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| inviato il 22 Maggio 2023 ore 9:28
Un tipo di foto che mi piacciono. Questa fotografia ha,per me, una raffinatezza e un valore estetico notevole. Ben fatta ,niente da dire. Il taglio è molto bello,realistico : luce diffusa,naturale, cha dà un senso di...abbandono. Mi piace il rigore ,la precisione dei colori e ...... crudezza della foto Insomma...ci vai dentro . Un sacco di complimenti !! Un saluto ! |
| inviato il 22 Maggio 2023 ore 19:33
Che bello questo commento, Maurizio! Articolato e ricco di messaggi, mi piace un sacco. Considerando che la foto è nata in un secondo, la mattina, di fretta nella camera d'albergo in cui ero per lavoro, distratto sia dai pensieri della giornata che iniziava, sia dai dati di vendita di un romanzo che ho scritto (piccoli, ma per me ricchi!) non posso che essere entusiasta della tua valutazione. Si tratta in effetti di una foto istintiva. Due scatti (il primo un po' storto) e via di corsa a colazione. Ciao! |
| inviato il 22 Maggio 2023 ore 19:54
Ricorda molto le atmosfere e i colori di Hopper. In cordialissimo saluto Alberto |
| inviato il 22 Maggio 2023 ore 20:22
Hopper è un mio idolo. Quello che scrivi è un poderoso postburciatore per il mio ego |
| inviato il 24 Maggio 2023 ore 19:19
Prendo spunto dalla tua attività di scrittore per la quale ti auguro un grande successo..... una stanza, letto sfatto, carta da parati e tavolini simil legno, senso di abbandono... ecco un passo di uno più grandi romanzieri. a voi scoprire chi... "Consiste in una sola strada di oscure abitazioni, dalle cui finestre, nel tempo delle vacanze, guardano lunghe, malinconiche file di cartelli, che dicono, con la stessa evidenza della fisionomia dei loro inquilini schierati sui banchi ministeriali o dell'opposizione, durante la sessione già morta: <<da appigionare>>.....Nei giorni umidi, il luogo è inghiottito dalle esalazioni di alti parlamentari e di untuose petizioni; i portalettere svengano appena entrano in quegli insalubri confini, e fruste ombre in cerca della franchigia postale corrono inquiete qua e la' come spettri turbati di defunti scrivani pubblici. Quel luogo è appunto Manchester Buildings; e ad ogni ora della notte vi si può udire il rumore delle chiavi che entrano nei loro rispettivi buchi, accompagnato, di tanto in tanto, - quando una raffica di vento, radendo l'acqua che lava i piedi di Manchester Buildings, porta i suoni verso l'imboccatura di esso - della debole, stridula voce di qualche giovane deputato che si esercita nel discorso da pronunciare il giorno dopo. Per tutta la giornata, quant'è lunga, vi gemono organini e tintinnano e stridono casse armoniche, perché Manchester Buildings è una trappola da anguille, che non ha altra apertura che l'ingresso - una specie di vicolo cieco, in cui non si entra che da una parte, e questa breve ed angusta - e per questo rispetto si può tipicamente paragonare al destino di alcuni dei suoi più avventurosi residenti, i quali, dopo essersi contorti in parlamento con violenti sforzi e atteggiamenti, s'accorgono poi che per loro esso non ha un passaggio; che, come Manchester Buildings, non conduce, oltre che a se stesso, a nulla, e che finalmente debbono accontentarsi di tornarsene indietro non più saggi, non più ricchi, e neppure un po' più famosi di quando ci sono entrati." |
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