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, 1/640 f/1.8, ISO 250, mano libera. Roma, Italia.
Velocipede è, secondo l'accezione comune, il nome attribuito all'antenato dell'odierna bicicletta. Nel codice della strada italiano il termine velocipede indica tutti i veicoli che sono mossi grazie alla forza muscolare del coducente, ed eventualmente dei passeggeri, per mezzo di leve o pedali. Comunemente rientrano in questa categoria di veicoli le biciclette, i risciò, ecc. La propulsione muscolare può essere anche assistita da un motore elettrico la cui potenza massima non supera i 250 Watt e che fornisce assistenza alla propulsione soltato se se il veicolo procede ad una velocità inferiore a 25 Km/h, in questo caso il velocipede continua ad essere assimilitato ad un veicolo senza motore. la storia Tra i primi velocipedi si trovano esemplari a singola ruota, a due, a tre come i tricicli e anche a quattro o cinque ruvevano i pedali attaccati alla ruota anteriore come nel biciclo, mentre i veicoli a tre o quattro ruote usavano pedali e leve per muovere le ruote posteriori. Il biciclo era caratterizzato da una ruota motrice anteriore molto più alta di quella posteriore, era mosso agendo su due pedivelle montate sulla ruota anteriore stessa ed il sellino era posto direttamente sopra ad essa. Le grosse dimensioni della ruota anteriore servivano per aumentare la strada percorsa con un singolo giro di pedali e quindi la velocità. Ma per arrivare alla struttura tecnica del velocipede nel giro di pochi anni si assistette ad un'intensa evoluzione, a partire dal suo precursore, chiamato celerifero, che fu presentato dal conte francese Mède de Sivrac nel lontano 1796, ancora mancante di pedali e di un sistema di controllo e di manovra. Dopo pochi anni, intorno al 1815, il nobile tedesco Karl Friedrich Drais von Sauerbronn inventò la draisina, attrezzata già di una sella e di un manubrio per governare la ruota anteriore e chiamata in tedesco Laufmaschine. Fece il suo debutto il 12 giugno 1817. Ottenne un brevetto nel 1818. Era costruita interamente in legno. Fu il primo esempio di balance bicycle e divenne nota nel Regno Unito e Francia come draisine, draisienne (francese), vélocipède (francese), swiftwalker, dandy horse (molto popolare tra i dandies) o Hobby horse. Il termine "velocipede" fu coniato nel 1818 da Nicéphore Niépce per descrivere la sua versione di Laufmaschine, che includeva una sella (bicicletta) regolabile. Ci vollero 40 anni perché il "velocipede" divenne d'uso comune come termine, con la prima versione di bicicletta a pedali, sviluppata da Pierre Michaux, Pierre Lallement e da i Fratelli Olivier negli anni '60. La Michaux fu la prima azienda a produrre il velocipede, dal 1857 al 1871. Il primo velocipede a pedali fu presentato nel 1855, opera del fabbro parigino, che sei anni dopo con la collaborazione del padre, realizzò il biciclo michaudine, caratterizzato dalla ruota anteriore più grande. (Fonte Wikipedia)
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Le biciclette in fila e in b/n vedo che hanno suscitato parecchio interesse, e a ragione, bella esecuzione, ottima prospettiva e certamente giusta la scelta del b/n! Un saluto, un piacere imparare da fotografi esperti e capaci come te! Alessandro
Grazie infinite Alessandro (ing.), Alessandro (Alex) e Walter...vi ringrazio davvero molto. Io fotografo esperto...di cucina . Ho molto da imparare, sto migliorando grazie al nostro bel gruppo e ad altri amici con cui mi confronto ma da qui a essere un fotografo esperto, ce ne passa. Cmq grazie per gli apprezzamenti.
La foto notturna che hai fatto a Piazza di Spagna, aspettando pazientemente che fosse completamente deserta, abbracciando anche la colonna dell'Immacolata è da fotografo esperto, fattelo dire! Poi se ti vuoi far giudicare anche in cucina...sono a disposizione! ah ah ah Alessandro
ahahah....Alessandro ti ringrazio ancora....ho solo aspettato di cogliere l'attimo buono. La foto senza elementi umani è frutto solo di tanta pazienza.
Grazie di cuore Maurizio, ogni tanto scatto in bianco e nero...alla fine poi che guarda la foto, inconsciamente, nel proprio cervello la colora a modo suo. Ecco perché spesso, le foto in bianco e nero piacciono un po' a tutti, perché ognuno le "colora" a modo suo. . Un abbraccio