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Sarebbe a dire?? Per caso, visto che sono donne, invece dell'AK47 dovrebbero brandire un cucchiaio? Simbolo del fatto che le donne devono solo stare in cucina??? Vabbè, se così è , meglio che continui a fotografare ciuffoli sui rami, magari evitando di offendere fotografi con la F maiuscola, che nel bailame di fotografi della domenica danno solo lustro, come pochi altri, a questo forum... P.S. la foto è bella come come tutte le foto di Silvia Alessi e dire bello è veramente riduttivo...
inviato il 21 Febbraio 2024 ore 16:59 | Questo commento è stato tradotto automaticamente (mostra/nascondi originale)
Così va il mondo !! Grazie Silvia per queste foto, queste testimonianze, e questa bella visione dell'essere umano e della sua anima... Era una piccola nota dal sud della Francia in montagna... Steph&Mitch SO goes the world !!! Thanks Silvia for these photos, these testimonies, and this beautiful vision of the human being and his soul...It was a little note from the south of France in the mountains!...Steph&Mitch
Io preferisco i reportage veri. Dato che è una fotografia costruita per l'occasione, avrei cercato di non tagliare la canna del fucile e la mano della donna in primo piano a dx. Un saluto
Dopo aver visitato tutte le gallerie, mi permetto di aggiungere il mio parere, 'strettamente personale' e perciò opinabile :
Tutto ciò che si può 'ammirare' qui è pura impostura e nulla ha a che spartire con la fotografia.
Ripeto : questo è un mio parere, strettamente personale, che mi permetto di esprimere, considerata la mia veneranda età e l'esperienza di oltre dieci lustri di attività.
Vi invito ad accettare la mia critica 'costruttiva' come incoraggiamento a migliorare il lavoro sulla corretta via.
Dissento in parte. La fotografia di Silvia Alessi è un ibrido, perché si colloca tra fotografia di reportage e fotografia concettuale. Il punto è che da un lato questo non è vero reportage, ma piuttosto un tentativo di narrare la propria 'visione' trasformando i protagonisti in attori improvvisati alle dipendenze di Silvia, e dall'altro non c'è la cura formale della fotografia concettuale. Provo a spiegarmi meglio: in questo caso il viso della donna al centro è coperto e i piedi sono tagliati, così come sono tagliati la canna del fucile e la mano della donna a dx, dal mio punto di vista, due elementi significativi. Ecco, se questa fosse stata scattata velocemente prima di un evento drammatico, avrei capito, ma così no. Allora penso che a volte si voglia utilizzare il tema importante per 'nobilitare' la propria 'visione', insomma per affermare se stessi, eventualmente anche con l'uso della provocazione, come in altri progetti Questo non lo approvo. Chiaramente è il mio pensiero, ma dato che siamo su un forum, credo sia lecito esprimere la propria opinione.
“ Tutto ciò che si può 'ammirare' qui è pura impostura e nulla ha a che spartire con la fotografia.
Ripeto : questo è un mio parere, strettamente personale, che mi permetto di esprimere, considerata la mia veneranda età e l'esperienza di oltre dieci lustri di attività. „
Claw, pensavo di essermi spiegata: non si tratta semplicemente di un limite "estetico", ma di senso, capisci ciò che intendo dire?
E poi cosa racconta sostanzialmente, se non una fantasia di Silvia? Io vorrei conoscere la vostra lettura della foto. Inoltre ho ascoltato l'intervista... vabbé... Ha compiuto un viaggio in una terra "problematica" e ha assunto delle persone per assecondare un suo desiderio espressivo.
Ritorno a precisare il senso della mia precedente osservazione.
Io non formulo giudizi, perché i giudizi sono spesso imprecisi o errati.
“ ecco il giudicio uman come spesso erra! „
esprimo, talvolta, osservazioni personali (e quindi opinabili, come già ho detto, e soggette anche ad autocritica o autorevisione).
Nel precedente intervento sono stato particolarmente (forse eccessivamente) duro e me ne scuso; ciò è dovuto non a malanimo, ma alla mie esperienze di fotoreporter, abituato a riprendere la realtà così com'è, senza manipolazioni e di fotografo industriale/commerciale (attività quest'ultima nella quale sono stato particolarmente 'autocritico', in quanto non ho mai amato la 'fotografia manipolata').
Se formulo osservazioni è perché l'argomento o il soggetto cui sono rivolte merita attenzione; non esprimo osservazioni su ciò o su chi ritengo 'nullità'.
Quindi ho espresso il mio pensiero perché ho ritenuto il lavoro di Silvia meritevole di attenzione (anche in virtù del notevole impegno) ma suscettibile di miglioramento; L'osservazione è stata espressa educatamente e con il solo fine di stimolare attenzione al perfezionamento del lavoro e per incoraggiare Silvia a perseguire un costante miglioramento. Colgo l'occasione per augurarle un crescente successo.
Ribadisco: non dedico il mio tempo a chi non merita attenzione perché ineducato o privo di argomenti.
Come bene sanno coloro che sono stati miei allievi, io spesso formulo osservazioni 'dirette' e apparentemente dure, che hanno il solo scopo di 'spronare ad impegnarsi sempre più'. I miei allievi conoscono bene quanto la mia apparente 'durezza di giudizio' abbia loro giovato nella professione.
Auguro a Silvia di proseguire il lavoro intrapreso con costanza e attenzione al miglioramento.
Allora avrei messo il fucile sotto i piedi, non in mano, se il messaggio è: né con la forza né con la violenza. La donna con il fucile in mano rischia di diventare come l'uomo troglodita altrimenti
Certo, nessun problema. Spero di riuscire a argomentare.
Mi chiedo il senso di certi commenti, più che altro sentenze lapidarie. Scritti per? Non so. Ormai è di moda, ma non è consolante, per me almeno. E le parole hanno un peso. Sappiamo benissimo che si può ricorrere a diverse espressioni per manifestare il proprio dissenso (per fortuna non siamo in Russia o in Cina) evitando il dileggio velato e spacciato per consiglio o l'arroganza travestita da cultura con cui si emettono giudizi sprezzanti. Certo, è lecito dire la propria opinione ma, penso, si possa essere ben più civili. Un minimo sforzo non guasterebbe, perché anche in questo forum ci si azzuffa per un nonnulla (tant'è che medito di uscirne). La pensi come me? Mi dai ragione? Ok, altrimenti son caxxi tuoi. Del tipo, io sono io, voi non siete un cxxxo. A meno che faccia comodo buttarla compulsivamente in caciara. A che pro ergersi a mega-luminari illudendosi che a vincere (cosa poi, visti certi portfolio) sia chi la spara più “grossa”, “intelligente” e “celodurista”? In premio ricchi premi e cotillons? Bo, continuo a non capire. Io, come la maggioranza qui credo, sono un fotografo “della domenica”. Non vivo di fotografia. Mi accontento delle immagini che produco, anche se spesso di qualità assai scadente, cercando se e dove possibile di migliorare. E non mi sogno neppure di pubblicarle, auto censurandomi in partenza. Non capisco perché dovrei ergermi a censore, non ne ho il tempo, la voglia e le capacità: qualcuno invece sembra essere sempre pervaso dal desiderio irrefrenabile di travalicare il confine della critica costruttiva per scivolare nella sindrome degli odiatori seriali. Virus a cui ahimè non c'è cura o vaccino. Utilizzare toni sprezzanti verso chi, con coraggio (mai andrei in Iraq per un reportage sulle donne yazide stuprate dagli eroi al contrario dell'Isis, a meno di essere lautamente pagato, e poi forse no) e dedizione per l'arte che persegue (discutibile o meno) e produce fotografie premiate in contesti internazionali rende migliori? Saremmo tutti in grado di replicare e meglio ciò che ha fatto Silvia? Io no. Inutile poi lamentarsi quando si viene bloccati. Ciò non toglie che non si possano criticare le fotografie di Silvia, non spetta certo a me prendere le sue difese. Molte non rispecchiano neppure il mio sentire. Fotografo altro, ma pazienza. Dall'alto della mia somma incertezza, pongo una semplice domanda: se fossero le mie/vostre immagini a ricevere alcuni dei commenti gratuiti e tranchant che sono stati scritti qui, ma anche altrove, quale sarebbe il vostro pensiero e/o reazione? Immagino nessuno gradirebbe leggere a proposito di una sua fotografia: un cucchiaio di legno sarebbe più appropriato; tutto ciò che si può “ammirare” qui è pura impostura e nulla ha a spartire con la fotografia; io preferisco i reportage veri; ecc… A parte il fatto che è complicato distinguere tra cosiddetti “reportage veri” e non (esempi Diane Arbus, Doisneau, McCurry, ecc. tanto per citare qualcuno di famoso che non è che abbia sempre fotografato proprio a caso, senza studio e posa, suggerendo al modello di turno dove e come posizionarsi, magari pagando pure) il concetto è che deve passare il messaggio del reportage/fotografia/opera d'arte. A me alcune fotografie di Silvia comunicano qualcosa. Non tutte. Perfette? No. Qualcuna mi piace, qualcuna no. Ma questo non mi giustificherebbe nel caso in cui le muovessi critiche pesanti e gratuite. E poi, nessuno giudica un'opera artistica (dalla fotografia alla letteratura al cinema) soltanto attraverso la lente dell'estetica. Un progetto può essere esteticamente bellissimo, dall'effetto wow e rispettare tutti i crismi della teoria ma se dietro manca appunto il messaggio, un'anima, qualsiasi forma d'arte lascia il tempo che trova.
L'intervento secco e probabilmente istintivo a cui fai riferimento proviene da un fotoreporter "classico" (Sigma3000), che mal sopporta il genere praticato da Silvia e che, comunque, nel commento successivo ha scritto:
“ Nel precedente intervento sono stato particolarmente (forse eccessivamente) duro e me ne scuso; ciò è dovuto non a malanimo, ma alla mie esperienze di fotoreporter, abituato a riprendere la realtà così com'è, senza manipolazioni „
Non si tratta quindi di "odiatore seriale", ma di persona che ha vissuto sulla pelle situazioni che l'hanno segnato e che, quindi, fatica ad accettare questo tipo di fotografia: un genere che poggia su tematiche molto delicate per permettere all'autrice di "abbandonarsi e fare ciò che le piace" (parole utilizzate alla fine dell'intervista) in modo creativo e originale, per differenziarsi dalla massa, seguendo la propria propensione artistica. Come detto sopra, un po' lo capisco, perché il progetto "the cut" non si occupa delle donne yazide stuprate, ma è un lavoro sul "potere dei capelli" (vedi intervista al min 17:30), un potere politico, religioso, ambientale... Il tema forte pare quasi diventare un pretesto. Credo sia stato questo a far scattare Franco.