JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).
Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.
Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:
Hai domande e curiosità su questa immagine? Vuoi chiedere qualcosa all'autore, dargli suggerimenti per migliorare, oppure complimentarti per una foto che ti ha colpito particolarmente?
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 242000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.
MAMUTHONES E ISSOHADORES Mamoiada, nella sua tradizione, vanta un rito estremamente antico che si tramanda di generazione in generazione: quello dei Mamuthones e degli Issohadores. Nati in tempi antichissimi, come attori attivi nei riti pagani, le loro origini si perdono nella notte dei tempi; con il loro fascino e mistero sono sopravvissuti al logorìo del tempo. Il loro rito si manifesta in tutta la sua teatrale spettacolarità, per la prima volta dopo l'arrivo del nuovo anno, in occasione della festa di S.Antonio Abate, che si celebra il 17 gennaio, giornata che sancisce l'inizio del Carnevale Mamoiadino. Le due figure, entrambe di sesso maschile, seppur con abbigliamento diverso e apparentemente in contrasto, di fatto sono complementari, inscindibili e inconfondibili; esse rappresentano infatti l'immagine di un solo gruppo che è stato da sempre considerato dalla comunità locale patrimonio intangibile, unico e inestimabile. Il rituale inizia con la vestizione, che rappresenta la “metamorfosi” degli uomini in Mamuthones e Issohadores, un momento di intensa solennità. La vestizione rappresenta infatti un rito sacro e profano insieme: le varie fasi sono seguite con lo scrupolo e le modalità di una cerimonia religiosa, pagana, in un clima di mistero e suggestioni di tempi passati, ma allo stesso tempo non sono presenti aspetti tipici delle rappresentazioni religiose, quali la presenza di una figura guida che celebra da un altare. Tutti i componenti del gruppo, infatti, seppur con abbigliamento e ruolo distinto, sono alla pari. Il culmine della vestizione si identifica nel momento in cui i Mamuthones e gli Issohadores indossano la maschera, rispettivamente denominata “sa visera” e “sa visera 'e santu”: è a questo punto che i componenti perdono identità e parola e si trasformano in esseri misteriosi. Il Prof. Bachisio Bandinu, noto studioso e antropologo isolano, al riguardo scrisse: “Le citate maschere pongono un'interrogazione perturbante e avviano un'analisi non canonica. Dicono un rito senza messa e senza testo da rappresentare. Negano la relazione con il volto e rifiutano qualsiasi significazione e interpretazione. Intercorre una differenza radicale tra rito come traccia e festa come cerimonia catartica. La maschera-rito è l'esperienza di una metamorfosi, la metamorfosi dice che un uomo diventa animale-dio”. Dopo la vestizione, il gruppo si appresta ad esibirsi in sfilata al pubblico
Questa è vera cultura con le foto, ottime, che descrivono tradizioni secolari ed intangibili per la vostra cultura. Voi sardi siete bravissimi nel continuare a mantenere viva la tradizione. Complimenti. Ciao, Rosario
Tradizione stupenda, come le foto, la clip e la storia che hai brevemente illustrato Cosa abbiamo da spartire, noi italiani, con tradizioni aliene tipo Halloween, ad esempio? Noi abbiamo di meglio Complimenti²... anzi... Complimenti³ Ciao, Carlo