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, 25 sec f/2.8, ISO 1600, treppiede. Ceriana, Italia.
Ci sono notti che sembrano non finire mai. Ti giri ti rigiri nel letto, con la testa invasa da demoni che ti si insinuano nei gangli più remoti del cervello. Ci sguazzano, rimischiando sudici in quel materiale melmoso che è l'inconscio. Attentano alle tue sinapsi, con l'obiettivo di renderti inquieto, spaventando l'amico Morfeo, che,in quelle occasioni, non ha nessun piacere a venirti a trovare, nemmeno se lo supplichi 3 e 12. E non ho ancora dormito più di una mezz'oretta, spezzettata a rate e mancette. Ogni posizione mi sembra più scomoda di quella precedente. Un bicchiere d'acqua, due colpi di tosse e mi siedo sul divano a fissare lo schermo spento della tv. Sfinito e logorato, esco sul terrazzo. Alzo lo sguardo e… loro erano lì ad aspettarmi. Nascoste nel buio, come in un compleanno a sorpresa. Un cielo traboccante di stelle, come non lo vedevo da moltissimo tempo. Ecco perché non potevo dormire! Erano loro a chiamarmi! Mi hanno martellato, finchè non le sono andate ad ammirare,leziose, in tutto il loro splendore. Mi volevano coccolare, riempiendo tutto quel silenzio che, fino al momento prima, appariva insopportabile. Mi volevano donare il privilegio di essere l'unico spettatore di quello spettacolo, senza vicini rumorosi o stancanti code. Mi volevano rassicurare, miliardi di esserini, minuscoli e enormi, misteriosi e manifesti, che niente e nessuno potrà mai offuscare la bellezza di nessuna notte,in nessun luogo dell'universo, finchè loro decideranno così. Avrei voluto avere delle braccia lunghissime per poterle prendere tutte, ma , in mancanza di esse, ho tirato fuori treppiede e macchina fotografica, scattando fotografie per più di un'ora. La notte ti rivela verità che il giorno ignora, anche quando sei in pigiama nei 2 gradi di un inverno che bussa prepotente. Ceriana 29/11/16
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