RCE Foto

(i) Per navigare su JuzaPhoto, è consigliato disabilitare gli adblocker (perchè?)






Login LogoutIscriviti a JuzaPhoto!
JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).

Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.

OK, confermo


Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:

Accetta CookiePersonalizzaRifiuta Cookie


  1. Gallerie
  2. »
  3. Ritratto e Moda
  4. » L'atto della defecazione, foto presa da una serie

 
L'atto della defecazione, foto presa da una serie...

Mix di immagine e progetto “

Vedi galleria (16 foto)

L'atto della defecazione, foto presa da una serie inviata il 13 Marzo 2022 ore 17:22 da Silvia Alessi. 15 commenti, 1099 visite.

1/25 f/11.0, ISO 500,

Il desiderio che sento forte in me di comunicare attraverso l'arte fotografica mi spinge ad approfondire pulsioni, disperazioni, inquietudini. Non in modo concettuale, ma visivo: il solo modo in cui mi riesca bene parlare di morte e di vita. La pausa forzata della pandemia mi ha portato a scendere ulteriormente dentro me stessa, rispetto al periodo dei progetti in giro per il mondo. Qui ho deciso di mostrare la mia mente. Sono riuscita a farlo perché ho trascorso anni a ritrarre gli altri cercando di mostrare contemporaneamente qualcosa di loro e di me. Col tempo ho capito che con la mia fotografia mostravo quel mondo magico di incontri e di accadimenti che vedevo nel mirino, che era comunque sempre la mia mente, ed ora voglio mostrarla senza mediazioni. L'atto di defecare è un tabu nella nostra società e per me in particolare, tanto quanto lo è l'atto del morire. Si fa nascosti, e mediamente non se ne parla. Nei secoli passati tenevamo le feci in casa e poi le gettavamo dalla finestra. Ora invece esse spariscono immediatamente, risucchiate dallo scarico. Eppure ci sono. Le città galleggiano su un sistema fognario grande, capillare e invisibile, di fondamentale importanza per il corretto funzionamento della vita pubblica. Ho voluto dunque rappresentare qualcosa che permea la nostra vita ma è allo stesso tempo esclusa dall'esperienza di ogni giorno. È una sensazione strana perché mostro qualcosa di noto eppure di particolarmente nascosto. Qualcosa che associo al dolore e al rilassamento, dunque alla vita biologica e al suo respiro, alla sua circolarità in termini di piacere e dolore, ma anche al distacco, e dunque alla morte, che alla fine è pur sempre il tabù dei tabù, come momento supremo di respiro che cede il passo all'indicibile.





Che cosa ne pensi di questa foto?


Hai domande e curiosità su questa immagine? Vuoi chiedere qualcosa all'autore, dargli suggerimenti per migliorare, oppure complimentarti per una foto che ti ha colpito particolarmente?


Puoi farlo iscrivendoti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!

Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 242000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.




avatarsenior
inviato il 13 Marzo 2022 ore 17:21

Hai una galleria certamente originale ma mi sfugge il filo conduttore o forse non c'è, cmq complimenti sinceri, ciao.

avatarsenior
inviato il 13 Marzo 2022 ore 18:50

Gran..gran...fotografa.
Sia dal punta di vista tecnico che espressivo.

avatarsenior
inviato il 13 Marzo 2022 ore 20:02

Ma voi continuate pure a mettere like ai fiorellini.

avatarsenior
inviato il 14 Marzo 2022 ore 0:41

Originale composizione e coraggiosa esternazione del proprio pensiero in merito.
In realtà, personalmente, quello che vedo lo raffiguro o rapporto ai giorni d'oggi, post pandemia e, purtroppo di guerra.
Penso che l'unico tabù sia il tabù che il nostro cervello presenta nel suo lato oscuro, quel lato che tristemente se non illuminato ci trasporterà tutti nella fogna e nella nostra stessa defecazione.
Complimenti Silvia.
Franco

avatarsupporter
inviato il 14 Marzo 2022 ore 7:44

Comunque un atto liberatorio.

avatarjunior
inviato il 14 Marzo 2022 ore 9:04

Grazie a tutti per i commenti :)

avatarsenior
inviato il 14 Marzo 2022 ore 15:48

Bello scatto, un po' provocatorio, ma in effetti penso che qualcuno ha davvero la merda nel cervello

avatarsenior
inviato il 14 Marzo 2022 ore 17:54

Mi piace . Come quasi tutti i tuoi scatti

avatarsenior
inviato il 14 Marzo 2022 ore 18:59

Uhm non lo so. Capisco l'attrazione per l'inconsueto, ed il suo utilizzo per allontanarsi dalla banalità.
Però riesco con difficoltà a trovare un collegamento tra la didascalia e l'immagine.
Defecare come atto privato ci sta, ma non capisco il tabù.
Per me è un processo perfettamente naturale, esattamente come la morte.

Poi il collegamento tra la testa e lo scarico? Simboleggia una forma di "scaricare" via i pensieri tossici? Esattamente come tossiche sono le sostanze che espelliamo.
Tossiche o volendo anche di rifiuto. Le due cose non necessariamente coincidono.

avatarsupporter
inviato il 14 Marzo 2022 ore 20:00

Scatto molto bello e interessante didascalia, anche se non e sempre stato cosi, gli antichi romani defecavano tranquillamente in compagnia chiaccherando del più e del meno.

In ogni caso complimenti.

Ciao Nino

user233673
avatar
inviato il 30 Marzo 2022 ore 0:25

Condivido l'opinione di Maserc, e aggiungo: se di un tabù si vuole parlare nell'arte, quel tabù bisognerebbe avere il coraggio di infrangerlo, e non camuffarlo con elementi simbolici

avatarjunior
inviato il 31 Marzo 2022 ore 8:12

Feng7 Capisco la critica, del resto affrontare certi argomenti comporta sempre reazioni, e tutte le reazioni in un certo senso accompagnano l'espressione artistica e ne fanno parte. Però correttezza mi impone di dire che i miei lavori non vogliono “sensibilizzare” su nessun tema. Sono mere esperienze visive dove affluiscono il mio vissuto, le mie ansie e le mie angosce, il mio vivere in maniera irrisolta. Io ormai non riesco più a scindere l'arte da questo. Quindi a rigore non sto camuffando, sto proprio vedendo.

user233673
avatar
inviato il 31 Marzo 2022 ore 22:58

Buonasera Silvia,
lei scrive in didascalia:
"Il desiderio che sento forte in me di comunicare attraverso l'arte fotografica mi spinge ad approfondire pulsioni, disperazioni, inquietudini. Non in modo concettuale, ma visivo"
Mi spiega la differenza tra “concettuale” e “visivo”? Me lo domando, dato che a mio parere lei in questo caso utilizza proprio una modalità di tipo concettuale.
La critica che le ho mosso non riguarda tanto l'argomento, su cui non mi esprimo dal momento che si tratta di un suo vissuto personale, ma concerne piuttosto la modalità espressiva che non mi pare convincente.
Provo a spiegarmi meglio: negli anni Settanta ci furono alcune artiste come Judy Chicago, che realizzò nel 1971 un'opera intitolata Red Flag, con protagonista una donna che si toglie un tampone insanguinato, o Tamara Wyndham: i suoi Vulva Prints sono prodotti dalla diretta stesura del sangue sulla tela, per sfatare il tabù del ciclo mestruale.
Ora, tralascio il mio pensiero su tali forme d'arte, ma riconosco la coerenza delle autrici nell'affrontare la questione.
Utilizzare oggettistica varia per richiamare l'idea di una realtà corporea, non le sembra un'incongruenza rispetto a quanto da lei stessa dichiarato? Un esporsi, ma non troppo?

avatarjunior
inviato il 01 Aprile 2022 ore 15:16

Feng7 Le mie idee artistiche (che mostro attraverso la fotografia, ma non sono fotografie), non sono pensieri astratti, nel senso che non sono concetti, entrano nei miei occhi. Per questo le chiamo visioni. Non posso farci nulla. Permeano poi tutto il mio essere, sono “me”. Già le mie prime esperienze artistiche erano legate a qualcosa di molto visivo, estetico: i capelli, le loro forme, le loro geometrie. Sono hair stylist da quando ho 15 anni, tocco forme e creo geometrie da allora. La mia visione è dunque una visione anche estetica. Ma non estetizzante, non concettuale. Infatti io non voglio veicolare nessun messaggio, nessuna sensibilizzazione, nessuna provocazione… non sono termini miei, questi. Voglio solo far vedere quello che vedo. Mostrare quello che accade nel mio mirino. Per questo non amo prestarmi al gioco del “volevi dire questo, volevi dire quello, lo hai detto bene, lo hai detto male”. Voglio solo mostrare la mia mente, perché non posso non farlo.

user233673
avatar
inviato il 01 Aprile 2022 ore 18:17

Vede Silvia, la fotografia concettuale è un tipo di arte fotografica che inizialmente viene concepita nella mente del fotografo e poi messa in scena per realizzare e comunicare tale visione, in pratica ciò che mi sta dicendo.
Altro punto
Lei in didascalia scrive: 'Col tempo ho capito che con la mia fotografia mostravo quel mondo magico di incontri e di accadimenti che vedevo nel mirino, che era comunque sempre la mia mente, ed ora voglio mostrarla senza mediazioni'.
Le domando: gli oggetti che utilizza non sono forse delle 'mediazioni' artificiose?
Per ultimo, sul fatto di non voler veicolare nessun messaggio, beh, mi permetta di dire che non è proprio così, basti leggere le sue didascalie...
Le auguro una buona serata


RCE Foto

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info)

Alcuni commenti possono essere stati tradotti automaticamente con Microsoft Translator.  Microsoft Translator



 ^

JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.

Versione per smartphone - juza.ea@gmail.com - Termini di utilizzo e Privacy - Preferenze Cookie - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

www.juzaphoto.com - www.autoelettrica101.it

Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me