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www.lauromagrisphotonature.com -focale 26mm - priorità apertura - val.dev.esp. +0,333 - Località: Costalta (BL) - artista/scultore: Nicola Cozzio - "La leggenda dei colori: Tanto tempo fa, il pappagallo non aveva colori; era tutto grigio, le sue piume erano corte come quelle di una gallina bagnata. Il mondo era noioso con due soli colori: uno era il nero che comandava la notte, l'altro era il bianco che camminava di giorno, il terzo non era un colore: era il grigio, che dipingeva sere e mattine affinché non si scontrassero troppo. Tutti i maghi del mondo fecero una riunione e decisero di rendere i colori più lunghi perché fosse allegro il camminare e l'amare di uomini e donne. Uno di loro prese a camminare per pensare meglio, e tanto pensava, che sbatté contro una pietra ferendosi la testa da dove ne uscì sangue. Dopo aver strillato per un bel pezzo, guardò il suo sangue e vide che era di un altro colore, diverso dai due colori e andò dagli altri uomini, mostrando loro il nuovo colore che chiamarono "rosso", era il terzo che nasceva. Un altro, invece, cercava un colore per dipingere la speranza. Lo trovò dopo un bel pezzo e lo mostrò all'assemblea, che lo chiamò "verde" , era il quarto che nasceva. Un altro cominciò a grattare forte a terra. "Che fai?" gli chiesero gli altri "Cerco il cuore della terra" rispose rivoltando la terra da ogni lato. Dopo un po' trovò il cuore della terra, lo mostrò agli altri che lo chiamarono "caffè", era il quinto colore. Un altro salì in alto. "Vado a guardare il colore del mondo" disse, e si mise a scalare e scalare fino alla cima. Quando arrivò ben in alto, guardò in giù e vide il colore del mondo, ma non sapeva come fare a portarlo. Allora rimase a guardare per un bel po', finché il colore non gli si attaccò agli occhi. Discese come poté, a tentoni, e andò all'assemblea. "Porto nei miei occhi il colore del mondo", e "azzurro" chiamarono il sesto colore. Un altro stava cercando colori quando sentì che un bambino rideva; si avvicinò con cautela e gli prese la risata, lasciandolo in lacrime. Portò la risata del bambino e scelsero il nome "giallo" per il settimo colore. A quel punto gli altri, che erano ormai stanchi, andarono a dormire, lasciando i colori in una cassetta buttata sotto un albero. La cassetta non era chiusa bene e i colori uscirono, cominciando a far chiasso e festa. Così nacquero tanti nuovi colori. Il giorno dopo, i maghi si accorsero che i colori non erano più sette, ma molti di più e guardarono la cassetta. "Tu hai partorito i colori, tu ne avrai cura , così dipingeremo il mondo". E salirono sulla cima del monte, e da lì cominciarono a lanciare i colori, così l'azzurro rimase parte nell'acqua e parte nel cielo, il verde cadde sugli alberi e sulle piante, il caffè, che era il più pesante, cadde sulla terra, il giallo, che era un risata di bambino, volò fino a tingere il sole, il rosso giunse sulla bocca degli uomini e degli animali che lo mangiarono, colorandosi così di rosso. Il bianco e il nero già esistevano. I maghi lanciavano i colori senza fare attenzione a dove finivano, ed alcuni di essi spruzzarono gli uomini; per questo vi sono persone di diversi colori e di diverse opinioni. Allora, per non dimenticarsi dei colori e perché non si perdessero, cercarono un modo per conservarli; stavano pensando come fare quando videro il pappagallo. Lo presero e gli attaccarono i colori e gli allungarono le piume affinché ci stessero tutti. E così il pappagallo prese tutti i colori. Ancora oggi se ne va in giro, nel caso in cui gli uomini si dimenticassero che molti sono i colori e le opinioni, e che il mondo potrebbe essere allegro, se tutti i colori e tutte le opinioni avessero il proprio spazio. - L'immagine è coperta da copyright di Lauro Magris , non può essere utilizzata in alcuna forma senza il consenso dell'autore
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