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, 1/125 f/6.4, ISO 200, mano libera. Roma, Italia.
Il teatro di Marcello costituisce uno dei più antichi edifici per spettacolo romani giunti fino a noi, nel quale l'articolazione del teatro romano appare già del tutto delineata, con la "cavea" a pianta semicircolare sorretta da articolate sostruzioni. Muri a raggiera, collegati da volte a botte inclinate sotto i gradini della cavea, vengono interrotti da due ambulacri concentrici, uno esterno, che si apre con arcate e uno più interno ("Ambulacro dei Cavalieri"). La struttura dei fornici si ripete a gruppi di sei: uno con rampa in leggera salita conduce all'ambulacro più interno, due affiancati ospitano le rampe per salire e scendere dai piani superiori, mentre altri tre comunicano tra loro. Oltre l'ambulacro interno i fornici proseguono con vani lunghi e stretti e di altezza minore. Gli ambienti più esterni, suddivisi da tramezzi in muratura probabilmente in epoca giulio-claudia, furono probabilmente utilizzati come botteghe sin dagli inizi. Un ambiente centrale presenta sulla volta una decorazione in stucco bianco articolata in tondi e ottagoni con figure di repertorio, che fu realizzata probabilmente nella seconda metà del II secolo. Il teatro poteva ospitare circa 15.000 spettatori e fino a 20.000 in condizioni di massimo affollamento, stima che coinciderebbe con quanto riportato nei Cataloghi Regionari. La facciata in travertino presenta tre ordini, i due inferiori con le arcate inquadrate da un ordine di semicolonne doriche (con capitelli tuscanici e prive di base) al piano terreno e ioniche superiormente. Originariamente le arcate erano 41 e le semicolonne 42. I due ordini sono separati da una fascia con risalti in corrispondenza delle semicolonne, che funge da marcapiano. L'attico al terzo piano, del quale restano poche tracce, si presentava invece a parete continua ed era decorato con paraste corinzie. Le chiavi d'arco erano decorate da grandi mascheroni teatrali in marmo bianco, alcuni dei quali furono recuperati durante gli scavi. L'altezza originaria doveva così raggiungere i 32,60 metri circa (oggi la parte superstite ne misura circa 20). L'uso dei vari ordini architettonici in un medesimo edificio prendeva ispirazione dall'architettura di epoca sillana (ad esempio dal Tabularium) A causa della natura paludosa del terreno, molto vicino al fiume, le fondazioni furono rafforzate con l'inserimento di pali di rovere sopra i quali venne gettata un'estesa piattaforma in calcestruzzo, dove poggiano i primi due filari di fondazione delle murature. Anche l'alternanza dei materiali per i blocchi di cui si compongono i pilastri risponde alle necessità statiche: le arcate interne del deambulatorio, i muri radiali dei cunei e il primo tratto dei fornici erano in blocchi di tufo per i primi dieci metri di lunghezza, poi in opera cementizia con paramento in reticolato, con inserti in travertino per le imposte e le chiavi d'arco; le pareti degli ambulacri interni sono invece in muratura; le volte tutte in calcestruzzo. La stanza in fondo all'ingresso centrale ha conservato un tratto degli stucchi decorativi sulla volta.
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Bravo Alex, per aver valorizzato con la tua foto questo tesoro italiano a volte un pochino sottovalutato Adoro le descrizioni e te ne ringrazio! Ciao. Danila
Grazie del commento, si non mi è mai piaciuto artefare gli scatti, cerco sempre di rappresentarli così come li vedo con gli occhi. Alla prossima Alessandro
Premettendo che sei molto bravo e che la foto è bella, vorrei, se posso, consigliarti di tirar su di poco la temperatura colora, il Teatro Marcello (almeno al monitor dell'ufficio) risulta tendente al blu. Spero che continuerai a parlarmi e a voler uscire con me