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| inviato il 29 Marzo 2021 ore 19:09
Ho sempre cercato, Piki, di commentare le tue opere con poche parole, meno parole possibili. Questa volta credo che non ci riuscirò. Magari questa tua opera non è quella che senti di più nel tuo cuore, ma io credo che sia un'opera che abbraccia una parte grandissimo del mondo, una fetta importantissima dell'umanità, attraversa culture diverse, religioni, convinzioni. Prima, però, vorrei dirti che apprezzo moltissimo la grande cura e precisione con la quale hai costruito l'immagine. Due fotografie importanti, belle, che anche da sole avrebbero raccontato moltissimo, sono unite per rafforzare un messaggio, dicevo, con un'attenzione notevole. Forse passa un po' inosservata per via della forza dell'insieme, ma se ti fermi a guardare, vedi che l'immagine della donna sembra uscire dall'occhio dell'uomo, quasi come fosse una lacrima ma quell'occhio ha un'espressione dura. Forse è lo sguardo do chi fa del male senza rendersene conto, o se ne rende conto nel suo inconscio. Lo fa e si pente, ma sembra più forte di lui ... e la sua azione va verso la donna, verso la creatura che per definizione ha poche possibilità di difendersi verso un uomo di questo tipo e quindi piano piano, se non ha il coraggio di alzare la testa, reagire e cercare una vita migliore, diventa piano piano più piccola, meno visibile, trasparente, appunto, come nella tua opera. Non vede più il mondo perché non ne ha più voglia, non si fa più vedere, perché non si sente più persona prima e donna dopo e lentamente muore. Spesso, aggiungo, nella totale indifferenza di una società che con le parole fa molto, ma con i fatti, non riesce a togliersi da dosso una piaga antica. Dicevo, Piki, che quest'opera, a differenza di altre, è per tantissime persone, perché è una denuncia forte e vera, come sempre raccontata in modo eccellente e soprattutto perfettamente raccontata, in ogni dettaglio, in ogni sfumatura, solo e soltanto con un'opera che non contiene parole. Una lacrima, con quello che significa e nella lacrima, la donna. Vorrei che questa tua opera venisse divulgata. Non bisogna aspettare la festa della donna per denunciare certe "malattie sociali". Ogni momento è buono. Ecco, mi piacerebbe vedere le fotografe in questo sito, ma anche i fotografi, unirsi in un coro e dare un segnale forte. Grazie Piki per questa bellissima opera che dimostra ancora una volta una grande sensibilità e attenzione verso in mondo e ti porta sempre a sottolineare, con dolcezza e grande sensibilità, i temi sui quali dovremmo riflettere di più. Guardando quello che pubblichi, mi viene da pensare che sia una specie di manuale: come rendere il mondo migliore. Complimenti, Piki, ancora una volta, e non basta. Grazie Gabbia65 |
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