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Da quasi 40 anni non andavo in val d'Ayas (1983) … Pubblico un raffronto fotografico che dà bene l'idea di come sia cambiato il paesaggio e anche il mio aspetto fisico… L'ultimo paese della valle è San Jaques, dove arriviamo nel primo pomeriggio e dove utilizziamo il comodo servizio di taxi (un vecchio Defender) che ci porterà al Piano di Verra Superiore m. 2350. Qui inizia l' avventura: una splendida solitudine in ambiente impareggiabile. Ci carichiamo gli zaini che risultano particolarmente imponenti in quanto la stagione di scarso innevamento ci fa ritenere che dovremo percorrere la lunga morena fino al rif. Mezzalama m. 3004 sci e scarponi in spalla. In poco più di 2 ore raggiungiamo il piccolo splendido rifugio a nostra completa disposizione. Sarà facile rifornirci di acqua e preparare la cena per quietare l' appetito per poi ritirarci al primo piano nella camerata. Come è noto, in quota si dorme poco e, allo scopo, ho portato la mia pesante Nikon per scattare foto notturne e accompagnare il trascorrere delle ore. A mezzanotte esco per qualche scatto, ma il cielo è in buona parte coperto e poco dopo rientro sotto le coperte sperando in una successiva apertura del cielo. Alle 3,45, prima della sveglia collettiva, il cielo è finalmente sereno e anche gli scatti risultano più interessanti, compresa la Via Lattea nonostante in questi giorni risulti meno visibile. Alle 5 partiamo con le frontali, ci incamminiamo passando dal buio alla luce che rischiara via via in tutte le sfumature di colori lo splendido ghiacciaio ben coperto dalle ultime nevicate. Passiamo vicino al Rif. Guide di Ayas m. 3425 e proseguiamo fino alla deviazione dei due Gemelli (Castore e Polluce) che, visti dalla Svizzera, si assomigliano realmente. Decidiamo di risalire il Polluce a sinistra dove ci raggiunge anche il sole, dirigendoci verso ovest per affrontare il canale ripido dove si tolgono gli sci. Risalito il canale si incontra la cresta Sud-ovest, particolarmente frastagliata e muscolare dove, con l'aiuto di una struttura ben costruita di catene su ottima roccia per placche e canali, raggiungiamo il piano su cui si trova la statua della Madonna con il Bambino che apre la strada all'ultimo tratto di facile cresta nevosa per la vetta. Sono le ore 9, la luce ci avvolge , il panorama sulla Doufour, sui Liskamm, sul Castore è infinito e oltre si vedono il Cervino e il Bianco. Anche la discesa non sarà banale e tornerà utile la corda che Elena ha portato nel suo zaino (cavalleria al contrario…) per attrezzare un paio di doppie e scendere in sicurezza dalla cresta e raggiungere il deposito sci . Tornati all'incrocio, i giovani del gruppo sentono “fremere l'ardimento” e decidono di risalire anche lo splendido gemello Castore m. 4221. Li lascio andare per attenderli sul ghiacciaio che è uno splendido terrazzo al sole. Ne approfitto per riposarmi meritatamente, per rifocillarmi e seguire in diretta la loro salita: in poco più di un'ora sono in vetta e via via li vedo scendere entusiasti per la importante impresa realizzata. Adesso si scende sperando che la neve non molli troppo: sarà una splendida discesa su ottimo firn che ci porterà comodamente fino a poche decine di metri sopra il Rif. Mezzalama dove, purtroppo, finisce la corsa. Si torna al Rifugio, si riordina, si lascia il piccolo obolo più che meritato, ci si guarda intorno con rimpianto e si scende carichi come asini fino al Pian della Verra superiore dove ad attenderci c'è il Defender che ci riporta nella “civiltà”. Se dopo quasi 40 anni rivivo le stesse forti emozioni di allora, posso ritenermi davvero molto “fortunato”… , #Scialpinismo,#Neve https://www.facebook.com/aldo.menini/posts/pfbid02cM9PUX6hg1974o85iXYWwqkKZX8KAXJME4HuG5XnuLEyPU5vb8acUi4Kc2MAZNF3l
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