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Al paese di mio nonno queste chiusure venivano fatte alla bell'e meglio, con il fil di ferro quando andava bene, se non con il filo spinato stesso che era stato appena usato per realizzare la recinzione, oppure il cancello che quella chiusura andava a chiudere (a volte su quel filo spinato ci si trovavano ciuffi di peli di animali o di lana delle pecore che lo avevano oltrepassato passandoci sotto), qui ora vengono realizzate con filo di nylon ed addirittura i paletti vengono trattati con i guanti mettendoci sopra addirittura un anello in acciaio inossidabile per evitare che si rompano, mi viene da riflettere e dire che è un'evoluzione anche questa....
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E' anche un sistema ecologico arrangiarsi con con ciò che si rimedia; se si sa guardare tutto è degno di una riflessione ed è vivificante. La foto è incisiva.
Grazie Maurizio del graditissimo commento! In effetti, credevo poco in questa foto, pensavo che potesse avere un significato solo per me ed avere anche un solo riscontro per me è molto importante. In fondo come dice anche Michael Freeman ne “La mente del fotografo” (che sto leggendo in questo periodo e che mi sta aiutando molto): “anche nell'ordinario ci può essere dello straordinario perché gli attribuiamo un significato”. Grazie ancora della visita e buona serata.
Ciao Fabio, è che qui il comune ci tiene, alla fine ci sta pure, in fondo, come si suol dire...lo sparagno non è mai guadagno. Grazie mille della visita e del commento. Buona giornata. Daniele P.S. In realtà in questa foto è nascosto il motivo più profondo per cui sono venuto dalla città ad abitare da queste parti, mi ricordano il paese di mio nonno dove andavo da piccolo, dall'odore dei camini l'inverno agli animali selvatici che si possono incontrare (come le ghiandaie), a questi particolari che si possono incontrare quando si fa un giro nei boschi, per me basta farmi un giro qui intorno fuori dal paese che è come tornare bambino.
Concordo in pieno. Sono nato e cresciuto nella grande città ma mio nonno veniva da un piccolo paesino. Negli anni '80 lì c'erano ancora le baracche con le galline i maiali, si incontrava sulle strada il gregge di pecore, si respirava un'aria genuina, cristallizzata nel tempo. Si andava per boschi a castagne noci e funghi. Quando si tornava dopo la pioggia si mettevano i vestiti ad asciugare davanti al camino. Il telefono c'era ma solo nel bar e nel 'posto pubblico'. Sembra passato un secolo