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Le ossa sporgenti della sua gabbia toracica sembrano le zampe di un ragno, pronte a inghiottirne l'anima fragile, intrappolata in un corpo che si consuma ogni giorno di più. Lo sguardo vuoto di chi non ha più la forza di chiedere aiuto, il corpo troppo debole per resistere ancora. Questo bambino è morto pochi giorni dopo questa fotografia, vittima di una fame che non avrebbe mai dovuto conoscere. Un silenzioso grido d'accusa verso un mondo che ha voltato le spalle.
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È più facile guardare quello che ci fa più comodo che guardare quello che succede di terribile intorno a noi. Mentre tante vite soffrono, noi pensiamo al consumismo e ad emergere a discapito di altri. Grande documento e testimonianza che dovrebbe farci fermare e riflettere. Grazie per quanto hai condiviso Ciao Mario
Una immagine che ci obbliga a riflettere, una vera denuncia che spesso viene strumentalizzata attraverso spot pubblicitari con richieste economiche il cui fine dovrebbe essere di aiuto ma la cui fine ci è...sconosciuta. Scusa la mia amara riflessione Un saluto Paolo
Salve a tutti e grazie. Concordo con Paolo. sono un Reporter da 10 anni e conosco bene quello che hai detto. si chiama, infatti, pornografia del dolore. presto ci farò un documentario, molte ONG sfruttano questo sistema al fine di avere più fondi che purtroppo spesso non arrivano e parliamo di Unicef e UNHCR. Questo bambino ad esempio, dopo qualche giorno dalla foto ho saputo che è morto, perché l'ospedale a Bukavu si è venduto il cibo terapeutico.
Grazie a Marmor e a Gerry a cui rivolgo un ringraziamento particolare per avermi ricordato Bukavu. Ci sono stato nel 1995, un breve spazio temporale "tranquillo" tra il genocidio avvenuto in Rwanda nel 1994 e l'avanzata di Laurent- Desiree Kabila che mise in fuga il Dittatore Mubutu nel 1996. Il mio è stato un viaggio che ricordo ancora con grande emozione, visitando luoghi meravigliosi ma che mi ha fatto anche conoscere un girone dell'Inferno. Ho scritto un diario/racconto, circa questo viaggio e se ti può interessare un reportage "d'epoca" te lo posso inviare via e-mail. Fammi sapere. Ciao Paolo
Ciao Paolo, molto volentieri, sentiamoci, sono stato a Bukavu, 20 giorni sono nel Congo da tre mesi e a breve rientro poi sarò in Ucraina in frontiera per un altro documentario
Ciao Gerry mi farebbe molto piacere uno scambio di esperienze quando il tempo e la tua attività te lo consentiranno. Nel frattempo ti invio in via privata i miei recapiti.