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La Società Anonima Moto Guzzi venne fondata a Genova il 15 marzo 1921 dal cavaliere Emanuele Vittorio Parodi e da suo figlio Giorgio assieme all'amico Carlo Guzzi. La sede produttiva invece fu stabilita a Mandello Tonzanico... poi diventato Mandello del Lario in provincia di Lecco. Come simbolo venne scelta un'aquila... simbolo del Corpo Aeronautico nella Prima Guerra Mondiale... in onore del loro comune amico e che doveva essere il quarto socio Giovanni Ravelli... pilota motociclistico ed aviatore... che però era venuto a mancare nel 1919 cadendo con il suo aereo durante un volo di collaudo. La Moto Guzzi costruì il modello Le Mans dal 1976 al 1993 in 4 serie. Mentre le prime 3 avevano il motore di 843 cm3 la 4° serie... denominata Le Mans 1000... aveva il motore di 949 cm3. Il modello Le Mans II fu costruito dal 1978 al 1981 e visivamente si distingue dalla precedente 1° serie principalmente dal posizionamento delle pinze dei freni anteriori che sono disposte posteriormente alle forcelle della sospensione anteriore mentre nella 1° serie erano posizionate anteriormente a codesta. Il motore è il classico bicilindrico a V di 90° di 843 cm3 disposto longitudinalmente che nella versione stradale erogava 71 cavalli di potenza mentre nelle versioni preparate per le competizioni... come quella qui raffigurata... erogava una potenza che partiva da 82 cavalli a salire. In origine... questo motore a V di 90°...che era stato progettato dall'ingegnere Giulio Cesare Carcano nel 1959 con una cilindrata di 594 cm3 e 34 cavalli di potenza... era stato presentato alla Fiat come propulsore alternativo per motorizzare la Nuova 500 ma poi gli venne preferito il più economico e meno performante bicilindrico twin di 479 cm3 erogante inizialmente 13 cavalli di potenza massima e costruito dalla stessa Fiat. La Le Mans II visibile in questa fotografia fu allestita dal preparatore e pilota... specializzato in Moto Guzzi di cui era pure concessionario... Sergio "Zigolo" Valentini di Forlì mentre il pilota che la portava in gara era Paolo Ferrari... vincitore di molte competizioni nella categoria Endurance.
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Bella moto e bella foto. La didascalia è, al solito, ricca e competente. Di questa moto non tutti i piloti gradivano la trasmissione finale di tipo cardanico. bravo Luciano. Un saluto. Paolo
Grazie Mario... grazie Gaet.... grazie Paolo... grazie Alberto... e grazie Giancarlo... per i Vostri graditi commenti... La trasmissione cardanica era una conseguenza del progetto iniziale a cui questo motore voleva essere destinato. Effettivamente... per un utilizzo sportivo... e con le tecniche dell'epoca... era un po' penalizzante ma offriva bassissima manutenzione e ruota posteriore sempre e perfettamente allineata. Dalla fine degli anni '70 (dello scorso secolo)... e per un po' di anni... ho posseduto una Moto Guzzi 850 California e posso affermare che in una motocicletta per un utilizzo turistico la trasmissione finale cardanica era... e probabilmente è ancora... un'ottima soluzione anche per la pulizia... cosa che non poteva essere offerta da una trasmissione a catena... specialmente se si incappava in un temporale per lungo tempo. A metà degli anni '70 (sempre dello scorso secolo) venne commercializzata la MV Agusta 750 America che era dotata di un motore a 4 cilindri in linea e trasmissione finale con albero cardanico. Tale trasmissione... in diversi esemplari... fu trasformata a catena come nella versione maggiorata 1000 Agostini... dalla Arturo Magni... un'azienda sita a Samarate in provincia di Varese... mentre nelle Moto Guzzi tale trasformazione era problematica. L'unico esempio di trasformazione della trasmissione da albero cardanico a catena che conosco è quello visibile nel link qui di seguito riportato: cafesport.blogspot.com/2012/02/moto-guzzi-swallower-la-guzzi-catena.ht
Un veder a duer uote dal grande fascino che descrivi in modo mirabile come sempre. Poi guardando il dettaglio vedo che e' stata la moto di Paolo Ferrari pilota che ho seguito quando io ero un ragazzino. Ciao Luciano