Francesco, S. Maria, S. Giobatta, S. Lorenzo, S. Desiderio. Sono edifici a pianta pressoché quadrata, con potenti murature di perimetro a reggere solai con la portanza adeguata a supportare i notevoli carichi delle merci immagazzinate. Il tetto è a quattro falde. I prospetti sono dipinti, secondo il gusto locale, con quadrature architettoniche a simulare un apparato decorativo in rilievo, con la partecipazione dei più noti artisti operanti in città, da Domenico Piola (1628/1703) a Lorenzo De Ferrari (1680/1744). Essendo zona franca tutto il perimetro è protetto contro i furti e il contrabbando: a monte con cancellate per proteggere le finestre che si affacciano sulla città, sugli altri tre lati da mura con soprastante cammino di ronda. Con le trasformazioni urbanistiche della città, novecentesche, i quartieri più a monte sono poco per volta demoliti, sino agli anni Sessanta, quando la creazione della strada sopraelevata sancisce la definitiva riduzione dei quartieri del Portofranco. Anche le vicende funzionali sono tormentate. Dopo la creazione della zona franca, questa è soppressa nel 1875, per poi essere ricreata dalla Camera di Commercio subito dopo, e anzi, potenziata, nel 1890, con la creazione di un nuovo quartiere a mare, il Millo. Oggi le quattro palazzine superstiti, S. Maria, S. Giobatta, S. Lorenzo, S, Desiderio, dopo la grande trasformazione urbana attuata in occasione dell'Esposizione Colombiana del '92, che ha visto la dismissione degli spazi portuali operativi, fanno parte del Porto Antico di Genova. Nel 1992 sono state oggetto di un accurato restauro. Ormai perdute le decorazioni dipinte, l'esterno è stato ricreato riprendendo il gusto delle quadrature architettoniche secentesche. E' stata in quell'occasione eliminata, invece, la grande tettoia di ferro e vetro che copriva lo spazio fra queste e il Millo, realizzata agli inizi del Novecento per dare protezione alle movimentazioni che vi si svolgevano. A fianco delle Palazzine è stato conservato un tratto dell'antica recinzione con il cammino di ronda.
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