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26 Dicembre 2015 , ore 04.45, suona la sveglia. E' tutto già pronto, lo avevi sistemato la sera prima. Carichi tutto in macchina e parti. Fuori freddo e silenzio; dentro l'auto gli unici a farti compagnia sono la condensa gelida del respiro e Hurricane di Bob Dylan. Superati i due paesi, Milo e Fornazzo, ti immetti sulla Mareneve/Linguaglossa; 28km di salita, tornanti e strada sterrata di cenere vulcanica, che ti porterà a 2000mt sopra il livello del mare. Qui i primi timori. Ti domandi :"Che stò facendo?". Esclami :"Sono malato!!". Lo spirito d'avventura e la curiosità hanno la meglio sull'incertezza. Si continua. La Luna è piena e tonda, più la guardi e più si avvicina, ti aiuta illuminandoti la strada. Un topolino imprudente l'attraversa ( mi dispiace!). Arrivati. Piano Provenzana, versante Nord dell'Etna, un' immenso piazzale riservato alle attività sciistiche per il 75% devastato dall'ultima grande colata del 2002 che distrusse tutto. Il paesaggio è spettrale e lunare, nessuno in giro , solo un' uccello volteggia per aria lamentandosi di presenze insolite. Prendi l'attrezzatura, ti guardi intorno, non conosci il posto, cerchi un buon punto, vai ad intuito. Eccolo! è un buon compromesso con la natura. Posizioni tutto. Attesa. Ad un tratto inizi a vedere le scarpe, alzi lo sguardo verso il cielo; Eccoli! I primi raggi di luce iniziano a fare capolino all'orizzonte, bucano le nuvole come proiettili impazziti, alle tue spalle le sommità dell'Etna iniziano a colorarsi. E' il momento. Con la mano destra stringi forte la reflex, quella sinistra tiene ben saldo il treppiedi al suolo, il busto si protrae in avanti guidando lo sguardo all'interno del mirino.Ci Siamo!
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Ottimo controluce. E' un tipo di soggetto che mi piace molto e appena posso fotografo. Questo a me sembra molto ben fatto. Complimenti. P.S. Ottimo il racconto. Ciao, Giovanni