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noto con "piacere" che quando si tratta di immagini "fuori dal coro" la gente sul forum fa fatica a trovare le parole per commentarle
immagine di enorme sensibilità ,me l'hai fatta notare tu e ti ho seguito a ruota copiandotela spudoratamente
anche se non riesco onestamente a entrare in sintonia con il titolo così drammatico che gli hai dato. vedo più semplicemente una natura che cerca di nascondere le proprie vergogne,lo fa stendendo un velo pietoso ,anche se alcune (in questo caso l'albero dietro) rimangono visibili.tu hai cercato di darle una mano cercando di sfocare il più possibile lo sfondo,ma ormai lei aveva già coperto tutto con quelle foglie. natura imperfetta...natura vera. per me bellissima immagine. complimenti Simo complimenti ciao Simo
Lo scatto, come dice Simone, è effettivamente fuori dal coro e ahimè, ignoro il nesso con il titolo se riferito al gruppo musicale, tuttavia ... la composizione è di per se suggestiva e interpretabile, io ci vedo una larva che tenta disperatamente di uscire da un grembo inadatto al concepimento e quindi misterioso, complimenti Alberto. Ciao, Rod
...ehi...ehi..!! ci sono anch'io piace anche a me, anzi mi piace anche tutto il resto della galleria.Una natura "pacata" e dura allo stesso tempo. Complimenti Alberto ne nascerà un ottimo portfolio. ciao stefano
Rod, Stefano, vi ringrazio per aver seguito la "scia" del Commissario e per esservi cimentati nel commento di questa foto! É difficile da commentare, lo so: non so nemmeno se il grande Ric proverà a farlo... C'é da farsi "male" a scavare troppo a fondo! Comunque, molto più semplicemente, le piante infestanti nella golena formano in inverno complesse geometrie simili a "molli" sudari che avvolgono gli alberi... Sono responsabili del soffocamento e della morte degli stessi, che vengono privati della luce del sole! La forma di quella fotografata mi ricordava un utero materno... Ma sterile, perché non porta la vita ma la morte per l'albero (rappresentato dai rami spogli e sfocati in secondo piano)!
In effetti non è facile da commentare... Personalmente, appena l'ho vista mi sono chiesta cosa ti avesse spinto a fare questa fotografia così drammatica/dolorosa... Ho pensato al tuo stato d'animo... È un'immagine molto intensa e coinvolgente da cui emergono una profonda sensibilità, un ottimo occhio e una grande capacità comunicativa! Complimenti Alberto, sei un vero fotografo! Viola
Grazie Viola per aver avuto il coraggio di commentare questa foto! I miei sono spesso paesaggi "interiori" e credo che in qualche modo sia proprio lo stato d'animo che mi fa "vedere" certe immagini e mi spinge a renderle in un certo modo. Non so se è la natura che influenza me o sono io ad "usare" gli spunti che mi dà per esprimermi... Comunque ti ringrazio di cuore per le tue parole e la tua stima!
Ciao Alberto, scrivo anche qua ciò che mi ha colpito della foto, una diversa visione del paesaggio, più intima, meno d'effetto e che mette maggiormente in luce la sensibilità di chi sta dietro la reflex. Un bel racconto di questa "piaga" del territorio, ben resa graficamente dal dettaglio sul primo piano, la dolce curva che metaforicamente rappresenta l'abbraccio mortale per l'albero sfocato in secondo piano. Ti rinnovo i complimenti, Ciao, Massimo
Data la mia ignorantezza nella lingua inglese (e non solo ) ti confesso che dopo una prima occhiata ho dovuto andare a cercare il significato del titolo e allora ho cominciato a capire meglio ciò che hai voluto rappresentare con questo tuo scatto. Tra l' altro per una strana ma fortunata combinazione la colonna sonora nel frattempo mi aveva portato casualmente qui:
E vedere questa immagine con questa musica mi ha intristito da morire. Per cui ora spegno e vado a fare altro.
Non devi dispiacerti Alberto, la tristezza è comunque un sentimento, un emozione, e non è detto che sia per forza negativa. A volte è necessaria e terapeutica...fa bene...ogni emozione che si prova fa bene ed il fatto che alcune foto suscitino emozioni (non importa quali ognuno avrà le sue) è molto gratificante !
Ciao Alberto, come quell'albero alzavo le braccia per far vedere la mia presenza ma non avevo le parole per poter far sentire la mia voce. Arrivo solo ora, un po' in ritardo ma sempre presente sulle foto che mi trasmettono sensazioni, positive o negative che siano poco importa, e questa è una di quelle. Anch'io come Simone vedo di più un senso protettivo della famiglia che vuol celare le colpe o gli errori che gli stessi componenti commettono, tutto per salvare le apparenze. Ma spesso chi commette qualcosa di sbagliato sente il bisogno di confidarsi, di trovare conforto nelle parole degli amici, di avere pareri disinteressati per poter uscire da quell'empasse. Così il nostro albero sa che per continuare questa vita ha bisogno di uscire dal guscio. Si agita, cerca di attirare l'attenzione agitando i rami verso l'alto, in modo che vadano oltre la cortina eretta dalla famiglia. Si vede invece soffocato e il suo sacrificio servirà per cancellare l'errore commesso. Però non sempre la morte è un elemento negativo perché poi genera nuova vita, bisogna considerarla parte integrante e compagna del nostro percorso a cui bisogna prestare la giusta attenzione senza mai escluderla dai nostri pensieri per non farci trovare impreparati quando verrà a chiamarci. Non dovremo disperarci come quell'albero che, troppo tardi, si è accorto di non essersi preparato per tempo ed è stato colto alla sprovvista. Il titolo forse se preso in senso lato può anche ricollegarsi al mio pensiero e forse a quello che volevi trasmetterci tu. L'agitazione, la superficialità, la frenesia portano spesso a sottovalutare le situazioni che poi finiscono con lo sfuggirci di mano e come un grembo sterile non portano da nessuna parte perché non produrrà mai nessun frutto. Come sempre un piacere passare a visitare le tue gallerie.
Braccia evanescenti, protese verso un cielo incerto, sfuggono i legami opprimenti di un reticolo esistenziale intriso di foglie morte e di detriti di vita... Nel centro dell'Essere, un sospiro verso l'immenso, una fuga verso il sogno...