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"Uomo temperato, saggio, di animo sempre uguale, veritiero, colto, gentile e modesto"[1] lo descrisse l'allievo e amico Antonio Spanedda.
Giovinezza e formazione [modifica]
Giuseppe Brotzu nacque da Luigi e Maria Castangia. La sua era una famiglia medio borghese di medici originaria di Nulvi, in provincia di Sassari: lui era il terzo medico in casa, dopo suo padre, ufficiale sanitario nel comune di Cagliari e suo nonno, medico condotto a Ghilarza[2].
Si laureò in medicina all'Università di Cagliari nel 1919, fu esonerato dal servizio militare affinché potesse assumere la direzione degli ambulatori antimalarici di Cagliari. Dopo aver esercitato per alcuni anni la professione iniziò a frequentare l'Istituto di Igiene, dove collaborando con il professor Donato Ottolenghi, insigne studioso di Igiene, si interessò alla materia e con lui si recò prima a Siena e poi a Bologna[3].
A Siena conobbe Maria Castellani, giovane chimica che lavorava come farmacista all'ospedale senese, con la quale studiò sempre, da lei fu accudito quando si ammalò di melitense e nel 1926 divenne sua moglie[4]. Nonostante avesse vinto nel 1932 la cattedra di microbiologia all'istituto di Igiene di Modena, attaccato alla sua terra e alla sua città, nel 1933 Brotzu si trasferì a Cagliari e nel 1934 prese possesso della direzione dell'istituto di Igiene della città[5]. Fu preside della facoltà di Farmacia nell'anno accademico 1934-1935, di quella di Medicina nell'anno 1935-1936 e poi rettore dal 1936 al 1943, anni in cui vennero istituite le facoltà di Ingegneria Mineraria e di Magistero[6]. Dopo sette lunghi anni di attesa, nel 1933, nacque Maria Vittoria, che sul finire dell'anno cadde malata, l'anno seguente nacque Nanni e poi altri tre figli[7].
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