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a 70mm, 1/800 f/4.0, ISO 400, mano libera. Firenze, Italia.
Questa foto l'ho scattata a Firenze, Piazza della Repubblica, ad uno dei tanti presidi e manifestazioni a cui ho partecipato dal 30 maggio in poi, riguardante i lavoratori dello spettacolo.
Io sono un musicista professionista e insieme ad attori, ballerini, fotografi, tecnici, maestranze varie, maschere etc. stiamo vivendo il momento peggiore per la nostra professione, inserito all'interno di una precarietà già consolidata in tempi di "pace", fatta di contratti inesistenti, partite IVA forzate, lavoro nero imposto e subìto.
Facciamo parte di quella fetta di "sacrificabili" che ha smesso di lavorare da marzo in poi, con pochissime tutele e garanzie, con un accesso pressoché nullo agli ammortizzatori.
Con la seconda ondata i primi a chiudere sono stati i teatri e le sale concerto, oltre ai locali rimasti (tanti hanno chiuso i battenti definitivamente già da marzo incapaci di far fronte alle spese correnti). E non si vede la luce in fondo al tunnel.
Questa foto non è una recriminazione ma vuole essere semplicemente un invito a riflettere su una situazione che sta mettendo in ginocchio interi comparti lavorativi, fatti di singoli, famiglie, compagnie, gruppi, che si spendono quotidianamente per la bellezza e per la cultura, bisogni essenziali, sui quali questo stato di cose si sta rivelando nefasto - nel breve periodo lo è già, nel lungo lo sarà di certo - con importanti ricadute sociali che ancora non siamo in grado di valutare.
Un saluto.
Tommaso
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inviato il 04 Novembre 2020 ore 10:03 | Questo commento è stato tradotto automaticamente (mostra/nascondi originale)
Congratulazioni per la qualità della foto, l'empatia per il discorso che la accompagna. Sto vivendo esattamente la stessa situazione in Francia. :-( , Renaud Congratulations on the quality of the photo, empathy for the speech that accompanies it. I am experiencing exactly the same situation in France. Regards, Renaud
Il tuo scatto è una denuncia che va oltre la già grave evidenza dei fatti. Che nessuno me ne voglia. È più importante vendere pesci rossi o coltivare la cultura? Nella nostra società la risposta è davanti agli occhi di tutti. Vendere pesci rossi ha un senso e dietro ci sono famiglie, ma anche chi fa cultura ha famiglia e ha un senso. Alla sensibilità personale decidere se è maggiore o minore. Di certo, però, non c'è una logica condivisibile che giustifichi una situazione di eterna precarietà e che per di più renda accettabile l'abbandono in questi momenti. Non voglio scivolare nella polemica, ma dirti, per quello che vale, che non sono il solo a pensare che si stia sbagliando. Purtroppo la cultura non fa lobby e con questo, credo, abbiamo detto tutto. Gli effetti della mancanza di cultura già si vedono, purtroppo. Saranno ancora più marcati. Spero che questa tua fotografia riesca a raggiungere moltissime persone. Con affetto Gabbia65
Grazie Gabbia, ovviamente non è mia intenzione fare delle graduatorie, ci tengo a specificarlo. È soltanto un modo per pubblicizzare la questione con i pochi mezzi che ho a disposizione. Un abbraccio
inviato il 08 Aprile 2021 ore 11:02 | Questo commento è stato tradotto automaticamente (mostra/nascondi originale)
Quello che sta accadendo in tutto il mondo in questo momento è sbalorditivo. Tutti sperano che un giorno finisca! La situazione è simile in Lettonia. What is happening around the world right now is mind-boggling. Everyone hopes it will end someday! The situation is similar in Latvia.