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, 1/500 f/6.3, ISO 100, mano libera. Napoli, Italia.
Le origini di Castel Sant'Elmo: la decisione di Roberto d'Angiò
Adagiato sulla collina del Vomero, si erge maestoso il Castel Sant'Elmo, punto strategico della città, dove poter scorgere eventuali nemici giungere dal mare. Tale struttura era in precedenza denominata Patorcium e si erge insieme a una chiesa dedicata a Sant'Erasmo.
Il primo cenno storico documentato che riguarda Castel Sant'Elmo risale al 1275.
Si narra che la decisione di costruire questo nuovo castello napoletano venne presa da Roberto d'Angiò, e che avrebbe dovuto trovare la sua collocazione ideale sulla cima della collina del Vomero. Tale decisione avvenne in occasione di una visita che il titolato fece alla Certosa di San Martino, quest'ultima in fase di costruzione.
Era d'Angiò stesso che sorvegliava e controllava i lavori in corso nel Regno, ma un contributo alle architetture venne fornito da una seconda persona che accompagnava Roberto d'Angiò: questa era il figlio, Duca di Calabria, Carlo d'Angiò, che morì però prima del padre e che aveva interesse verso differenti stili architettonici.
Il figlio di Roberto d'Angiò risultava essere molto sensibile alle correnti artistico-architettoniche innovative in città, che si rifacevano ai modelli della tradizione gotica classica e inerenti lo stile dei Certosini.
Il figlio erede al trono nel 1325 aveva promosso anche la costruzione della Certosa di S. Martino, oggi sede dell'omonimo Museo di San Martino.
Il castello fu opera dell'architetto senese Tino da Camaino, che edificò anche la Certosa.
Alla morte del costruttore, che avvenne nel 1336, il progetto venne affidato ad Attanasio Primario e Francesco di Vico, e successivamente a Balduccio de Bacza, i quali riuscirono finalmente a terminare i lavori nel 1343, quando il Regno era dominato da Giovanna I d'Angiò.
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